A Parigi volevano abbattere il laboratorio dove operava Marie Curie. Dopo le proteste diventerà museo
La demolizione di uno dei laboratori della prima donna Premio Nobel Marie Curie è stata interrotta a seguito delle pressioni del pubblico e di vari sostenitori del patrimonio culturale. Anche l'Eliseo approva la scelta di preservare il sito promuovendo un ambizioso progetto museale
Nel Quartiere Latino di Parigi si trova l’Institut di Pierre e Marie Curie, il centro di chimica e biologia dedicato alla scienziata polacca Marie Curie (Varsavia, 1867 – Passy, 1934), prima donna ad aver vinto per due volte il Premio Nobel.
Nei tre edifici che compongono l’istituto di ricerca c’è il Pavillon des Sources, un edificio imponente di circa 2mila metri quadrati e di cinque piani, attualmente oggetto di un progetto di espansione per creare il primo centro di chimica biologica sul cancro in Europa. Tale iniziativa ha acceso gli animi dell’opinione pubblica, dividendosi in chi difende la scienza e il suo progredire, e chi ha a cuore la storia del luogo e la memoria Marie Curie.
Il laboratorio di Marie Curie a Parigi: la sventata demolizione
La demolizione dell’edificio, che era prevista a gennaio 2024, è stata sospesa a seguito di appelli e petizioni e ad annunciarlo è stata l’ex Ministra della Cultura francese Rima Abdul Malak con un Twitter, sottolineando di aver parlato con il presidente dell’Insitut Curie Thierry Philip e di aver convenuto sulla sospensione della demolizione “del Pavillon des Sources per avere il tempo di esaminare, con le parti interessate e la mia collega Sylvie Retailleau (Ministro dell’Istruzione Superiore e della Ricerca) qualsiasi possibile alternativa”.
Il laboratorio di Marie Curie a Parigi: tra bene storico e sviluppo scientifico
“L’intero sito dovrebbe essere classificato come storico”, sottolinea la specialista dei diritti delle donne, storica ed ex diplomatica Claudine Monteil, ripresa da Rainews. “Questo patrimonio è mondiale. Penso che non si rendano conto di cosa significhi simbolicamente. Marie Curie è la scienziata più famosa al mondo ed è un riferimento e un’ispirazione. L’Istituto non ha bisogno di distruggere questi edifici. Ha spazio altrove”. Un pensiero che trova d’accordo anche il giornalista televisivo Stéphane Bern che ha subito posto l’accento sulla demolizione dell’ex laboratorio di Marie Curie, giudicando il Presidente Emmanuel Macron ignaro della gravità della situazione, come si legge su Le Figaro.
Il futuro del Pavillon des Sources di Marie Curie a Parigi
Sul futuro del Pavillon des Sources si è espresso anche il presidente dell’Institut Curie Thierry Philip con una nota stampa ripresa dal quotidiano francese, dichiarando che “se si può trovare una soluzione alternativa sulla montagna Sainte-Geneviève, l’Institut Curie la accetterà. In caso contrario, sarà necessario decidere serenamente il dibattito tra memoria e scienza vivente, mettendo a disposizione laboratori per i ricercatori nei prossimi mesi”.
A porre la parola fine all’affair Pavillon des Sources di Marie Curie è stata l’attuale Ministra della Cultura francese, Rachida Dati, che ha dichiarato: “il Padiglione sarà preservato, smontato e rimontato a poche decine di metri di distanza, adiacente al museo che verrà così ampliato. Verrà così promosso in un ambizioso progetto museale e allo stesso tempo si potrà realizzare l’aspetto scientifico del progetto, consolidando Parigi come all’avanguardia ricerca sul cancro in Europa. Siamo orgogliosi di proteggere il patrimonio scientifico francese”. Un progetto lungimirante che restituisce il giusto peso al lascito di Marie Curie, di cui però ancora non è stata dichiarata una data di inizio né di conclusione dei lavori.
Valentina Muzi
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