Francesco Stocchi, tornato nella sua Roma da Rotterdam, è il nuovo direttore artistico del MAXXI. Con l’arrivo del nuovo Presidente della Fondazione, Alessandro Giuli, la squadra del Museo MAXXI di Roma sta attraversando una profonda trasformazione con la fine di alcune collaborazione e l’arrivo di nuovi professionisti in ruoli chiave come è successo per Lorenza Baroncelli per la sezione architettura. C’era poi da sostituire il direttore artistico Hou Hanru e il suo posto è stato preso (come avevamo ipotizzato settimane fa) dal curatore d’arte moderna e contemporanea di origini romane Francesco Stocchi. Una nomina di spessore, una buona notizia per il museo romano. Il neo Direttore entrerà in carica a partire dal primo settembre, lasciando l’incarico di Curatore per l’arte moderna e contemporanea al Museo Boijmans Van Beuningen di Rotterdam che ha ricoperto per 12 anni.
CHI È FRANCESCO STOCCHI
Francesco Stocchi (Roma, 1975) è sempre stato figura attivissima nella scena dell’arte e della cultura contemporanea. Ne sono un esempio le diverse cariche rivestite nel corso della sua carriera, come quella di curatore d’arte nel programma espositivo della Fondazione Carriero di Milano, presso il Museo Boijmans Van Beuningen di Rotterdam e, più recentemente, alla 59° Biennale di Venezia per Latifa Echakhch (assieme a Alexander Babel), al Palazzo Reale di Milano con Leandro Erlich – Oltre la Soglia e alla Galleria Borghese di Roma, con la mostra Gesti Universali di Giuseppe Penone per citarne solo alcune. Oltre ad essere un curatore d’arte stimato a livello internazionale, Stocchi è ben radicato anche nel campo dell’editoria come autore di numerosi saggi critici, nonché responsabile dell’inserto Arte del quotidiano Il Foglio che per l’occasione ha avuto l’anteprima della notizia e gli ha dedicato un corposo articolo a firma di Francesco Bonami. Leggendolo si sottolinea l’importanza di questa nuova nomina e “che gli richiederà molta energia, concentrazione, coraggio e calma zen” oltre che “difendersi dalle influenze locali e dai suggeritori ministeriali rispettandoli ma tenendoli a distanza. La reputazione di un museo serio si costruisce, in Italia in particolare, più sapendo dire no che sì” spiega il critico d’arte nel suo articolo, sottolineando con asprezza che “il Maxxi in passato è stato più un Airbnb dell’arte che un vero museo”. Ebbene, sulla base delle esperienze avute all’estero e nel circuito romano, sicuramente Stocchi avrà la maestria di potersi districare in un ambiente pieno di insidie, sempre se “se gli sarà data la libertà e il potere di costruire la sua visione in sincronia e sintonia con il contesto nazionale e internazionale”.
Valentina Muzi
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