Meglio trovarsi sola con un uomo o con un orso? Le donne scelgono l’orso. Ecco i più amati della cultura pop
Al cuore di un dibattito cruciale sulla sicurezza delle donne torna in voga l'apprezzamento per gli ursidi di tutte le latitudini. Ecco quelli più famosi per adulti e bambini, da Winnie The Pooh a Paddington
“Se fossi da sola nel bosco, preferiresti incontrare un orso o un uomo che non conosci?” L’account Screenshot HQ ha avviato su TikTok quello che è forse il dibattito più interessante dei primi mesi del 2024. E non tanto perché la domanda ipotetica punta i riflettori sulla sicurezza delle donne, tema in ogni caso fondamentale, ma piuttosto perché la stragrande maggioranza delle donne interpellate non ha dubbi: mille volte meglio l’orso. “La cosa peggiore che può farti un orso è ucciderti”, risponde laconicamete un’utente, e “un orso non ha nessun piacere a farti del male, non ti tortura e non ti stupra”, continua un’altra. Molti uomini si sono offesi dimostrando, prevedibilmente, di non aver capito il punto di vista delle donne nemmeno quando vengono messi davanti alle statistiche di aggressione uomo-orso. E dire che, in Italia, prima del 2023 sono state registrate 7 aggressioni in 150 anni, mentre ogni anno muoiono circa 150 donne per mano di uomini. È quindi esploso un rinnovato apprezzamento per gli orsi: per dimostrare la nostra solidarietà alla causa dell’orso, vediamo quelli più amati della cultura pop.
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Winnie-the-Pooh
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Paddington
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Gli orsi de La famosa invasione degli orsi in Sicilia
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Il Caporale Wojtek
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I Bearbrick
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Rilakkuma
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L’Orso Yogi
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Bear e la Grande casa blu
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Masha e Orso
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Gli orsi Disney e il capolavoro di Koda
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We Bare Bears
Non potevamo non cominciare da qui. L’orsetto più famoso del Novecento è apparso per la prima volta nell’omonimo libro Winnie-the-Pooh, raccolta di racconti dell’autore inglese A. A. Milne edita nel 1926. Il personaggio prende il nome dall’orsacchiotto di pezza del figlio dell’autore, Christopher Robin Milne, su cui era basato il protagonista delle storie del Bosco dei Cento Acri, Christopher Robin.
Tornato alla ribalta negli ultimi anni grazie a una fortunata serie di film, l’orsetto peruviano inventato da Michael Bond è comparso in libreria nel 1958 nella storia Un orso chiamato Paddington. Nella storia, il cucciolo viene scoperto dalla famiglia Brown nella stazione di Paddington, a Londra, seduto su una valigia con un biglietto attaccato al cappotto: “Per favore, prenditi cura di questo orso“. Famoso per indossare un vecchio cappello e un montgomery, e per avere un debole per la marmellata, Paddington è diventato un personaggio classico della letteratura per bambini. Ed è l’unico orso inventato ad aver mai “preso il tè” con la Regina d’Inghilterra.
A sua volta tornata alla ribalta per via di un bell’adattamento per il grande schermo, La famosa invasione degli orsi in Sicilia nasce come romanzo scritto e illustrato da Dino Buzzati e pubblicato nel 1945 a puntate sul Corriere dei Piccoli. Adattata anche per le marionette dal Teatro Colla, la storia buzzatiana racconta le vicende di un gruppo di orsi che vive sulle montagne della Sicilia, e che tra guerre, agnizioni e peripezie varie dà vita a una saga epica che non ha nulla da invidiare alle storie umane.
Sono ormai molti a conoscere la storia di Wojtek, l’orso bruno siriano acquistato, da cucciolo, dai soldati polacchi del II Corpo evacuati dall’Unione Sovietica. Per provvedere al suo razionamento e al trasporto, Wojtek fu arruolato prima come soldato semplice, e poi venne promosso a caporale. Celebrato da molte statue in tutto il mondo – ce ne sono a Londra, Cracovia, Cassino –, l’orso militare prestò servizio con la 22a Compagnia di rifornimento di artiglieria durante la battaglia di Monte Cassino, nel 1944, aiutando principalmente a spostare casse di munizioni. Diventato una celebrità tra i generali e gli statisti alleati in visita, dopo la guerra visse il resto della sua vita allo zoo di Edimburgo.
