Battersi per la sostenibilità utilizzando l’arte. Intervista all’artista Paolo Faiola
Le opere di Paolo Faiola sono strettamente legate agli obiettivi internazionali di ecosostenibilità, per innescare una riflessione che vada oltre la forma e inneschi un cambiamento. Ne parliamo con lui
Paolo Faiola ha una laurea in scienze ambientali e una specializzazione in ecologia dei cambiamenti climatici. In breve, ha fatto della sua passione un lavoro. Si occupa infatti da sempre di sostenibilità seguendo l’ESG (Environmental, Social and Governance), declinato nelle sue varie forme di analisi sull’impatto della stessa nella visione strategica di un’impresa o di un’azienda. Ha realizzato e commissionato nel corso degli anni varie opere, quali quadri e disegni, che narrano di nuove prospettive ecosostenibili, con uno sguardo agli strumenti a nostra disposizione per combattere le conseguenze drammatiche del cambiamento climatico.
Nel 2023 ha presentato l’Orologio climatico. ESG Clock alla “Foresta degli Innovatori”, evento organizzato in Trentino da VAIA per promuovere la riforestazione del territorio e, nello stesso anno, al CCTA (“Climate Change Theatre Action”) di Venezia, il Festival Mondiale di Teatro contro il Cambiamento Climatico.
Intervista a Paolo Faiola
Nel 2023 hai presentato l’Orologio climatico. ESG Clock alla “Foresta degli Innovatori”, evento organizzato in Trentino da VAIA per promuovere la riforestazione del territorio e, nello stesso anno, al CCTA (“Climate Change Theatre Action”) di Venezia, il Festival Mondiale di Teatro contro il Cambiamento Climatico. Puoi parlarci di quest’opera?
Ho realizzato l’Orologio climatico tre anni fa, ispirandomi all’orologio digitale installato nella Union Square di New York che segna, appunto, il tempo che ci separa dall’inizio di una situazione di emergenza dalla quale non potremo più tornare indietro. Nel disegno sono rappresentati dodici ipotetici obiettivi ESG da mettere in atto dopo il 2030. La deadline di realizzazione è il 2100, anno in cui potrebbero verificarsi tutti gli scenari ad oggi previsti dalla scienza del clima. La base della struttura è in faggio e sono rappresentati dodici disegni in calamita nonché i dodici nuovi ESG. Durante la presentazione al CCTA di Venezia, per illustrare l’orologio, ho portato Pianeta terra o Pianeta P424, un monologo in tema con lo scopo di spiegare come siamo arrivati all’attuale concentrazione di 424ppm di CO2 in 424 caratteri e le relative conseguenze drammatiche dell’aumento delle emissioni di gas serra, frutto del riscaldamento climatico di tipo antropico in crescita dal 1850 ad oggi.
In occasione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, organizzato dall’ASVIS nel 2022, hai presentato il Gioco Planisfero SDGs, presso l’Istituto Pietro Giordani di Parma, con la partecipazione di molti studenti. Il gioco è composto da un mosaico i cui tasselli rappresentano gli obiettivi dello sviluppo sostenibile. In che modo l’arte, nella tua esperienza, si fa promotrice di messaggi educativi di questo tipo?
Credo sia fondamentale l’inserimento, in ambito scolastico, di attività legate all’importanza di sapere vivere, comunicare, gestire e salvaguardare il patrimonio ambientale.
Il Gioco Planisfero SDGs è pensato per le scuole di primo grado e per i ragazzi delle superiori; il fine è rendere le nuove generazioni consapevoli dell’esistenza delle attuali fasce climatiche, stimolando un dialogo sui temi legati alla climatologia e alla meteorologia. Il foglio su cui è disegnato il planisfero è composto da un compensato riciclato e le fasce climatiche rappresentate sono quelle che attualmente studiamo e conosciamo. Gli stessi obiettivi di sviluppo sostenibile sono ispirati agli attuali diciassette dell’ONU e propongono di creare e legare tutti in un’unica sequenza logica così che, attraverso le varie azioni, si potrà raggiungere l’obiettivo di contenere la temperatura media del pianeta entro i due gradi centigradi e possibilmente mantenerla entro i 1.5°, come indicato dallo slogan della Coop 21 di Parigi, che ho scelto di riportare in cima al disegno stesso.
Quali riflessioni innesca Gioco Planisfero SDGs?
La domanda che il Gioco Planisfero SDGs suggerisce riguarda le azioni e il ruolo che ciascuno di noi dovrebbe rivestire all’interno della società per un reale cambiamento. Una delle soluzioni è, appunto, il mantenimento delle fasce climatiche nel loro miglior stato. Anche le realtà pubbliche e private giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo di iniziative di adattamento, soprattutto attraverso le partnership, proprio perché, detenendo il vero potere economico, potrebbero impiegare le risorse a disposizione per far sì che tutti possano documentarsi su ciò che riguarda il cambiamento climatico. Basti pensare alla creazione di infrastrutture innovative dedicate alla valorizzazione del territorio, come mostra l’obiettivo nove del planisfero, alla circolazione di mezzi sostenibili e, di conseguenza, alla nascita dei cosiddetti green jobs e delle nuove frontiere lavorative.
Paolo Faiola e l’arte per l’ecosostenibilità
Si tratta di un messaggio che hai voluto ribadire anche in altre opere, come Edna VS Edna e Saldi Climatici
Nell’opera Edna VS Edna. Equilibrio dinamico di natura ambientale VS Equilibrio dinamico di natura antropica il filamento del DNA diviene spunto per creare un disegno con quattro globi al posto delle basi azotate. Il quadro segue un percorso che parte dal basso, dove è riportata la data del 1850 (anno simbolo del boom industriale). Da un lato è visibile un pianeta con colori vivaci, quelli della natura, dall’altro un pianeta con colori per lo più spenti, che ricordano i combustibili fossili. La soluzione è rappresentata da alcuni elementi riconducibili all’energia rinnovabile e all’economia circolare. Le frecce, inoltre, rappresentano il sistema aperto del nostro pianeta, emblema di un continuo scambio di informazioni e di energia; sistema che ho paragonato alla nota teoria del Caos di Lorenz. La terra, infatti, ha una struttura climatica complessa, non lineare e interconnessa, ed è per questo che alla lunga non sarà il sistema antropico a prevalere sulla natura. Per l’opera Saldi climatici, infine, ho immaginato un individuo che investe parte del proprio tempo nell’acquisto di vari capi d’abbigliamento, percorrendo così, nell’arco di 12 ore, le quattro stagioni, quasi il tempo fosse ormai un’unica stagione “a saldo”.
Qual è l’obiettivo ultimo delle tue opere?
Spero che i miei lavori raggiungano più persone possibili, proprio perché è necessario spingere alla riflessione un pubblico sempre maggiore, per attuare un cambiamento di sostanza e non solo di forma.
Beatrice Andreani
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