Scoperto durante il restauro un ciclo di pitture nella Villa Museo di Giacomo Puccini
La scoperta è avvenuta nella casa in cui il compositore italiano visse per trent’anni, a Torre del Lago (nei pressi di Viareggio): durante il restauro delle stoffe che rivestono le pareti di una sala della dimora, sono emerse pitture risalenti ai primi del Novecento
Tosca, Madama Butterfly, La Fanciulla del West, La Rondine sono alcune delle opere più amate di Giacomo Puccini(Lucca, 1858 – Bruxelles, 1924), tra i compositori italiani più noti al mondo, e sono state tutte composte tra il 1900 e il 1918, nello stesso luogo: nella casa in cui il Maestro visse a Torre del Lago, frazione di Viareggio di cui Puccini si innamorò e in cui decise di vivere. Qui l’autore della Turandot trascorse 30 anni della sua vita, dedicandosi alla musica e alla caccia, e fondò il Club della Bohème, diventando uno dei principali esponenti della scena culturale locale. L’artista si occupò personalmente della realizzazione della sua casa, oggi Villa Museo Giacomo Puccini, con la collaborazione degli architetti Luigi De Servi e Giuseppe Puccinelli e degli artisti Galileo Chini e Plinio Nomellini, questi ultimi artefici di un ciclo di decorazioni che si pensava fosse andato distrutto. E invece, durante un recente restauro, queste pitture sono riemerse dall’oblio, e sono fruibili dal pubblico tutti i giorni, fino alla fine di agosto.
SCOPERTA ALLA VILLA MUSEO GIACOMO PUCCINI
Villa Puccini fu costruita su una preesistente torre di guardia che aveva le sue basi a pochi metri dall’acqua del lago. Per il compositore fu amore a prima vista, e la acquistò dal guardiacaccia per poi trasformarla con gli interventi di De Servi, Puccinelli, Chini e Nomellini. Data la sua vicinanza con l’acqua, la villa ha sempre subito i danni causati dall’umidità: le figure di Nomellini col tempo si sono annerite, per poi essere ricoperte da stoffe; per questo motivo, si è sempre pensato che sotto le sete che ricoprono le pareti della sala al primo piano non ci fosse più nulla. Ma il recente restauro delle sete – e quindi il loro smontaggio dalle pareti – condotto dalla Fondazione Simonetta Puccini ha fatto riemergere decorazioni risalenti a un periodo compreso tra il 1905 e il 1910, successive a quelle di Nomellini e di cui è stata trovata testimonianza in alcune foto d’epoca conservate nell’archivio Puccini. Le pitture saranno oggetto di studio e documentazione fino a quando non verranno nuovamente ricollocate i tessuti alle pareti.
LA VILLA MUSEO GIACOMO PUCCINI
Dopo la morte di Puccini, la Villa nel 1925 è stata trasformata in museo dal figlio Antonio. Dopo una lunga vicenda ereditaria, la casa passò nelle mani di Simonetta Puccini, che l’ha tenuta aperta fino a oggi. La Villa al suo interno custodisce un pianoforte Förster, un paravento giapponese, quadri dei Macchiaioli, amici e compagni di caccia di Puccini.
– Desirée Maida
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