Austria troppo nazionalista. Si dimette il direttore della Kunsthalle di Vienna
Giunto alla Kunsthalle di Vienna nel 2012, Nicolaus Schafhausen si dimette dalla carica di direttore a causa “dell’attuale ripresa della politica nazionalista in Austria e della situazione che si sta verificando in tutta Europa” che metterebbero in discussione “le possibilità di istituzioni come la Kunsthalle”, come spiega in una lettera pubblicata sul sito del museo
Se negli ultimi tempi vi abbiamo parlato di musei che attraverso la loro programmazione espositiva intendono lanciare messaggi di disappunto a governi e leader dei quali non condividono le posizioni e le azioni politiche – basti citare In the Fields of Empty Days, mostra attualmente in corso al Los Angeles County Museum of Art dedicata all’arte iraniana, nonostante il “travel ban” imposto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump al paese persiano –, ci sono anche casi di direttori di musei che decidono di dimettersi per protestare contro scenari politici considerati ostili non solo al proprio paese, ma anche alle istituzione culturali di cui sono i rappresentanti, sollevando così dubbi sul futuro e soprattutto sul ruolo che ancora oggi i musei ricoprono nella società. È questo il caso di Nicolaus Schafhausen, direttore della Kunsthalle di Vienna che, in questi giorni, ha dato le proprie dimissioni a causa della “rinascita della politica nazionalista in Austria”. Il curatore ha argomentato le sue ragioni in una lettera pubblicata sul sito del museo.
LE RAGIONI DI UN DIRETTORE
“Dopo sei anni come direttore della Kunsthalle di Vienna e dopo aver realizzato più di 40 mostre insieme al mio team, credo sia ora di guardare indietro con orgoglio a ciò che è stato realizzato”, scrive Nicolaus Schafhausen nella sua lettera. “La Kunsthalle di Vienna si è dedicata, sotto la mia guida, a un programma innovativo e sperimentale che, come forum aperto, promuove ed esplora le problematiche estetiche e socio-politiche. L’opposizione al programma era in parte prevedibile data la posizione politica sostenuta dal museo. La Kunsthalle è un’istituzione al centro del dibattito controverso che ha colpito un punto dolente nell’autorealizzazione del panorama culturale di Vienna. Progetti come ‘Political Populism’ o ‘How To Live Together’ hanno contribuito al posizionamento di Kunsthalle Wien intorno a temi di attualità che si irradiano a livello internazionale… Cosa succederà? Per me, questa domanda si presenta in modo diverso rispetto a prima”.
POLITICA VS CULTURA?
Nato a Dusseldorf nel 1965, Schafhausen è alla direzione della Kunsthalle dal 2012. Sotto la sua guida, il museo ha realizzato più di 40 mostre e si è affermato nel panorama museale europeo per il suo programma innovativo e sperimentale. Tra le mostre che meglio rappresentano la vision adottata dall’istituzione e che lo stesso Schafhausen cita nella sua lettera spiccano Political Populism nel 2015-16 e How To Live Together, esposizione del 2017 sulle “dimensioni individuali e sociali” della convivenza. Lo scorso dicembre, il cancelliere conservatore Sebastian Kurz ha nominato come vicecancelliere il leader del partito di estrema destra FPÖ Heinz-Christian Strache: scenario politico, questo, che avrebbe spinto Schafhausen a lasciare la direzione della Kunsthalle. “A causa dell’attuale ripresa della politica nazionalista in Austria e della situazione che si sta verificando in tutta Europa, la portata, l’impatto e le possibilità di istituzioni come la Kunsthalle di Vienna sembrano essere messe in discussione. Le istituzioni culturali impegnate in complesse sfide sociali e artistiche richiederanno un sostegno politico sostanzialmente più forte in futuro. Ho quindi deciso di congedarmi e di non continuare come prima. Non vedo l’ora di cimentarmi in nuove sfide, oltre i confini delle istituzioni convenzionali”, conclude così la sua lettera il curatore tedesco. Schafhausen, il cui contratto sarebbe scaduto nel 2022, resterà alla guida del museo fino a marzo 2019.
– Desirée Maida
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