Si vota in Abruzzo e spuntano 200 milioni per la cultura. Campagna elettorale umiliante
Il Ministro Gennaro Sangiuliano a poche ore dall'apertura delle urne sventola finanziamenti per la cultura con un populismo che neppure il comandante Achille Lauro negli Anni Ottanta con le scarpe. Gli abruzzesi si lasceranno prendere in giro?
Ci sono le elezioni in Abruzzo e il Governo Meloni, terrorizzato di perderle come ha perso quelle in Sardegna, sta ricorrendo alle armi più imbarazzanti nell’ambito di una campagna elettorale all’insegna di una goffaggine senza vergogna.
Lo squallore delle promesse elettorali per le elezioni in Abruzzo
Al principio furono le infrastrutture. Con la disastrosa ferrovia Roma-Pescara prima stralciata e poi magicamente rifinanziata a pochi giorni dal voto regionale. Ovviamente finanziata per una piccola frazione delle necessità, non certo per i 5 miliardi occorrenti. Perché la destra italiana alla fin fine è un po’ così, non riesce a togliersi di dosso il vizio del populismo accattone di Achille Lauro (l’armatore, non il cantante) che regalava ai comizi elettorali la scarpa sinistra promettendo di completare il paio solo dopo le elezioni in caso di esito positivo. Meloni, Salvini (il quale nel frattempo sta riformando il Codice della Strada in maniera criminale riportando indietro il paese di quarant’anni) e gli altri non hanno capito che ormai dopo decenni di populismo i cittadini hanno gli strumenti per decrittare questi piccoli inganni e questi patetici raggiri e non sempre ci cascano.
Strumentalizzare il mondo della cultura per due voti
Davvero triste però constatare che lo squallore non si sia fermato neppure di fronte alla cultura con l’ennesimo annuncio in extremis, quasi con le urne aperte. “Investiamo 200 milioni di euro in cultura in Abruzzo”, tuona un Ministro Sangiuliano a dire il vero sempre più fuori luogo su ogni fronte. E giù con l’elenco delle progettualità pronte a partire mettendo assieme le mele con le pere: tutti soldi pubblici, quattrini dei cittadini provenienti dalle tasse usati per raggranellare disperatamente qualche voto. Progetti che però non tengono conto che la Giunta Regionale presieduta da Marco Marsilio abbia fatto poco o nulla sulla cultura durante il mandato che si sta concludendo (certo, meglio fare nulla che fare disastri come sono stati fatti ad esempio sulla sanità). Se stava così a cuore lo sviluppo culturale dell’Abruzzo come mai ce ne accorgiamo nell’ultima settimana di mandato? Vedere gli investimenti culturali strumentalizzati in questo modo è semplicemente una umiliazione per chiunque lavori in questo settore. Beninteso, sulle promesse elettorali sconclusionate e sul populismo non è da meno neppure l’altra compagine politica, che avendo all’interno personaggi come Giuseppe Conte arriva a promettere “redditi di cittadinanza ad ogni regione conquistata” (proprio così ha detto, “conquistata”!). Resta tuttavia l’arma politica oggi nelle mani degli elettori abruzzesi che sono nelle condizioni di recapitare un messaggio chiaro contro la superficialità e la cialtronaggine che contraddistingue troppo spesso chi oggi amministra l’Italia. Nello specifico pensiamo alle donne e agli uomini che in Abruzzo si occupano a vario titolo di cultura, di patrimonio o di turismo culturale: fino a che punto sono disposti a farsi prendere in giro?
Massimiliano Tonelli
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