Trovati (forse) gli eredi della fotografa Vivian Maier. 10 cugini per un’eredità milionaria
La fotografa statunitense, autodidatta e scoperta per caso poco dopo la sua morte, avrebbe una decina di cugini sparsi per l’Europa che potrebbero ereditare un patrimonio che ammonta a diversi milioni di dollari…
Senza marito, senza figli, ma con almeno una decina di cugini che potrebbero spartirsi un’eredità che ammonta a diversi milioni di dollari. Sembrerebbe siano stati trovati gli eredi di Vivian Maier (New York, 1926 – Chicago, 2009), la bambinaia-fotografa i cui scatti sono diventati celebri in tutto il mondo quando i negativi delle sue foto furono scoperti per caso da un agente immobiliare di Chicago. Una storia, quella dell’autodidatta e solitaria Maier, che sembra essere più simile a un romanzo, e che in questi giorni si arricchisce di un nuovo capitolo: 10 presunti cugini provenienti da tutta Europa si dicono eredi della nota fotografa statunitense dalle origini austriache e francesi, nonostante ci sia ancora molto da scoprire sulla biografia della “Mary Poppins di Chicago”.
I PRESUNTI EREDI E L’UDIENZA
Nata a New York da padre di origini austriache e da madre francese, Vivian Maier ebbe anche un fratello, Charles, che morì in un manicomio del New Jersey anche lui, sembrerebbe, senza aver avuto figli. Da dove arriverebbero, quindi, i 10 presunti cugini della fotografa? Dalla Francia, dalla Slovacchia, dall’Austria e dall’Ungheria, dopo tre anni di ricerche tra archivi locali e parrocchiali che hanno spinto i presunti parenti della Maier a rivolgersi alla Cook County Probate Court dell’Illinois. Il prossimo 17 luglio è fissata un’udienza in cui la Corte stabilirà se il diritto all’eredità esiste. Anche se rimane ancora da capire se il fratello Charles abbia avuto figli: in questo caso, il quadro della storia si ribalterebbe completamente.
LA FOTOGRAFA PER CASO SCOPERTA PER CASO
Quasi non sorprende questo “colpo di scena” che riguarda la storia di Vivian Maier, bambinaia con la passione per la fotografia che si aggirava tra le strade di New York e Chicago con la sua inseparabile Rolleiflex, scattando ritratti e autoritratti tra la folla, senza farsi mai notare. Solitaria, modesta, una vera e propria outsider non solo dell’arte ma anche della società, Maier viveva nelle case delle famiglie che le affidavano la cura dei figli, e tutte le volte che cambiava casa portava con sé scatoloni contenenti negativi e rullini degli scatti che aveva fatto, una sorta di archivio di memorie che racchiudeva esperienze, storie e sensazioni vissute nel suo quotidiano. Archivio di cui però la Maier dovette disfarsi per racimolare qualche soldo: fu così che una decina di anni fa John Maloof, un agente immobiliare di Chicago, acquistò a un’asta questi scatoloni contenenti – solo in apparenza – cianfrusaglie per 380 dollari, ma presto si rese conto del tesoro in cui si era imbattuto: dopo aver scovato i negativi, si mise a stampare alcune foto, e rimasto affascinato dai soggetti ritratti, iniziò a fare ricerche per capire chi fosse l’autore di quegli scatti. Maloof non arrivò a conoscere personalmente la Maier, che morì pochi anni prima della sua scoperta. Ma l’agente immobiliare continuò comunque a raccogliere e stampare le sue foto, riuscendo ad archiviare ben 150mila negativi e 3mila stampe. Un lavoro di ricerca notevole, che ha comportato anche non poche vicissitudini legali per definire la proprietà dei diritti sui beni e le immagini. Nel maggio del 2016, è arrivato l’accordo tra The Estate of Vivian Maier e The Maloof Collection; adesso però la decisione della Corte dell’Illinois potrebbe prospettare non solo nuovi scenari legali ma anche biografici sulla misteriosa bambinaia-fotografa.
– Desirée Maida
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