La Roy Lichtenstein Foundation chiude e dona 400 opere a due musei americani

Un anno fa la celebrazione del ventennale dalla morte dell’artista, oggi l’annuncio della chiusura della Roy Lichtenstein Foundation, nata per volontà del maestro e della famiglia nel 1999. Vi raccontiamo la vicenda

Solamente un anno fa il mondo ha celebrato 20 anni dalla morte di Roy Lichtenstein. Oggi la Fondazione – fondata nel 1999 per volontà del pittore e della sua famiglia – che porta il suo nome, ha deciso di chiudere i battenti e donare opere e materiale d’archivio a due grandi istituzioni museali americane: il Whitney Museum e lo Smithsonian Archive of American Art. La parola fine è stata messa da Dorothy Lichtenstein, ex moglie dell’artista e presidente della fondazione, con una decisione che ha creato non poco scalpore e chiacchiere sui reali motivi, che rimangono tuttavia ancora ignoti. Il lascito si basa su una long-term collaboration e sulla volontà di rendere sempre più fruibili le opere di Lichtenstein al pubblico.

LA DONAZIONE AL WHITNEY MUSEUM

Quindi più di 400 opere – che ripercorrono tutta la carriera dell’artista – andranno al Whitney Museum e il direttore Adam D. Weinberg ha affermato entusiasta “il Whitney Museum ha da sempre raccolto ed esposto il lavoro di Lichtenstein e proprio per questo siamo felici di aver iniziato una collaborazione a lungo termine con la Roy Lichtenstein Foundation. Le opere sono state scelte da un team di curatori, conservatori, archivisti ed educatori, guidati da David Breslin, Richard DeMartini Family Curator e dal Direttore della Collezione. Sono stati incaricati di selezionare i lavori in base a come si potessero inserire nella collezione permanente del museo in modo da dare ai visitatori una panoramica sempre più precisa dell’arte americana del dopoguerra”.

LA DONAZIONE ALLO SMITHSONIAN

Allo Smithsonian Archive of American Art è stato trasferito materiale d’archivio che comprende: interviste, raccolte audiovisive, corrispondenza personale e professionale, documentazione di mostre e migliaia di fotografie dell’artista e delle sue opere. In atto è quindi un grande lavoro di digitalizzazione che sta avvenendo in collaborazione con la Roy Lichtenstein Foundation che verràpoi inserito sul sito web dell’archivio così da rendere le informazioni fruibili gratuitamente a tutti i ricercatori, gli studiosi e gli appassionati. Anche Kate Haw, direttrice dell’Archives of American Art ha commentato “l’accessibilità del materiale sul sito Web dell’Archivio creeràmaggiori opportunità per una vasta comunità di ricercatori di tutto il mondo e permetterà di conoscere meglio l’artista, il suo lavoro e il suo tempo. La nostra collaborazione con la Fondazione Lichtenstein, e in particolare con il loro team di archivisti guidato da Justin Brancato, sarà da modello per altre istituzioni che vorranno perseguire un progetto come il nostro”.

IL FUTURO DELLA FONDAZIONE

Per quanto riguarda il futuro prossimo della Fondazione è ancora tutto in forse. Non è stata dichiarata una data di cessazione delle attività,ma anzi sono state annunciate nuove collaborazioni.Jack Cowart, l’Executive Director, dichiara“la Fondazione ha lo scopo di facilitare l’accesso al pubblico del lavoro di Roy Lichtenstein e desideriamo trasferire sempre più opere dai nostri magazzini alle istituzioni pubbliche, condividere i nostri vasti archivi e terminare il catalogo ragionato a cui stiano lavorando da tempo.”

– Valentina Poli

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Valentina Poli

Valentina Poli

Nata a Venezia, laureata in Conservazione e Gestione dei Beni e delle Attività Culturali presso l'Università Ca' Foscari di Venezia, ha frequentato il Master of Art presso la LUISS a Roma. Da sempre amante dell'arte ha maturato più esperienze nel…

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