“Avremo sempre Parigi”, cita un recente libro scritto da Serena Dandini, sostanzioso volume in omaggio alla città delle luci. Non soltanto perché Parigi è bellissima, elegante, ricca di arte e di musei, ma è anche generosa in grandi parchi e suggestivi giardini, ben curati e molto amati dai cittadini. Aree verdi aperte al pubblico, a disposizione del visitatore per ogni tipo di attività: socializzare, leggere, fare picnic, passeggiare col cane, partecipare a lezioni di botanica o a laboratori di orticultura urbana. E, non ultimo, visitare mostre e installazioni d’arte all’aria aperta. Da qualche anno, infatti, le istituzioni della Parigi “verde” hanno aperto i cancelli all’arte contemporanea, dando vita a percorsi unici e suggestivi.
DAL PALAIS ROYAL AL PALAIS DE TOKYO
Il Jardin du Palais Royal è un’elegante piazza/giardino nel centro città, la cui corte ospita filari di tigli topiati in forma squadrata, alternati all’installazione di Daniel Buren con colonne bianco-nere e alle sfere di acciaio riflettenti di Pol Bury. Il Jardin du Musée Rodin, uno spazio classico, suddiviso in roseto e area ornamentale con vasca d’acqua circolare, ospita oltre 300 sculture di August Rodin. Il Jardin de Quai Branly, ampio giardino sperimentale sulla Senna, disegnato dal noto paesaggista Gilles Clément, è un luogo di natura, arte e cultura connesso agli edifici dell’omonimo museo progettato da Jean Nouvel. Al suo fianco la più importante realizzazione di “verde verticale”, ideata dal botanico Patrick Blanc. Una parete vegetale, risultato delle ricerche sulle piante tropicali in grado di sopravvivere senza terriccio, ma con supporti verticali di muschio umido. Il Jardin du Palais de Tokyo, tempio dell’arte contemporanea, include un originale giardino disegnato del gruppo atelier le balto. Il Parc de la Villette, invece, sorge nell’area un tempo occupata dai macelli di Parigi e costituisce il più grande spazio verde in città, mescolando natura e architettura, aree gioco, luoghi espositivi e di spettacolo. Il parco contiene dieci giardini tematici e vi si trovano disseminate 21 Folies, strutture di ferro rosso disegnate dal progettista Bernard Tschumi, oltre a opere di autori come Claes Oldenburg.
DALLE FONDAZIONI A VERSAILLES
Nel Jardin de la Fondation Cartier si trova un esempio di “Theatrum Botanicum”, commissionato all’artista Lothar Baumgarten, che raccoglie piante e cespugli nel rispetto di una visione libera e naturalistica. La recente Fondation Louis Vuitton, disegnata da Frank Gehry al Bois de Boulogne, ha saputo unire arte e botanica non solo con i giardini tropicali sulle terrazze del tetto, ma soprattutto realizzando il restauro del celebre Jardin d’Acclimatation sul retro della fondazione. Primo esempio di ampio giardino pubblico ottocentesco, offre una ricca collezione di aiuole fiorite, circondate da voliere, chioschi per la musica, giostre, un galoppatoio e la serra di palme.
La contaminazione arte-giardini si amplifica durante eventi speciali quali la FIAC. Con il programma Hors les Murs, la nota fiera offre un percorso d’installazioni artistiche in vari luoghi all’aperto, fra cui il meraviglioso Jardin des Plantes, orto botanico della città. Tra gli artisti che vi hanno esposto, Virginie Yassef, Kader Attia e Mark Dion.
Infine non va dimenticato il più importante fra tutti i giardini: Versailles. Qui ogni anno, durante le estati parigine, vengono realizzate imponenti installazioni d’artista come quelle di Bernar Venet, Anish Kapoor, Olafur Eliasson. Passeggiare tra le aiuole della Reggia non è più soltanto un’esperienza botanica, bensì sensoriale. L’opera-fontana alta quaranta metri di Eliasson avrebbe stupito anche l’inamovibile capo giardiniere del Re Sole.
‒ Claudia Zanfi
Versione integrale dell’articolo pubblicato su Grandi Mostre #9
Abbonati ad Artribune Magazine
Acquista la tua inserzione sul prossimo Artribune
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati