Non accenna ad affievolirsi la querelle che ormai da giorni ruota attorno a Palazzo dei Diamanti a Ferrara, gioiello del Rinascimento italiano progettato nel 1492 da Biagio Rossetti oggetto, oggi, di un acceso dibattito che ha visto protagonisti, tra tutti, Vittorio Sgarbi e anche Artribune. Tutto nasce da una petizione lanciata nei giorni scorsi dalla Fondazione Cavallini Sgarbi su change.org, il cui obiettivo è “impedire lo scempio”, ovvero l’effettiva realizzazione dell’intervento con cui il raggruppamento formato da 3TI PROGETTI, Labics, arch. Elisabetta Fabbri e Vitruvio s.r.l. si è aggiudicato il concorso internazionale indetto dal Comune di Ferrara, avendo la meglio su 70 studi partecipanti. Il progetto vincitore del concorso, di cui abbiamo ampiamente parlato in questo articolo, prevede, tra gli altri interventi, un’estensione di 660 mq, ovvero un nuovo edificio che “è tipologicamente assimilabile ad un padiglione, nel senso inglese di pavillion, ovverosia un manufatto leggero nato per essere collocato in parco”. Un padiglione, quindi, di poche centinaia di mq, peraltro reversibile, realizzato nel giardino del palazzo, zona tra le altre cose profondamente degradata, dove già esiste una passerella, ma fatiscente. Un intervento quindi necessario che però, stando a quanto sostenuto da Sgarbi, andrebbe a “soffocare il rapporto dell’edificio con lo spazio aperto della città. E assume lo stesso assurdo significato che avrebbe aggiungere un canto alla Divina Commedia o all’ Orlando Furioso. La seguente raccolta di firme non è contro nessuno, ma per difendere l’integrità, minacciata da una visione utilitaristica, di un monumento che appartiene alla umanità”. Intanto è partita una contro-petizione , e il dibattito non si è arrestato, soprattutto tra Sgarbi e Artribune: in questo articolo potrete infatti leggere il botta e risposta tra lo storico dell’arte e Massimiliano Tonelli sulla maggiore o minore liceità di intervento su beni monumentali storicizzati. Sembra però che la petizione promossa da Sgarbi abbia accolto il placet del Ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli, a cui il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani indirizza questa lettera aperta che riceviamo e pubblichiamo integralmente.
LA RISPOSTA DEL SINDACO
On. le Ministro Bonisoli,
mi chiamo Tiziano Tagliani e sono sindaco di Ferrara dal 2009. Le ho scritto giorni fa chiedendoLe cortesemente un incontro sul tema del progetto di riqualificazione del Palazzo dei Diamanti; mi sono rivolto inoltre ai Suoi collaboratori Dr. Gino Famiglietti e Dr.ssa Tiziana Coccoluto, e ho parlato anche con la Sua gentile segretaria: ad oggi, non solo non ho avuto un appuntamento, ma neppure un misero riscontro.
Al contrario, leggo che il mio illustre collega sindaco di Sutri On.le Vittorio Sgarbi ha già avuto modo di parlarLe e ha raccontato alla stampa che Lei ha già bocciato il progetto, dando disposizioni in tal senso.
Ora, mi consenta due considerazioni. La prima ovviamente di carattere istituzionale: questo Governo avrebbe dovuto essere quello dello smantellamento delle lobbies e dei gruppi di potere in favore dei cittadini; ora i cittadini ferraresi li rappresenta il Sindaco e mi fa un enorme piacere che in migliaia abbiano già firmato la petizione a sostegno del progetto. Resto invece perplesso in ordine al fatto che Lei, signor Ministro, non abbia avuto ancora modo di incontrarmi, ma soprattutto che si sia già espresso, come pubblicamente riferisce Vittorio Sgarbi, in senso ostativo al progetto, anticipando la decisione che tanto il Codice dei Beni culturali quanto l’ordinaria consuetudine, affidano al responsabile del procedimento.
COERENZA E PRASSI
Alla faccia della trasparenza, sig. Ministro!
