Nella brutalista Villa Caffetto, fuori Brescia, il patrimonio dell’artista va all’asta con Catawiki
I proventi della vendita dei quadri e delle sculture di Claudio Caffetto contribuiranno al mantenimento della Villa e del suo patrimonio. Garantendone l’apertura al pubblico e la manutenzione

Un trionfo di architettura brutalista, ma anche una casa luminosissima e strapiena di opere d’arte, marmi, finestre che diventano pareti e fontane nascoste: è un’attesa apertura al pubblico quella della Villa Caffetto, la residenza e studio dell’artista Claudio Caffetto (1942-2022) tra Brescia e il Lago di Garda. “Vogliamo valorizzare questo luogo da un punto di vista artistico e architettonico, e aprirlo davvero al pubblico”, spiega la figlia dell’artista Metilde Caffetto, che con la sorella Giovanna ha creato l’omonima associazione per promuovere il recupero del pregiato immobile e dei tesori ivi contenuti. Di cui una piccola parte ora va all’asta con il portale specializzato Catawiki per questo esatto motivo.

Breve storia di Villa Caffetto
Nata come casa privata con un ampio spazio espositivo interno – “qui si riuniva un cenacolo di artisti, soprattutto internazionali”, spiega Metilde Caffetto – la villa di Calcinato è una creatura dell’architetto Fausto Bontempi (allievo di Carlo Scarpa, come emerge da diversi elementi della casa), morto qualche mese fa. Progettata nel 1972, divenne dal 1976 casa della famiglia dell’artista, che, allora appena trentenne, aveva lì vicino la sede della sua azienda metalmeccanica.
La struttura brutalista – il cui grigio del cemento esterno è però venato dagli inserti del Rosso di Verona – è un labirinto di stanze comunicanti, colorate, piene di finestre e di spazi che danno sul rigoglioso giardino. “L’interno comunica costantemente con l’esterno, molte delle pareti e il tetto stesso sono di vetro”, indica la figlia di Caffetto, che spiega anche come il dislivello del terreno collinare venga rispecchiato dai piani irregolari della casa, che dal primo piano raggiunge il piano interrato con scale interne ed esterne, balconi e lucernari. “L’effetto, accresciuto dai giardini pensili e dalle terrazze, è quello di una struttura organica, viva, e scultorea nei suoi diversi volumi”. L’effetto è massimalista, ma con eleganza.

















Le opere di Claudio Caffetto nella villa di Calcinato
La villa, che ospita sul tetto l’atelier-serra dell’artista così come lui lo lasciò, è impreziosita da centinaia di opere realizzate e collezionate dallo stesso Caffetto. Numerose le collaborazioni con artisti e creativi divenuti amici, come Minguzzi (che produceva i suoi multipli tramite l’azienda del proprietario di casa) o Guzzini (con cui era socio), ma anche Dadamaino e i tantissimi stranieri che lavoravano a Verona e che qui, in un’area apposita della casa, esponevano a turno le proprie opere.
Una casa-mood, racconta la figlia, dove è stato bello crescere, se pure con alcune sfide proprie dell’adolescenza: “Avevamo poco spazio, rispetto alla casa in città, e non si poteva appendere niente in camera, tanto meno i poster dei concerti a cui andavamo. E per le sei, quando tornava papà, doveva tutto essere in ordine e rispecchiare il progetto originale”. La grande villa è ancora oggi un “progetto vivente”, motivo per cui è difficile anche solo da pulire e mantenere: per questo le figlie dell’artista pensano a reperire nuovi fondi, attraverso shooting di moda (Gucci e Marni di recente), eventi e la nuova avventura dell’asta.

L’asta di Catawiki per Villa Caffetto
“Questa è un’occasione unica: è la prima volta che l’artista viene presentato sul mercato, ed essendo la provenienza diretta non c’è alcun problema di autenticità”, spiega Giulia Couzzi, esperta di arte moderna e contemporanea di Catawiki e curatrice dell’asta dedicata ai lavori di Caffetto in apertura il 10 aprile. “Le circa 35 opere in asta hanno come fulcro, ovviamente, Caffetto. Che fu un artista poliedrico: ci sono opere in terracotta, bronzi, diversi dipinti e opere su carta”. La collezione comprende anche alcuni oggetti particolari – com’è d’abitudine, per Catawiki – come il prototipo per multipli di François Morellet, diventato l’unico esemplare, e soprattutto il Cromorilievo (uno di due al mondo) di Dadamaino: “Questo è il top lot dell’asta”, precisa Couzzi. L’opera è peraltro strettamente connessa con la storia della casa: “Mio padre era figlio di un cesellatore della Breda: è stato mio nonno a fare quel folle Cromorilievo, con tutte le inclinazioni dei diversi pezzi di metallo che dovevano rispecchiare esattamente il progetto di Dadamaino”, racconta Metilde Caffetto.
I pezzi in asta dal 10 al 22 aprile 2025 (a questo link) partono da poche centinaia di euro per i disegni fino ad alcune migliaia per le sculture, e sono perlopiù multipli (come il bellissimo Bue Muschiato) o sculture realizzate dall’artista in doppio materiale, bronzo e terracotta. “È tutto estremamente accessibile”, sottolinea Couzzi, “pensiamo al nostro bacino di utenza internazionale, la cui età si è abbassata alla fascia 28-40, che spesso arriva da noi al suo primo investimento. E così si può pensare davvero di cominciare una collezione, o anche solo acquistare un’opera di cui ci si innamora”.
Giulia Giaume
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