Un raid israeliano distrugge un centro culturale a Gaza. Gli artisti insorgono
Mobilitazione internazionale per denunciare la demolizione del teatro del Said al-Mishal Center, centro culturale attivo da 15 anni nella Striscia di Gaza. La sua distruzione in un attacco aereo israeliano ha scatenato indignazione e ha inferto un duro colpo alla cultura palestinese…
Raid, bombe, distruzione, morti, feriti. Nella Striscia di Gaza la guerra continua in maniera feroce anche se non se ne parla. Anzi, soprattutto se non se ne parla. Nella notte tra il 9 e il 10 agosto Israele ha bombardato la Striscia di Gaza, in risposta a un esteso lancio di missili da parte del gruppo politico-terrorista Hamas verso il sud del paese. Israele ha dichiarato di aver colpito oltre 140 obiettivi a Gaza dopo il lancio di 180 missili da parte dei palestinesi. Ancora imprecisato il numero di morti e feriti. Tra gli obiettivi colpiti c’è anche il teatro del Said al-Mishal Centre, un centro culturale tra i più attivi del territorio.
IL TEATRO DISTRUTTO
In uno dei luoghi più complessi e inaccessibili del pianeta a causa del blocco punitivo imposto da Israele e dall’Egitto che limita la libertà di movimento nei territori, il Said al-Mishal Centre rappresentava uno dei pochi luoghi dedicati alla cultura contemporanea. Fondato nel 2004 e intitolato a Said Al-Mishal, un uomo d’affari e politico palestinese, la struttura ospitava su cinque piani uno spazio per le mostre, un teatro, una biblioteca, uffici di associazioni artistiche, un centro ricreativo per bambini e un piccolo caffè letterario frequentato da ballerini, attori e artisti. Un punto di riferimento per un territorio dilaniato dalla guerra. Proprio per questo, la distruzione del teatro ha scosso profondamente la comunità locale e la sua eco si è propagata in tutto il mondo. Il raid, che rientra negli atti dimostrativi del governo israeliano per ammonire la popolazione colpendo luoghi di convivenza civile, ha causato, oltre alla distruzione del teatro, anche ingenti danni al resto della struttura. Tre persone sono morte e almeno 18 persone sono rimaste ferite nell’attentato.
ANDARE AVANTI NONOSTANTE TUTTO
Dopo i primi giorni di comprensibile shock, la comunità artistica locale ha deciso di provare ad andare avanti e, per quanto possibile, mettere in scena una parte degli spettacoli previsti all’aperto, proprio nello spazio antistante l’edificio. Il giorno di ferragosto, un piccolo gruppo di persone si è riunito per assistere ad una esibizione di canto e poesia avvenuta proprio sulle macerie che ancora ricoprono l’intera zona. Un segnalo di resistenza e di speranza per il futuro.
GLI ARTISTI INTERNAZIONALI SI MOBILITANO
Una vicenda che ha scosso l’opinione pubblica internazionale. 14 illustri rappresentanti del teatro britannico, tra cui il direttore del National Theatre di Londra, Rufus Norris, e il drammaturgo Caryl Churchill, hanno indirizzato una lettera al Guardian per condannare il bombardamento e la conseguente la distruzione del centro di cinque piani. Gli artisti definiscono l’evento come “una perdita devastante per la comunità già isolata” e la fine di “uno dei pochi grandi spazi per spettacoli teatrali e musicali nella Gaza assediata“. Parole di sostegno per i colleghi palestinesi senza se né ma. “Sin dalla sua inaugurazione nel 2004”, si legge nella lettera, “Al Mishal ha ospitato centinaia di spettacoli teatrali, cerimonie, mostre, concerti ed eventi nazionali. Era il luogo di riferimento delle compagnie teatrali a Gaza e quello per gli eventi musicali più importanti”. La lettera si chiude con una promessa: “Ci impegneremo”, scrivono gli artisti, affinchè la missione di Al Mishal non vada perduta e sosterremo la campagna per la ricostruzione del Centro.
– Mariacristina Ferraioli
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