Nuovi talenti alla ribalta. In Costa Azzurra
Per un weekend la tranquilla Hyères, in Costa Azzurra, diventa il palcoscenico dei nuovi creativi internazionali, grazie al festival de la mode, de la photographie et de l'accessoire de mode. Una rassegna che fa accorrere addetti ai lavori internazionali per lanciare nuove carriere artistiche. Siamo andati a scoprire i nuovi talenti.
Nella cornice della meravigliosa Villa Noailles, testimonianza dell’architettura modernista di Robert Mallet-Stevens e luogo di ritrovo delle avanguardie artistiche, grazie ai suoi mecenati Charles et Marie-Laure de Noailles, ha preso vita dal 26 al 30 aprile il Festival di Hyères. Divenuta centro d’arte nel 2003, Villa Noailles presenta e sostiene la creazione contemporanea nel campo della moda, della fotografia, del design e dell’architettura.
Ogni anno il festival, fondato da Jean-Pierre Blanc, oggi alla sua 33esima edizione, è organizzato attorno a tre competizioni, mostre, performance e tavole rotonde. Le competizioni riuniscono dieci stilisti (dal 1986), dieci fotografi (dal 1997) e dall’anno scorso dieci designer di accessori, selezionati da nomi importanti dei tre distinti campi come Bettina Rheims, presidente della giuria per la fotografia, e Haider Ackermann e Tilda Swinton per la moda. Le creazioni dei candidati selezionati sono presentate sotto forma di sfilate di moda e mostre collettive.
Tra i finalisti di quest’anno segnaliamo la belga Sarah Bruylant, vincitrice del premio del pubblico, con la sua originale produzione, dove l’abilità artistica si miscela con il suo personale universo emotivo. Crea abiti scultorei dipinti a mano, che riflettono la sua passione per gli impressionisti e i pointilliste. Sogna l’alta moda e progetta una collezione che sia fatta su commissione, per aprire un dialogo tra creatore e fruitore. L’atmosfera è distesa, i tempi serrati della moda e delle passerelle qui sono rallentati e dilatati.
Tante le opportunità di scambio e per innescare nuove importanti collaborazioni. Venire selezionati per esporre al festival è già una vittoria, come sottolinea anche la fotografa belga Laetitia Bica, che espone la serie Cream, frutto di due anni di collaborazione con l’atelier CREAHM di Liegi (Créativité et handicap mental). Gioca infatti sull’acronimo, basta togliere una lettera perché significhi semplicemente creatività mentale. Le immagini sono cariche di colori, gesti e materia che ne definiscono il processo creativo.
GRANDI NOMI E NUOVI TALENTI
Tante le mostre che invadono gli spazi della villa. Gli abiti di Haider Ackermann, visionario della moda, che ha da poco lasciato il marchio Berluti, vengono esaltati dalla luce irradiata nella villa. Mentre la mostra L.A. 94/97 Bettina and Bill ci riporta agli Anni Novanta, quando Bettina Rheims lavora a Los Angeles e riflette il prolifico rapporto creativo che ha, tra il 1994 e il 1997, con Bill Mullen, fashion director della rivista Details. È un’immensa costellazione delle stelle di Hollywood, in un’epoca in cui pochi sono stati fotografi di moda sulla West Coast. Bettina Rheims mette in scena storie irreali, giocando tra finzione e realtà, carattere distintivo della sua produzione di moda negli Anni Novanta.
Il festival è legato alla maison Chanel da più di vent’anni, immortalata negli scatti fotografici di Karl Lagerfeld prima del restauro, e della sua successiva direzione artistica, che ha prodotto un significativo aumento di mostre ed eventi. Chanel continua a supportare il festival e quest’anno punta i riflettori sul savoir-faire unico della storica Maison Lemarié, che celebra il culto delle piume che ornano i cappelli e i boa destinati al cabaret. La mostra pone l’accento sul legame tra passato, presente e futuro, sull’ispirazione e la trasmissione dei gesti artigiani che creano lusso, moda.
Interessanti anche le mostre consacrate ai laureati 2017 nei tre settori: la stilista Vanessa Schindler cerca di reinventare la moda, sperimentando un nuovo materiale dell’industria chimica, l’uretano, che, lavorato allo stato liquido, si fonde nelle fibre tessili per poi tornare allo stato solido sotto forma di lacca brillante. Negli ultimi dodici mesi ha potuto collaborare con gli atelier di Chanel per sviluppare questa collezione. Il fotografo Daragh Soden indaga la multicultura attraverso gli incontri con giovani immigrati, militari, abitanti di Tolone. Penetra nel mondo militare dell’Arsenale, base navale, facendo emergere un quotidiano bagnato dal sole della Costa Azzurra.
VINCE L’ECOLOGIA
Sono gli olandesi Rushemy Botter & Lisi Herrebrugh, con la collezione Fish Or Fight, ad aggiudicarsi il premio della giuria Première Vision per la moda. Si tratta di un manifesto ecologico contro l’inquinamento di paradisi naturali quali i Caraibi, di cui è originario Rushemy Botter, dove i pescatori raccolgono i rifiuti lasciati dal turismo di massa e danno loro una nuova vita. Eva O’Leary vince il Grand Prix per la fotografia con i selfie alienati che tratteggiano le inquietudini e la vulnerabilità delle teenager americane, e le intrusioni nella natura di prodotti beauty. Per il premio di accessori moda il trio Kate Richard, Flora Fixy & Julia Dessirier vince con la Collezione di bijoux uditivi H (Earring), che nobilita a oggetto prezioso una protesi uditiva.
‒ Giorgia Losio
http://villanoailles-hyeres.com/festival-2018
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