Non è più vietato fotografare la Guernica di Picasso. Farà davvero bene all’opera?
Sì alle fotografie, no ai flash e ai bastoni da selfie. Dopo la revoca del divieto di fotografie al Reina Sofía di Madrid (dove è custodito il capolavoro più noto dell’artista spagnolo), si riapre il dibattito sulla questione
I visitatori del Museo Reina Sofía di Madrid ora possono scattare fotografie di Guernica, celeberrimo dipinto realizzato da Picasso nel 1937. Uno dei più famosi quadri al mondo. Una decisione presa dal nuovo direttore del museo nominato a giugno 2023, Manuel Segade. “Le restrizioni sulle foto nella sala Guernica sono state revocate dal 1° settembre. I visitatori ora possono scattare foto, ma senza flash o elementi di stabilizzazione come treppiedi o bastoncini per selfie”, ha dichiarato il portavoce del museo in merito alla faccenda. Si tratta di un divieto revocato dopo ben trent’anni, e che oggi riapre una riflessione sul tema: cosa c’è di giusto – o di sbagliato – nel fotografare le opere esposte nei musei?
Sì alle foto al grande capolavoro di Picasso. Le motivazioni
Le restrizioni sulle fotografie del dipinto epico, che raffigura gli orrori della guerra civile spagnola, oggi vengono revocati, ma per rintracciare le ragioni della decisione bisogna fare un’analisi più approfondita. Secondo il Times, “i funzionari del museo sperano che il divieto riduca il tempo che le persone trascorrono guardando il dipinto. Bastano pochi secondi per farsi un selfie e così il ritmo del pubblico scorrerà di più”. Sarebbe quindi per una questione di affluenza e di gestione della sala, da sempre invasa da turisti e visitatori. Invece stando alle parole del direttore Segade, pare che la decisione riguardi anche il desiderio di accogliere al museo un pubblico sempre più giovane e connesso sui social, desideroso di testimoniare il suo passaggio di fronte all’opera. “Vorrei che arrivassimo al 100% di accessibilità fotografica, soprattutto per un pubblico giovane che vive filtrato da uno schermo. Penso che sia importante prestare attenzione anche al loro modo di approcciarsi alla realtà”, racconta Segade.
Perché (forse) il divieto di fotografare le opere d’arte nei musei non è poi così sbagliato
La fotografia delle opere d’arte nei musei è una questione controversa da decenni, sia per quanto riguarda la tutela del diritto d’autore – diritto che secondo la legge italiana cessa dopo settant’anni dalla morte dell’autore – sia per la conservazione delle opere d’arte stesse. Pare tuttavia che le fotografie – senza l’utilizzo del flash – non possano rovinare in alcun modo i capolavori. Lo dimostra uno studio di Martin Evans dell’Università di Cambridge, che definisce “insignificanti” i danni provocati da queste attività. Ma la questione su cui interrogarsi è un’altra. Se è vero che fotografare ripetutamente i capolavori dell’arte non reca danno alle opere, potrebbe avvenire però che dando il via libera a questo tipo di fruizione, certamente più rapida, si perda il valore dello sguardo, del tempo, della riflessione e del godimento dell’opera. In Italia sono molti i musei che per vari motivi ancora hanno questo divieto: la Cappella Sistina è il caso più clamoroso.
Gloria Vergani
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati