Il cognome c’è. Un pedigree importante, anche. Ora una galleria. Il nipote di Peggy Guggenheim, Santiago Rumney Guggenheim, segue le orme di famiglia e apre un nuovo spazio espositivo. La location è unica, molto zen e tutta da vivere. Vi raccontiamo la storia.
UN NOME UNA GARANZIA
C’era una volta una giovane ventenne e multimilionaria di nome Peggy – che rimasta orfana del padre – iniziò a lavorare in una libreria e ad introdursi nei maggiori circoli della New York bene. Lì conobbe artisti dell’avanguardia dell’epoca, stringendo con alcuni profonde amicizie. Poi la parentesi della galleria Art of This Century sempre nella Grande Mela, infine Venezia. Poche righe non bastano per descrivere una delle maggiori personalità, mecenate, amica di pittori, scultori e quant’altro del secolo scorso. Adesso è la volta di suo nipote Santiago Rumney che dopo aver lavorato da Gagosian e aver aperto una galleria a New York, la Rumney Guggenheim Gallery, arriva nella penisola dello Yucatan a Tulum, in Messico con la IK LAB.
TOGLIERSI LE SCARPE E CREARE UN LEGAME
Santiago Rumney non poteva aprire un altro spazio convenzionale, un contenitore bianco. No. Ha scelto un luogo mistico, dove per entrare bisogna togliersi le scarpe, camminare e creare un dialogo e un legame con la galleria fatta di legno con viti e alberi che ricoprono le pareti e con pavimenti ricurvi. Un rapporto imprescindibile si crea anche con lo spazio esterno, la jungla, elemento primario, fondante e caratterizzante la penisola dello Yucatan. “Prestare attenzione è un obbligo” racconta la progettista Jorge Eduardo Neira Sterkel – ex artista e architetto autodidatta e fondatore del resort ecologico Azulik – in una nota “la possibilità di cadere è molto alta” e Rumney conclude “adoro questo contenitore per l’arte. Non appena l’ho visto mi ha ricordato la galleria aperta da mia nonna Peggy a New York nel 1948, Art of This Century. Anche quella aveva le pareti ricurve.”
MEDITAZIONE, MOSTRE D’ARTE E RESIDENZE D’ARTISTA
Obiettivo? Creare uno spazio che metta alla prova gli artisti, sfidarli anche, nella progettazione di idee che comunichino e creino una sinergia con la galleria viva e in continua mutazione che ben si contrappone ai più facili spazi asettici che tanto vanno di “moda”. Per realizzare il loro intento verranno fornite delle residenze d’artista. Ma non finisce qui. L’idea è anche quella di fare programmi artistici per bambini locali e altre residenze multidisciplinari per aspiranti artisti, stilisti, chef e musicisti. La mostra inaugurale? Alignments. Con opere di Tatiana Trouvé, Artur Lescher e Margo Trushina co-curata da Santiago R. Guggenheim e Claudia Paetzold.
– Valentina Poli
Tulum // fino a settembre 2018
Alignments
IK LAB
Carretera Tulum Ruinas, 77780 Tulum
https://www.iklab.art
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