Tra l’oggetto di design e il giocattolo, i Bearbrick sono piccoli orsi in vinile con braccia e gambe mobili e design personalizzabili. Sono stati inventati dal fondatore della compagnia Medicom, Tatsuhiko Akashi, e si sono presto inseriti nel mercato collezionistico. Legati all’arte contemporanea, al design e alla moda, sono diventati (anche per via del costo, dai duecento agli oltre mille euro) una sorta di status symbol.
Popolarissimo in Giappone e importato con facilità anche in Occidente, Rilakkuma (letteralmente “l’orso rilassato”) è un personaggio immaginario ispirato a un orso prodotto dalla società giapponese San-X e creato da Aki Kondo. Dopo il debutto nel 2003, Rilakkuma è apparso su articoli di cancelleria e merchandise, e nel 2019 gli è stata persino dedicata (con successo) una serie animata in stop-motion. Il suo “mood” è quello di essere rilassato e fare il meno possibile.
Famosissimo personaggio dei cartoni vintage di Hanna-Barbera, non potevamo non citare L’Orso Yogi. Lanciato nel 1958 come personaggio secondario in The Huckleberry Hound Show, è diventato talmente popolare da sostituire il protagonista e ottenere una serie sua (sponsorizzata da Kellogg’s) prodotta dagli anni 1960 agli anni 1990 e due film, in cui è affiancato dall’amico Bubu.
Chi non ricorda la Canzone dell’arrivederci? Stiamo parlando di Bear e la Grande casa blu, la serie animata che ha come protagonista un orso di nome Bear che vive, appunto, nella Grande casa blu, un’enorme abitazione situata nell’immaginaria Valle Boscosa. Assieme lui vivono, tra gli altri, il topo Tutter, l’orsacchiotta Gìa, il lemure Trillo e le lontre Pip e Pop, e ogni puntata si sviluppa attorno a un particolare tema. Al termine della puntata, al calar della sera, l’orso Bear sale sul balcone per raccontare la giornata alla Luna, assieme alla quale saluta i telespettatori cantando.
Apprezzatissimo dalle generazioni più giovani, Masha e Orso è una serie animata russa iniziata nel 2009, ispirata liberamente ai personaggi del folclore russo. Realizzata in CGI dallo studio di animazione Animaccord, la serie ha debuttato sul canale pubblico Rossija 1 nel 2009, diffondendosi poi in tutto il mondo e diventando (prima delle sanzioni) uno degli export culturali di punta della Grande Madre.
Sono molto famosi, poi, gli orsi Disney: i canterini Baloo, del Libro della Giungla, e LittleJohn, compagno di Robin Hood nell’omonimo cartone degli anni Settanta, ma soprattutto Koda e Kenai, di Koda Fratello Orso, lungometraggio di animazione del 2003 uscito in inglese come Brother Bear. Il film, candidato agli Oscar del 2004, è un piccolo capolavoro sul valore dell’immedesimazione, del contatto con la natura e del tema della “found family”, la “famiglia che ti scegli”.
Decisamente più recente la serie animata del 2015 We Bare Bears – Siamo solo orsi, creata da Daniel Chong e prodotta da Cartoon Network Studios. La serie segue le avventure di tre orsi, Grizzly, Panda e Orso Bianco, e dei loro goffi tentativi di integrarsi con il mondo umano nella Baia di San Francisco. L’episodio pilota era stato presentato in anteprima mondiale al KLIK Amsterdam Animation Festival, dove ha vinto nella categoria Young Amsterdam Audience. Ha avuto pure uno spinoff con i protagonisti in versione “baby” e un film conclusivo.
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Winnie-the-Pooh
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Gli orsi de La famosa invasione degli orsi in Sicilia
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Il Caporale Wojtek
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I Bearbrick
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Rilakkuma
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L’Orso Yogi
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Bear e la Grande casa blu
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Gli orsi Disney e il capolavoro di Koda
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Giulia Giaume
Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…