La Torre Garisenda di Bologna rischia di crollare. In arrivo un comitato per il restauro
Scatta l’allarme per uno dei simboli di Bologna che, negli ultimi giorni, ha registrato continue oscillazioni. Oggi la torre del 1100 è stata transennata e la circolazione nell’area è stata vietata
A Bologna preoccupa lo stato della Torre Garisenda, uno dei simboli del capoluogo emiliano assieme a quella degli Asinelli, e che da giorni registra una serie di movimenti anomali rispetto a quelli millimetrici tipici della costruzione. Oscillazioni che stanno accentuando la pendenza della torre del 1100, e che hanno portato la Sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni, il prefetto e il sindaco Matteo Lepore a chiudere la zona al traffico e di transennare la torre (assieme a quella degli Asinelli).
Il comitato di restauro per la Torre Garisenda di Bologna
Corre ai ripari il sindaco Matteo Lepore, creando un comitato ad hoc per “curare” e preservare l’antica torre come già avvenuto per il restauro della celebre fontana del Nettuno, si legge sul Resto del Carlino. A far parte di questa task force saranno professionisti di area tecnico-scientifica, e il primo cittadino non esclude di chiamare in causa anche personalità dall’estero. Per il restauro della Torre potrebbero essere utilizzati i fondi del Pnrr (5 milioni di euro), come annunciato dalla Sottosegretaria Borgonzoni, ma Lepore ha dichiarato che “non è detto che utilizzeremo necessariamente le risorse che la Soprintendenza ha richiesto attraverso il bando del Pnrr, anche perché è un bando, quindi non sappiamo ancora entro novembre se queste risorse ci saranno. Però noi garantiremo, come sempre facciamo, come Amministrazione comunale, le risorse che serviranno. Non abbiamo problemi da questo punto di vista. Qualora servissero ingenti risorse, il Comune ha tutte le spalle per poter affrontare, anche da solo, il restauro della Garisenda. Chiaramente”, continua Lepore, “se ci sarà un contributo, lo gradiremo. E questo comitato per il restauro avrà anche il compito di chiedere la collaborazione di donatori, anche perché probabilmente potremo usare l’Art bonus, e potremo portare avanti iniziative come quelle che abbiamo già svolto per il restauro della fontana del Nettuno”.
La Torre Garisenda di Bologna candidata al riconoscimento Unesco assieme alla sua gemella
“Abbiamo deciso di candidare le due Torri al riconoscimento Unesco come patrimonio dell’umanità. Scriverò al ministro Gennaro Sangiuliano e all’Unesco a riguardo. I Portici sono già patrimonio Unesco e noi vogliamo allargare il sito. Questo vuol dire che il progetto dovrà essere all’altezza di un grande comitato internazionale, in questo modo potremo raccogliere fondi e fare un grande piano di salvaguardia”, spiega il primo cittadino di Bologna, ripreso da Repubblica. Prontamente arriva la risposta del ministro della cultura, sottolineando di aver “risposto positivamente al Sindaco di Bologna, Matteo Lepore, cinque minuti dopo aver ricevuto la sua lettera. Del resto, è una questione sulla quale già stavamo lavorando molto prima che lo chiedesse. Tuttavia non esiste nessuna connessione logico-concettuale tra il tema impellente della tutela della Torre con l’inclusione nel perimetro del sito UNESCO. La questione è la sottovalutazione dei pericoli sulla quale spero si faccia rapidamente chiarezza. Ricordo che il bene è di proprietà del Comune a cui compete la sua tutela a norma del Codice dei Beni Culturali. Purtroppo la sua inclusione tra i siti UNESCO, su cui lavoreremo alacremente, non risolve il tema della staticità”, spiega Sangiuliano. In conclusione, “è evidente che chi doveva monitorare ed eventualmente lanciare l’allarme si è mostrato in forte ritardo. Va aggiunto che per inserire un bene nel perimetro di un sito UNESCO è necessario che lo Stato proponente ne garantisca il buono stato di conservazione”.
E mentre si avviano le procedure per inserire anche le Torri nel patrimonio Unesco, nella sede del Ministero della Cultura, a Roma, si è tenuta una riunione per fare il punto della situazione sugli interventi di messa in sicurezza della Garisenda. Un incontro importante in cui il ministro Sangiuliano si è espresso dicendo di aver “stanziato 5 milioni di euro“, evidenziando anche la sua disponibilità a collaborare con gli uffici di competenza per l’iscrizione al Patrimonio UNESCO.
La Torre Garisenda “rischia il collasso”
La relazione del comitato tecnico scientifico non tarda ad arrivare e descrive uno scenario più buio di quanto si potesse immaginare. “La situazione è da codice rosso. Bisogna riportare l’attenzione in condizione di massima allerta, ritenendo che non sussistono più le condizioni di sicurezza“, questo è quanto stilato nero su bianco e riportato dal Corriere di Bologna. Il basamento, gravemente malmesso, rischierebbe di far implodere la torre, altresì farla crollare verso la chiesa di San Bartolomeo o verso la gemella Torre degli Asinelli. Una fotografia delle condizioni critiche di uno dei simboli della città di Bologna che dà ragione al primo cittadino, il quale si è da subito adoperato per circoscrivere la zona proibendo il passaggio a pedoni e automobili.
“I valori di probabilità di collasso sono inaccettabilmente elevati, oltre a 10mila volte superiori a quanto tipicamente consentito dalle norme“, si continua a leggere nel report. Una situazione che, evidentemente, è peggiorata nel corso degli anni a causa di una errata interpretazione dei dati, tanto che il comitato sottolinea che già “a giugno del 2022 gli interventi non erano sufficienti a garantire la stabilità della torre nel tempo“.
La Torre Garisenda di Bologna: la storia
La Torre Garisenda è una delle “due Torri” di Bologna, e si innalza su piazza di Porta Ravegnana, tra le storiche vie di San Donato (oggi Via Zamboni), San Vitale, Strada Maggiore e Piazza della Mercanzia. Costruita tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo dalla famiglia Garisendi, la Torre era alta circa 60 metri ma, per prevenire il rischio di crolli, venne abbassata fino a 48 metri nella seconda metà del XIV secolo.
Seppur adombrata dalla più alta torre degli Asinelli, la Garisenda ha suscitato sempre un grande fascino, tanto da essere menzionata da Dante Alighieri nella Divina Commedia. Nel XIX secolo venne aggiunto un rivestimento di bugne di selenite nel basamento e, dopo diversi passaggi di proprietà tra famiglie, la Torre passò al Comune di Bologna, sotto la cui tutela è posta tutt’oggi.
Valentina Muzi
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