Ritratti, glamour e alta società. In mostra ad Amsterdam
Parola a Jonathan Bikker, membro interno del dipartimento curatoriale del Rijksmuseum e curatore della mostra che il museo olandese dedica a un affascinante genere di ritratto. Un viaggio attraverso volti e pose, abiti e status, alla scoperta delle diverse sfaccettature identitarie assunte dal concetto di “alta società” nell’arco di quattro secoli.
Glamour e alta società sono i temi portanti della mostra, che prende in esame ben quattro secoli di ritrattistica: quale criterio è stato usato per la selezione delle opere e degli artisti in mostra?
Questa mostra è la prima in assoluto dedicata al ritratto a figura intera e a grandezza naturale, che era il modo più glamour per ritrarre un singolo soggetto. All’inizio era riservato esclusivamente ai sovrani e alla nobiltà, ma con il tempo divenne il formato preferito dall’alta società in generale. La coppia composta da Marten Soolmans e Oopjen Coppit è l’unica ritratta da Rembrandt utilizzando questo formato. Le altre opere esposte sono state scelte per illustrare la storia di questo genere pittorico. Perciò la mostra si apre con i primissimi esempi in questo ambito realizzati da Lucas Cranach il Vecchio nel 1514 e si conclude con i ritratti a figura intera risalenti agli inizi del Novecento. Poiché Rembrandt fu il più grande pittore della Golden Age olandese, sono state selezionate le opere dei migliori artisti della storia dell’arte europea nell’arco di quattro secoli. In totale la mostra riunisce 39 ritratti a figura intera, 36 dei quali sono stati prestati da musei e collezioni private di undici Paesi diversi.
Quali trasformazioni hanno subito, nel tempo, le classi agiate della società e dunque com’è cambiato il modo di ritrarle?
All’inizio l’alta società era costituita quasi esclusivamente dalla monarchia e dalla nobiltà. Poi anche la ricca borghesia ne entrò a far parte. Tutto ciò trova riscontro nei committenti dei ritratti a figura intera. Marten Soolmans e Oopjen Coppit e un ristretto gruppo di altri olandesi erano cittadini comuni. Il fatto che possedessero dei ritratti di loro stessi a figura intera riflette lo spirito imprenditoriale degli olandesi nel Seicento. Proprio quello spirito trasformò la Repubblica olandese nel Paese più ricco del mondo. Quel gruppo di olandesi, tuttavia, costituiva un’eccezione. Fu soltanto nella seconda metà dell’Ottocento che i ricchi e potenti borghesi commissionarono ritratti a figura intera al pari degli aristocratici.
Quali sono gli obiettivi della mostra?
La mostra descrive la grande varietà di forme e funzioni racchiusa nel ritratto a figura intera. Ci sono ritratti ambientati in interni sobri e altri in interni molto ricchi. Alcuni sono ambientati all’esterno, in contesti che spaziano dalle atmosfere tropicali al paesaggio invernale. Anche le pose e gli accessori sono caratterizzati dalla medesima varietà. I ritratti possono ad esempio immortalare, in due dipinti, una coppia appena sposata: in tre dipinti presenti in mostra la moglie è incinta. Il ritratto a figura intera e a grandezza naturale divenne già nel Cinquecento il formato per i ritratti di stato. In mostra c’è anche un esempio del cosiddetto ritratto “historié”, nel quale il soggetto assume il ruolo di una figura mitologica o biblica. In questo caso il soggetto, un sindaco di Haarlem, è stato ritratto quasi completamente nudo nel ruolo di Ercole.
Questo genere di ritratti che destinazioni aveva? E come ha influito sulla storia del costume?
Il ritratto a figura intera aveva perlopiù la funzione di mostrare lo status del soggetto e la sua ricchezza. Queste opere, se confrontate con altri dipinti, erano molto costose. Marten Soolmans e Oopjen pagarono, con molta probabilità, l’equivalente di 200mila euro per i loro ritratti. Nell’Ottocento, a un talentuoso ritrattista bastava realizzare due lavori di questo tipo per permettersi una casa nel 17esimo arrondissement di Parigi. Il ritratto a figura intera aveva anche la funzione di mostrare quanto il soggetto fosse elegante. Molti dei soggetti ritratti indossavano gli abiti più costosi e alla moda, diventando un modello da imitare per chi osservava i loro ritratti.
Dunque tale genere di ritratti ha contribuito a diffondere la conoscenza della moda, almeno fino all’avvento della fotografia.
Sì. Anche dopo l’avvento della fotografia questi ritratti hanno continuato a influire sulla moda. Il ritratto della Marchesa Luisa Casati realizzato da Giovanni Boldini fu esposto nella casa di moda di Jacques Doucet a Paris nel 1909 insieme alle ultime creazioni dello stilista. Tutto ciò fu fotografato per la rivista Les Modes.
Chi è il soggetto più glamour e in linea con la propria epoca fra quelli ritratti?
Per ogni secolo c’è l’imbarazzo della scelta, ma il ritratto della Marchesa Luisa Casati è uno di quelli che associamo maggiormente al glamour dell’alta società. Il suo look e il suo senso dello stile hanno a lungo influenzato il mondo della moda. In passato John Galliano, Alexander McQueen, Karl Lagerfeld e altri stilisti si sono ispirati a lei per le loro collezioni.
La mostra celebra anche l’acquisizione, da parte del Rijksmuseum e del Louvre, dei ritratti nuziali di Marten Soolmans and Oopjen Coppit firmati da Rembrandt. In effetti il 2019, 350esimo anniversario della morte dell’artista, si avvicina. Come vi state preparando e quali soprese avete in serbo per il pubblico?
Tutti i dipinti, le acqueforti e i disegni di Rembrandt saranno esposti in una mostra senza precedenti. Il Rijksmuseum possiede la più vasta collezione al mondo del più grande artista olandese della Golden Age. Quindi l’esposizione sarà piuttosto spettacolare. Altri eventi e pubblicazioni per celebrare questo anniversario sono in fase di sviluppo.
‒ Arianna Testino
Amsterdam // dall’8 marzo al 3 giugno 2018
High Society
RIJKSMUSEUM
Museumstraat 1
www.rijksmuseum.nl
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