A Napoli il vertice dell’Unesco sulle nuove sfide riguardo la tutela del patrimonio
La conferenza Cultural Heritage in the 21st Century celebra il cinquantennale della Convenzione Unesco ratificata nel 1972, e affronterà temi di urgente attualità, dall’overtourism alla lotta al trafugamento di opere d’arte. L’Italia, nel ruolo di Paese organizzatore, ribadisce il suo profilo di potenza culturale
Sarà Napoli, dal 27 al 29 novembre 2023, a ospitare il vertice Unesco che riunirà 194 delegazioni nazionali da tutto il mondo per affrontare le urgenze e suggerire soluzioni circa la tutela del Patrimonio dell’umanità. Un incontro strategico che assume una valenza ulteriore nel celebrare il cinquantennale della Convenzione per la protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale (ratificata nel 1972) e il ventennale della Convenzione per la Salvaguardia del patrimonio culturale immateriale (2003).
La Conferenza Unesco a Napoli e l’Italia come potenza culturale
All’evento – organizzato congiuntamente da ministero degli Affari Esteri, ministero della Cultura e Comune di Napoli e finanziato dal MiC con mezzo milione di euro – prenderanno parte i Paesi firmatari delle due convenzioni, la prima delle due essenziale nel sancire l’esistenza di un patrimonio mondiale da tutelare per il suo “eccezionale valore universale”, attraverso una costante attività di cooperazione tra Stati per garantire la conservazione dei beni nell’interesse dell’umanità. E proprio con l’intenzione di ribadire la propria leadership in tema di tutela del Patrimonio (tanto materiale, quanto immateriale), l’Italia – oggi in prima linea anche nel processo di recupero dei tesori architettonici danneggiati dalla guerra in Ucraina – ha accettato l’invito dell’Assemblea Generale Unesco a ospitare l’appuntamento Cultural Heritage in the 21st Century, facendosi carico delle responsabilità che le derivano dall’essere una potenza culturale come poche altre nello scenario internazionale. Per di più Napoli non sembra essere una designazione casuale: il capoluogo campano sta vivendo da qualche tempo un periodo di forte rilancio, e il ministro Gennaro Sangiuliano, cui la città ha dato i natali, è il primo sostenitore del suo profilo da capitale del mondo (nel ruolo storico di capitale culturale del Mediterraneo).
Le sfide per la tutela del Patrimonio dell’umanità
Il Palazzo Reale sarà epicentro della conferenza, ma la tre giorni vivrà anche di eventi collaterali, prima di concludersi con il tavolo istituzionale dei ministri stranieri riuniti, accolti da Antonio Tajani e Sangiuliano, alla presenza dei massimi vertici dell’Unesco. I lavori rivolti a esperti del patrimonio provenienti da tutto il mondo (ma tutti potranno seguire l’evento in diretta streaming sui canali social dell’Unesco, in italiano, inglese o francese) si articoleranno in sette sessioni tematiche per altrettante questioni di attualità, dai processi di urbanizzazione all’overtourism, ai cambiamenti climatici, alle minacce dei conflitti che imperversano in molti Paesi. Tra gli argomenti più sensibili, entrambi relativi a problematiche vissute direttamente dall’Italia – che vanta il primato per numero di siti Unesco riconosciuti su un territorio nazionale – oltre al sovraffollamento turistico che attanaglia le città d’arte, anche la lotta internazionale al trafugamento di opere d’arte. Impegno, quest’ultimo, da intensificare all’insegna della cooperazione comunitaria, sull’onda dei traguardi raggiunti proprio dall’Italia negli ultimi mesi, con la restituzione di beni dispersi illegalmente in passato. L’incontro, insomma, si propone di fissare nuove priorità nell’agenda Unesco, per orientare le azioni future.
Livia Montagnoli
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