Biennale di Cuenca 2018 senza fondi. Organizzatori e artisti si mobilitano
Fondata nel 1987 per creare una piattaforma di sviluppo per lo sviluppo dell’arte contemporanea in Ecuador, la biennale che inaugurerà il prossimo novembre non ha ancora ricevuto i contributi statali pari a 100mila euro. E gli organizzatori e gli artisti firmano una lettera aperta
Se nelle ultime settimane vi diamo spesso anticipazioni sulle biennali d’arte contemporanea che inaugureranno nella prossima stagione – a partire da quella di Venezia con lo svelamento dei nomi degli artisti che animeranno i diversi padiglioni nazionali fino alla rassegna in programma dall’8 all’11 novembre a Busan in Corea del Sud –, adesso vi parleremo della Bienal de Cuenca, Biennale giunta alla sua 14esima edizione che dal 23 novembre al 3 febbraio 2019 dovrebbe svolgersi in Ecuador. “Dovrebbe” perché, stando a quanto riportato da una lettera aperta firmata dal direttore esecutivo della Fundación Municipal Bienal de Cuenca Christopher Zapata, dai curatori Jesús Fuenmayor e Felix Suazo e dai 53 artisti partecipanti, il Ministero della Cultura non ha ancora erogato il sovvenzionamento pari a 100mila dollari destinato alla manifestazione.
LA BIENNALE
Fondata nel 1987 per creare una piattaforma di sviluppo, sostegno e diffusione dell’arte contemporanea in Ecuador, la Biennale di Cuenca quest’anno si focalizzerà sul tema Strutture Viventi. L’arte come esperienza plurale, concetto che si basa sull’idea che l’arte sia un viaggio pluralistico. Le opere saranno esposte in circa 20 luoghi della città, in cui i visitatori saranno invitati a riflettere su “come le persone si relazionano con l’arte in America Latina”, come afferma il curatore Jesús Fuenmayor. Su queste riflessioni incombe però la spada di Damocle della mancata erogazione di fondi da parte del governo di fondi destinati alla biennale: “è incredibile che l’evento culturale più importante del paese – per la sua storia, il prestigio, l’impatto, il ruolo nazionale e internazionale e per l’interesse che suscita nella comunità – non abbia contributi statali”, ha dichiarato Christopher Zapata.
LA VICENDA
Non è la prima volta che la Biennale di Cuenca affronta problemi legati al budget e ai finanziamenti statali. La cifra prevista e non ancora ottenuta per quest’anno, ovvero 100mila dollari, è la sovvenzione pubblica più piccola ottenuta da quando la rassegna è stata fondata, a causa delle misure di austerity messe in atto dal governo del presidente Lenin Moreno. “Avremo ancora un deficit”, continua Zapata. “Non abbiamo cancellato nulla, speriamo di non doverlo fare. Metteremo corpo e anima per fare la biennale”. “Le condizioni sono un po’ più precarie”, ha affermato José Luis Macas, artista ecuadoriano che parteciperà alla biennale e che, a causa dei tagli di budget, ha ridimensionato la portata del suo lavoro, un progetto di arte pubblica che si estende per 3 km in base al percorso del sole durante gli equinozi di primavera e autunno. “Noi latinoamericani siamo abituati ad affrontare questo tipo di problemi e la burocrazia”, ha spiegato Pablo Helguera, un artista di origine messicana che esporrà lavori al Museo di Storia della Medicina a Cuenca che conclude: “una biennale però non può essere fatta senza soldi”.
– Desirée Maida
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