È partita la raccolta fondi per ripristinare la gigantesca Venere degli Stracci di Michelangelo Pistoletto in piazza del Municipio, a Napoli. Ad annunciarlo è stato il primo cittadino, Gaetano Manfredi, dicendo che “l’incendio, che è stato un momento doloroso, deve essere visto come un momento di crescita, di dibattito e di discussione”. Un’iniziativa importante che punta a raccogliere 200mila euro – si legge sul Corriere del Mezzogiorno – a fronte dei già spesi 168mila per la realizzazione della “prima” Venere. Una cospicua somma che rende scettici i cittadini napoletani, i quali si chiedono a quanto ammonterebbe il premio assicurativo dell’opera realizzata dall’artista biellese, e se non sia il caso di investire i fondi su altrettanti beni culturali locali o (addirittura) sull’impianto stradale.
Il crowdfunding per la nuova Venere di Pistoletto e il malcontento cittadino
Che la comunità non vedesse di buon occhio la monumentale Venere degli Stracci a piazza del Municipio era già stato reso noto, ma ad oggi i cittadini non cambiano la loro opinione sull’opera, anzi. Infatti, in molti hanno polemizzato su come l’installazione abbia potuto prendere fuoco considerando i materiali ignifughi con cui era stata realizzata. Davanti a queste indiscrezioni, Manfredi spiega che “ignifugo non vuol dire che non prenda fuoco, ma che ci sono trattamenti volti a ritardare la fiamma”, inoltre “la lavorazione doveva rispettare la natura dell’opera, conservando una certa morbidezza dei tessuti”. C’è da dire che il gesto compiuto da Simone Isaia (il 32enne inviduato dalla polizia e accusato di incendio e distruzione di beni culturali) con una fiamma diretta sulla montagna di abiti non poteva non comportare un rogo distruttivo, capace di segnare tanto la comunità quanto l’opinione pubblica.
Valentina Muzi
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