È morta a 51 anni la scrittrice e attivista Michela Murgia
L'intellettuale sarda, che da alcuni mesi aveva dichiarato di avere un carcinoma al quarto stadio, ha contribuito vivamente alla cultura italiana degli ultimi vent'anni. Dai libri agli spettacoli teatrali fino alle rubriche storiche
È morta a Roma l’intellettuale, scrittrice e attivista sarda Michela Murgia. Come annunciato pubblicamente a maggio 2023, Murgia aveva un carcinoma renale al quarto stadio (non il primo tumore, vista la diagnosi del 2014), a cui è seguito un intenso anno di riorganizzazione della propria vita: l’acquisto della casa per la “famiglia queer” – un intreccio di relazioni che l’ha portata tra l’altro all’adozione di un figlio – e il matrimonio con l’attore e regista Lorenzo Terenzi – “uno strumento patriarcale e limitato, che ci costringe a ridurre alla rappresentazione della coppia un’esperienza molto più ricca e forte, dove il numero 2 è il contrario di quello che siamo” -, oltre alla realizzazione di sogni nel cassetto come il viaggio sull’Orient Express. “Io sto vivendo il tempo della mia vita adesso, ma non aspettate di avere un cancro per fare quello che volete”, aveva detto Murgia a Vanity Fair.
La vita di Michela Murgia
Nata a Cabras (Oristano) il 3 giugno del 1972, Murgia ha frequentato l’istituto tecnico commerciale, facendo diversi lavori prima di diventare scrittrice (tra cui l’insegnante di religione, la portiera notturna e la dirigente in una centrale termoelettrica). Cristiana di formazione, è stata animatrice in Azione Cattolica (ideando uno spettacolo teatrale rappresentato per il papa alla fine del pellegrinaggio del 2004), ha tenuto un blog sulla penisola del Sinis e, nel 2007, ha partecipato alla prima antologica di molte.
Sposata dal 2010 al 2014 con l’informatico Manuel Persico, Murgia ha avuto una viva attività politica: nel 2007 sostenne la candidatura di Mario Adinolfi alle primarie del Partito Democratico, poi ha sostenuto il movimento iRS – Indipendentzia Repubrica de Sardigna, e in seguito il partito indipendentista ProgReS – Progetu Repùblica de Sardigna. Alle regionali della Sardegna del 2014 si è presentata come presidente ed è arrivata terza, quindi senza ottenere il seggio. Alle europee del 2019 ha sostenuto la lista Sinistra, che comprendeva Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista, L’Altra Europa con Tsipras, Convergenza Socialista, Partito del Sud e Transform! Italia, che però non ha ottenuto seggi. Ha più volte criticato il governo Meloni, che ha apertamente chiamato “fascista”. Nel 2019 era stata condannata a pagare 18mila euro, più interessi e spese legali, per “inadempienza contrattuale” nei confronti della casa editrice Il Maestrale.
Il vivo rapporto con la cultura di Michela Murgia
Ricchissima la produzione di Murgia in diversi campi della cultura, dai romanzi al teatro, spesso in tema di diritti civili. Partendo da un blog personale – da cui è scaturito il volume Il mondo deve sapere. Romanzo tragicomico di una telefonista precaria, dove ha raccontato lo sfruttamento e la manipolazione a cui sono sottoposti i lavoratori precari (e da cui è nata una pièce teatrale e l’ispirazione del film di Virzì Tutta la vita davanti) –, Murgia ha scritto bestseller come il celebre Accabadora (2014), romanzo vincitore dei premi Campiello, Dessì e SuperMondello che affronta nella Sardegna degli anni Cinquanta i temi dell’eutanasia e dell’adozione; le racconte di racconti biografici Morgana. Storie di ragazze che tua madre non approverebbe (2020) seguito da Morgana. L’uomo ricco sono io (2021) realizzati entrambi con ChiaraTagliaferri e capostipiti di una seguita serie di podcast omonimi, ma anche una serie di pamphlet e saggi. Il primo, quello contro il femminicidio scritto con Loredana Lipperini «L’ho uccisa perché l’amavo». Falso! (2013) a cui ne sono seguiti altri fino a Stai zitta e altre nove frasi che non vogliamo sentire più (2021). Murgia ha scritto poi:Viaggio in Sardegna. Undici percorsi nell’isola che non si vede (2014); L’incontro (2014); Chirù (2015); il programmatico Futuro interiore(2016); il provocatorio Istruzioni per diventare fascisti (2018), diventato anche uno spettacolo teatrale nello stesso anno; Persone che devi conoscere (2018); Noi siamo tempesta. Storie senza eroe che hanno cambiato il mondo (2019), una raccolta di storie illustrate che ha vinto il premio Morante e la menzione speciale della giuria del premio Andersen. E poi ancora L’inferno è una buona memoria (2021) e l’ultimo, Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi (2023), in cui ha parlato della propria malattia.
A metà tra religione e attivismo, ci sono anche i testi Ave Mary. E la Chiesa inventò la donna (2011), da cui hanno tratto ispirazione i Punkreas per il testo Santa Madonna scritto per Fedez; e God Save the Queer. Catechismo femminista (2022). Complesso è infatti il rapporto tra la scrittrice e la Chiesa Cattolica. Per il 2023 era stata invitata, insieme all’amico e collega Roberto Saviano, all’incontro tra Papa Francesco e una delegazione di artisti da tutto il mondo, dove ha portato una copia del numero di Vanity Fair dedicato alla famiglia queer. E ha dichiarato: “Quando gli ho dato il giornale gli ho detto: ‘Santità, le lascio questo: parla di famiglie e di armonia in tanti tipi di famiglie’. L’intero discorso del Pontefice è stato molto prezioso, inedito, con l’invito a essere disturbanti, liberi e non conformi. Non era mai successo prima: né Giovanni Paolo II né Ratzinger avevano mai invitato gli artisti a essere scomodi”.
E ancora molti gli spettacoli teatrali scritti, da Cento a Dove sono le donne, oltre ai programmi in radio e in televisione – dalla trasmissione Quante storie e Chakra su Rai 3 a Ghost Hotel su Sky Arte fino a TgZero su Radio Capital –, passando per gli audiolibri (molto bella la lettura di Canne al vento di Grazia Deledda) e alla curatela della storica rubrica L’Antitaliana per L’Espresso (già diretta da Giorgio Bocca e Saviano). Molto vicina ad altre intellettuali italiane come Chiara Valerio, Murgia ha tenuto nel 2020 il discorso di apertura della prima del Teatro alla Scala di Milano e nel 2023 ha ricevuto dalla ministra della Cultura francese Rima Abdul-Malak una delle onorificenze più importanti d’Oltralpe: la nomina a Chevalière des Arts et des Lettres. La motivazione è stata definita “il riconoscimento per il suo grande contributo di narratrice e saggista, molto amata anche in Francia, portatrice di un appassionato impegno in favore dei diritti civili, che corre attraverso la sua produzione letteraria”.
Giulia Giaume
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