Il recente restauro della Fontana di Trevi, simbolo senza tempo di Roma, ha attirato l’attenzione e non poche critiche. Tra queste, spicca la discussa decisione di installare una vasca temporanea per raccogliere le monete lanciate dai turisti, un intervento funzionale che però rischia di ridurre la profondità simbolica della fontana a una richiesta di carità istituzionale. La sensazione, confermata da critiche internazionali come quella apparsa sul New York Post, è quella di un’occasione sprecata: invece di offrire al pubblico una visione contemporanea della città e una soluzione innovativa, la gestione del restauro sembra suggerire un compromesso, un rattoppo poco ambizioso.
Il restauro della Fontana di Trevi
Questa visione del restauro come puro intervento tecnico, privo di una narrazione culturale, non rende giustizia alla ricchezza storica e iconografica della fontana.
E se invece avessimo scelto di aprire questo cantiere agli artisti contemporanei, incoraggiandoli a sviluppare una risposta creativa a questa complessa sfida culturale ed economica?
Invece di creare vasche feticce per raccogliere le monete, potremmo vedere il restauro come un’opportunità per riflettere su temi di ampio respiro: il concetto di desiderio che le monete incarnano, l’idea di innovazione in una citta millenaria o la funzione simbolica del lancio come gesto di partecipazione alla vita di un monumento.
La Fontana di Trevi simbolo di un gesto
Oltre la banale funzione di raccolta, gli artisti immaginare soluzioni che restituiscano valore al gesto dei visitatori, progettando una soluzione innovativa per la vasca di raccolta delle monete. La tradizione del lancio della moneta è, dopotutto, un rito collettivo di connessione alla città: una forma di partecipazione che non dovrebbe ridursi a un contenitore per donazioni. Invece di un semplice bacino, si potrebbe ideare un sistema che renda la raccolta un’azione consapevole, magari tramite dispositivi artistici che trasformino questo piccolo tributo in un simbolo di sostegno autentico alla città e alla sua storia. Basterebbe invitare 3 artisti contemporanei a progettare una vasca alternativa e far scegliere ad una commissione tra comune, musei e sopraintendenze il progetto migliore.
L’arte contemporanea e la Fontana di Trevi
Roma ha qui un’opportunità di rinnovarsi senza perdere la propria identità, dimostrando come la conservazione e la contemporaneità possano intrecciarsi in modo autentico. Un restauro che accoglie l’arte e il pensiero innovativo diventa anche esso un atto artistico, un momento di riscoperta della città e delle sue potenzialità. Un’occasione di mostrare come il patrimonio culturale possa esistere, e non solo sopravvivere, nel presente.
Per fortuna siamo ancora in tempo.
Marco Bassan
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