L’industria turistica italiana continua a dimostrare il suo complesso d’inferiorità

Sfruttiamo il talento naturale dell’Italia per il turismo. Senza piccarci che lavorare per il divertimento e l’intratte

La lunghissima estate 2023 è volta al termine e non si può non parlare di turismo. Non solo perché è quella materia di tutti – siamo tutti turisti –, ma anche perché è intorno a tutti noi. L’Italia è una nazione turistica che ci piaccia o meno. Quante battute piccate ho sentito nel tempo: l’industria, l’hi-tech e la finanza se ne vanno, siamo destinati a diventare un popolo di camerieri e di receptionist d’albergo…

Il turismo in Italia

Ma l’Italia è oggettivamente un Paese bellissimo e unico, pieno di storia, di natura, di tradizioni che tutti, chiunque nel mondo possa permettersi di viaggiare al di là dei propri confini nazionali, vogliono vedere. E allora, perché non sfruttare questo “talento” naturale? Come i Paesi da sempre sono ricchi o poveri secondo la disponibilità domestica di materie prime, anche meteo, mare, coste, cultura, cibo sono materie prime. Sfruttiamole. Senza piccarci che lavorare per il divertimento e l’intrattenimento di qualcuno sia meno nobile di costruirgli una tv, un’auto, un farmaco o conservargli i soldi.
Perché questa permalosità io la percepisco in tante manifestazioni. Una di queste è la trascuratezza alberghiera nella cura dei propri ambienti. È strapieno di hotel orribili, spesso (ahimè) con personale, se non sgarbato, di sicuro demotivato anche perché lavora in posti brutti.
Nella ritrosia degli imprenditori alberghieri a rinnovare i luoghi che gli producono reddito io vedo una supponenza (frutto di un complesso d’inferiorità): io sono l’Italia, la gente viene e verrà nonostante tutto, nonostante la tratti male, abbia prezzi alti, li sottoponga a disservizi, li accolga in luoghi fatiscenti. Il complesso d’inferiorità invece è: io non sono servitore di nessuno. Forse ascrivibile all’essere stati un Paese oggetto di colonizzazioni territoriali da tutti i vicini fino a poco più di centocinquanta anni fa? E che lo è tutt’oggi, in forme e modalità moderne: cinesi e francesi hanno comprato il grosso dell’industria italiana; americani, russi e arabi influenzano la nostra politica.

Turisti a Firenze. Photo Taylor Smith via Unsplash
Turisti a Firenze. Photo Taylor Smith via Unsplash


Il problema della ricettività in Italia

L’esplosione delle ricettività nelle case private in Italia è dovuta anche a un’oggettiva mancanza di offerta alberghiera di qualità. Ci sono capoluoghi di regione, non farò nomi per eleganza, che non hanno un hotel decente. Parlo di città con centinaia di migliaia di abitanti e quindi turismo dodici mesi l’anno. Il mondo del turismo chiede regole anche per le case vacanza, sacrosante, ma basta veramente imporre che chi affitta casa per più di un tot di giorni/anno, ovvero sistematicamente, lo faccia con partita IVA e codice ATECO dedicati. Non ci vuole Keynes. Bisogna competere sulla qualità
Nel 2023 il turismo è diminuito in tutte le destinazioni balneari. Gli italiani hanno ripreso ad andare all’estero, gli stranieri non hanno colmato il gap. Perché? I costi dei biglietti aerei sono aumentati. Andare a Palermo, Olbia, Brindisi costava come Parigi, Istanbul, Barcellona, Ibiza, Lisbona… quindi si è scelto l’esotico e la novità. E poi i servizi sono cari e spesso scadenti. A fronte di un estero che si combatte con i denti fino all’ultimo turista. Perché hanno meno, non c’è dubbio, ma noi sprechiamo il nostro vantaggio competitivo (e perdiamo…).
Ritorniamo alla partenza, come nel gioco dell’oca. La supponenza che tanto l’Italia è unica e ci si viene lo stesso. Io ti tratto male, non investo e ti do il meno possibile, perché nutro quel senso d’inferiorità del “non sono servo di nessuno, tu sei qui perché costruisci automobili o computer, io perché ti sparecchio la tavola o ti rifaccio la stanza”. Problemi culturali, sempre problemi culturali.

Fabio Severino

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Fabio Severino

Fabio Severino

Fabio Severino, MBA e PhD in marketing, è economista e sociologo. Esperto di cultura e turismo, già ceo di impresa, docente a La Sapienza di Roma e visiting a Londra, Barcellona e Lione, consulente di Onu e ministeri, è autore…

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