Il Qatar ha donato una barca di soldi al Comune di Venezia per la gestione del suo patrimonio culturale
La donazione, che segue l'accordo siglato un mese fa, vuole aiutare la città a "soddisfare le pressanti esigenze nella gestione di un patrimonio unico ed estremamente complesso". E magari avere un proprio padiglione ai Giardini della Biennale
Cinquanta milioni di euro al Comune di Venezia “per soddisfare le pressanti esigenze della Città nella gestione di un patrimonio unico ed estremamente complesso, che trascende i confini e rappresenta un tesoro per l’umanità“. Questo il patto siglato il 24 luglio 2024 dall’Emirato del Qatar, un mese dopo l’accordo di collaborazione con l’amministrazione veneziana. Con una proposta: creare (e quindi costruire) un proprio padiglione nazionale ai Giardini della Biennale.
L’accordo di cooperazione tra Qatar e Comune di Venezia
A metà giugno 2024 l’amministrazione veneziana guidata dal sindaco Luigi Brugnaro – della quale ad oggi sono indagate circa 30 persone per presunti atti corruttivi e false fatturazioni – aveva siglato un accordo di cooperazione culturale e socioeconomico con Qatar Museums, la principale istituzione qatarina per l’arte e la cultura, connessa a una rete di musei, siti storici, festival, installazioni e programmi di arte pubblica. Questo, si anticipava, avrebbe riguardato soprattutto i settori dell’arte, della conservazione, della sostenibilità, dello sport e dell’intrattenimento, anche in vista della decisione di Qatar Airways di riprendere il servizio diretto tra Doha e l’aeroporto di Venezia.
Il padiglione del Qatar ai Giardini della Biennale
Venendo poi alla questione padiglione, “al fine di costruire reti e relazioni tra le persone“, si legge nella comunicazione del Comune di Venezia, “il Qatar ha proposto di creare un nuovo padiglione nazionale nei Giardini napoleonici di Castello (i Giardini), dove altre nazioni hanno i loro padiglioni permanenti per la Biennale di Venezia“. In questo modo il Qatar andrebbe a unirsi all’Egitto come unico altro Paese arabo presente nei Giardini durante le Biennali. “Il padiglione“, continuano dal Comune, “garantirà che le voci arabe siano rappresentate tra le nazioni presenti nei Giardini, come estensione del lavoro di Qatar Museums negli ultimi due decenni per elevare i creativi arabi al dialogo internazionale. Questo sforzo è stato recentemente presentato con la mostra ‘Your Ghosts are Mine‘, attualmente in mostra a Palazzo Franchetti“.
Un nuovo livello di cooperazione tra il Qatar e la città di Venezia
“Il Qatar e l’Italia nel corso dei decenni hanno avuto un rapporto molto forte in più campi“, ha ricordato la sceicca Al Mayassa bint Hamad bin Khalifa Al Thani, presidente di Qatar Museums. “In un mondo che è diventato sempre più polarizzato, sentiamo un profondo senso di responsabilità di affrontare le nostre differenze attraverso manifestazioni pacifiche di espressioni creative […], continueremo a perseguire gli scambi sociali, culturali e intellettuali, come abbiamo fatto entrambi nel corso di secoli di commercio marittimo e di più. Gli scambi culturali del Qatar e dell’Italia non sono nuovi: sono sempre stati forti, e questo nuovo accordo porta semplicemente le nostre relazioni bilaterali a un nuovo livello“. “Sua Eccellenza Sheikha Al Mayassa bint Hamad bin Khalifa Al Thani ha già dimostrato la sua sensibilità e il suo amore per la nostra città sostenendo varie iniziative culturali negli ultimi anni“, ha ricordato il sindaco Brugnaro. “Questa importante donazione è un segno concreto di come il Qatar voglia contribuire alla conservazione di una città unica al mondo e in prima linea negli effetti dei cambiamenti climatici“.
Il sindaco ha anche anticipato come, a fronte della proposta, in giunta sia stata già “approvata la concessione della proprietà e la revisione del piano degli interventi per la costruzione del nuovo padiglione del Qatar presso i giardini napoleonici“, anche se non è stata divulgata ancora alcuna informazione su dove sorgerebbe questo nuovo spazio. “Si tratta di un vero investimento, oltre alla donazione, per creare nell’area Biennale un luogo privilegiato per lo scambio di culture che, con le loro diverse espressioni, fungono da canale di cooperazione e comprensione reciproca“, ha continuato, ricordando come questo sia il risultato di un lungo processo realizzato insieme al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, al presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco, al ministro degli Affari esteri Antonio Tajani e alla sottosegretaria del MAECI con delega alla Cultura Maria Tripodi.
Giulia Giaume
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