Sembra di entrare in una struttura federale o in qualche base militare ipertecnologica e super protetta. Ed invece siamo a New York, nel quartiere di Harlem, proprio di fronte al capolinea degli autobus della Metropolitan Transit Authority, in un luogo che nulla ha generalmente a che fare con l’arte. Eppure lì è stato costruito ARCIS, un deposito all’avanguardia per opere d’arte. Ve lo raccontiamo.
ARCIS A NEW YORK
La storia di ARCIS parte il 29 ottobre 2012, giorno in cui la tempesta Sandy si è abbattuta su Manhattan causando un disastro epocale. L’acqua del fiume Hudson ha attraversato, tra gli altri, il quartiere di Chelsea, dove si trovano alcune delle più importanti gallerie della città, allagando ogni spazio e lasciando dietro di sè danni da milioni di dollari tra oggetti preziosi, beni di lusso e, naturalmente, opere d’arte. È nata allora l’idea di realizzare una struttura che potesse difendere le opere anche in caso di calamità naturale. ARCIS, deposito super tecnologico per l’arte contemporanea, gode del titolo di FTZ, cioè di una Foreign Trade Zone, un porto franco delimitato dal governo dello Stato dove le merci possono transitare con procedure semplificate e senza oneri doganali.
IL PROGETTO
Un bunker di oltre 10000 metri quadri diretto da Tom Sapienza e Kevin Lay. Entrambi ingegneri, possono vantare un’esperienza decennale in alcuni dei musei più importanti del mondo come il Whitney Museum di New York e il Van Gogh Museumad Amsterdam. Impossibile accedere se non si è autorizzati. Per entrare bisogna superare il riconoscimento dell’iride, uno scanner vascolare ed essere schedati alla reception. Solo allora verrà fornito un badge per entrare nella struttura. “Uno degli aspetti più straordinari di questo edificio”, racconta Tom Sapienza ad ArtNet“è che è nato in un momento in cui le persone, dopo l’uragano, desideravano tutelare i propri averi in un periodo anche di esplosione del mercato. Noi siamo qui per proteggere le opere d’arte”. E nulla è lasciato al caso. ARCIS è alimentato da un generatore di energia a gas che può gestire ogni problema anche in caso di interruzione dell’elettricità. “I cambiamenti climatici sono reali”, dichiara Kevin Lay ad ArtNet“non importa se alcuni politici pensano il contrario, le estati, sempre più calde, danneggiano le opere. Con le tecnologie presenti in ARCIS è possibile, in qualsiasi momento e senza rischi, cambiare l’alimentazione per tenere al sicuro le opere.”
– Valentina Poli
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