Il Comune di Ferrara (cioè un Ente, non un gruppo di amici o una lobby) due anni or sono, non ieri, ha messo a bando di concerto con la Soprintendenza, un concorso di progettazione aperto in due fasi, per il restauro e la dotazione di strutture e servizi adeguati all’importanza di Palazzo dei Diamanti e dei suoi spazi espositivi. Gara internazionale, commissione di aggiudicazione qualificata, illustrazione pubblica degli esiti del concorso, nessun ricorso, convegno universitario sui risultati progettuali: per quasi due anni tutto regolare. Sono poi state programmate le attività espositive di Ferrara Arte e concluso un accordo con le Gallerie Estensi (del Suo Ministero) che condividono l’utilizzo del Palazzo. Poi, improvvisamente, la svolta: dopo il diniego alla Fondazione Cavallini Sgarbi per una TERZA proroga della loro mostra in Castello Estense, scoppia il putiferio, si evoca lo scempio, Dante che si rivolta nella tomba, Albano Carrisi, D’Alema, Luca Lotti, Nardella e Leoluca Orlando che “firmano” qualcosa che non conoscono e ora un Ministro che incontra il Sindaco di Sutri e non quello di Ferrara. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da rimpiangere la monarchia sabauda rispetto a questa Italia. Mi chiedo da sindaco: chi pagherà i danni di questo voltafaccia? Siamo sicuri che questo diniego pubblicamente preannunciato da Sgarbi resista ad una verifica in ordine alle interferenze e pressioni extra procedurali che sono state esercitate e che sono documentate una per una?
In secondo luogo, nel merito, vediamolo questo progetto che fino a ieri andava bene, anzi era portato ad esempio come modello procedurale da adottare e oggi diventa uno scempio. Siamo disponibili a discuterne con chiunque, dentro le procedure e con gli organi competenti, fornendo puntualmente le tante argomentazioni, tecniche e culturali, a sostegno del progetto.
Io aspetto. Non rappresento alcuna lobby, non possiedo giornali e case editrici, sono solo il sindaco di Ferrara, ma questo deve bastare, perché Ferrara, almeno per ora, non ha padroni.
Tiziano Tagliani, sindaco di Ferrara
Cito solo alcune delle persone che, insieme ad altre migliaia, hanno aderito alla petizione “Palazzo dei Diamanti non è in pericolo”, lanciata on-line dagli architetti che hanno vinto il concorso:
Margherita Guccione, Direttrice MAXXI Architettura;
Pippo Ciorra, Curatore MAXXI Architettura, Professore ordinario in Composizione Architettonica presso l’Università di Camerino;
Paolo Mazzoleni, Presidente dell’Ordine degli architetti di Milano;
Diego Farina, Presidente dell’Ordine degli architetti di Ferrara;
Francesco Miceli, Presidente dell’Ordine degli architetti di Palermo;
Alessandro Cimenti, Presidente della Fondazione per l’architettura di Torino;
Andrea Forni, Presidente dell’Ordine degli architetti di Sondrio;
Fabiola di Battista, Presidente dell’Ordine degli architetti di Belluno;
Paolo Marcelli, Presidente dell’Ordine degli architetti di Forlì/Cesena;
Aaron Betsky, critico dell’architettura, già Direttore della Biennale Architettura, Direttore del Cincinnati Art Museum e decano della School of Architecture a Taliesin, ex Frank Lloyd Wright School of Architecture;
Claudio Strinati, storico dell’arte e già Soprintendente del Polo museale romano;
Aurora Scotti, Professore Ordinario di Storia dell’architettura presso il Politecnico di Milano;
Antonio Pinelli, Professore Emerito già Ordinario di Storia dell’arte moderna presso l’Università di Firenze, Direttore della rivista “Ricerche di Storia dell’arte” e Accademico Nazionale di San Luca;
Maria Grazia Messina, Presidente del comitato tecnico-scientifico per l’arte e l’architettura contemporanee in seno al Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici e già Professore Ordinario di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università di Firenze;
Maria Cristina Terzaghi, Professore Associato di Storia dell’Arte Moderna all’Università Roma Tre, membro del Comitato tecnico-scientifico per le belle arti del Mibac;
Fulvio Cervini, Presidente Consulta Universitaria Nazionale per la Storia dell’Arte, Professore Associato Università di Firenze;
Irene Baldriga, Presidente Associazione nazionale insegnanti storia dell’arte (ANISA);
Xavier Salomon, Peter Jay Sharp Chief Curator of The Frick Collection, New York;
Andrea Viliani, Direttore artistico Museo Madre;
Sandro Polci, membro del Comitato scientifico Legambiente, fondatore Symbola.
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