Chiude l’albergo-museo. Antonio Presti dopo un contorllo dei NAS decide di chiudere Atelier sul Mare
L’albergo-museo d’arte contemporanea di Castel di Tusa, nel messinese, è chiuso da diverse settimane per ordine dei NAS. Lo scontro con la burocrazia locale ha scoraggiato il mecenate e fondatore dell’hotel Antonio Presti
L’Art Hotel Atelier sul Mare è un famoso albergo-museo d’arte contemporanea unico nel suo genere in quanto dotato di camere non arredate bensì interamente progettate dagli artisti. Nato nel 1990 per volontà di Antonio Presti – già ideatore di Fiumara d’Arte, grande parco di sculture, e della Triennale Della Contemporaneità – a Castel di Tusa, un piccolo borgo nei pressi di Cefalù. Dopo trentatré anni di attività, il mecenate ha deciso di chiudere l’attività. La decisione arriva dopo il controllo dei Carabinieri del nucleo antisofisticazioni e sanità di Catania, i quali hanno multato la struttura e ordinato al titolare di adeguare parte dell’albergo alle norme di sicurezza. Antonio Presti si è adoperato per sopperire, ma lo scontro con le difficoltà burocratiche e i costi di ristrutturazione hanno scoraggiato l’imprenditore.
La chiusura di Atelier sul Mare bloccherà anche la Triennale Della Contemporaneità?
Dopo il restauro della Porta della Bellezza e la realizzazione della monumentale Porta delle Farfalle (progetto che ha trasformato il cavalcavia che divide il quartiere periferico di Librino, a Catania, in una galleria d’arte a cielo aperto), Antonio Presti ha deciso di istituire anche la Triennale Della Contemporaneità, una rassegna d’arte in collaborazione con le Università, i Licei Artistici e le Accademie locali, le quali potranno progettare venti stanze dell’Atelier sul Mare. Così facendo, le 40 camere dell’albergo-museo (di cui venti sono opere d’arte firmate da artisti internazionali, tra cui Mauro Staccioli, Hidetoshi Nagasawa e Mario Ceroli) avrebbero continuato a essere un luogo di sperimentazione per le nuove generazioni di artisti, se Presti non avesse incontrato l’ennesimo “problema” burocratico. “Dopo quarant’anni, sentire ancora la parola ‘abuso’ per un mio progetto culturale che (come sempre) unisce etica ed estetica è stato un duro colpo” così parla Antonio Presti, intercettato da Artribune. “Io non discuto sulle norme, assolutamente, infatti ho subito cercato di porre rimedio. Ma ciò che mi ferisce è la solitudine da parte delle istituzioni, dopo una vita spesa per la cultura, per l’arte e per la Sicilia. Ad oggi, non mi sento di espormi rispetto le sorti di Atelier sul Mare, non sono ancora certo se continuerò l’attività o se chiuderò”. Un limbo nel quale aleggia anche il nuovo progetto di Presti, che aveva come sede proprio l’albergo – museo. “La Triennale Della Contemporaneità è il futuro” rassicura il mecenate, “se la sede non dovesse più essere l’Atelier sul Mare, il progetto si potrà spostare a Librino, nell’ambito di ‘Opera Librino’, oppure al Parco delle sculture di Fiumara d’Arte, ma sicuramente non verrà abbandonato”.
L’Ordine degli Architetti di Palermo pronti a salvare l’Atelier sul Mare di Antonio Presti
Sulla chiusura dell’albergo-museo si è espresso l’architetto e intellettuale palermitano Iano Monaco che, in un lungo post su Facebook, esprime la vicinanza all’amico Presti. “Hai accettato l’ennesimo rischio quando ti sei intestato l’ambizioso progetto di integrare arte e architettura, trasformando un obsoleto e brutto edificio in un bellissimo centro (un albergo) che desse (dava) al turista (non un visitatore di musei) l’eccezionale occasione di vivere per qualche giorno in camere e in spazi disegnati da grandi artisti contemporanei. (…) Immagino lo stupore dei NAS innanzi a corridoi e ingressi quasi del tutto bui o a porte simili a blocchi di pietra. Anch’io ho fatto quell’esperienza e ancora ne ricordo ogni momento e te ne sono grato”. Un messaggio di affetto e di stima per un personaggio che si è sempre speso per l’arte e per le bellezze della Sicilia, promettendo un concreto aiuto da parte sua e dei colleghi architetti, sia da un punto di vista burocratico sia economico. “Esamineremo le contestazioni dei NAS” conclude Monaco, “consulteremo l’ufficio tecnico comunale di Castel di Tusa, faremo un rendiconto di ogni aspetto, elaboreremo un progetto di adeguamento concordandone i termini con te, con gli Uffici e con i NAS, valuteremo i costi, lanceremo una campagna di sostegno e di crowdfunding e cercheremo di dare concretezza al nostro aiuto”.
Chi è Antonio Presti
Dopo aver frequentato Ingegneria Edile all’Università di Palermo, Antonio Presti abbandona gli studi per prendere in eredità dal padre l’impresa a Castel di Tusa. L’azienda era specializzata in materiali per la costruzione di strade, ma a 29 anni capisce che quella non era la sua strada e comprende di voler dare un senso alla memoria e all’esistenza, così sceglie l’arte, promuovendola e sostenendola con diverse iniziative. Tra le più importanti (e in ricordo della figura paterna scomparsa) è il Parco scultoreo di Fiumara d’Arte, annoverato come il più grande d’Europa. Nonostante le opere ospitate fossero state realizzate con il consenso dell’amministrazione locale, Antonio Presi subì un processo penale per abusivismo edilizio. Dopo 23 anni, il processo si è concluso positivamente per il mecenate di Messina, con la Cassazione che ne riconobbe “l’eccezionalità del caso” e impedendo che le sculture abusive venissero demolite. Successivamente, compra un hotel di 40 stanze che diventerà l’Art Hotel Atelier sul Mare, affidando ogni camera a un artista. A portare la sua firma, sono anche diversi eventi di poesia (come L’Offerta della parola), rassegne d’arte (come EXTRA – ordinario, curata da Teresa Macrì e Paola Nicita) e cinematografiche (le riprese per 500 Spot per Librino, con la regia di Fedora Sasso). Un mecenate instancabile che, nonostante gli imprevisti incontrati nel corso della sua attività di progettista culturale, continua a credere fortemente nell’arte.
Valentina Muzi
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