Il garbo francese. L’editoriale di Fabio Severino
La LUMA Foundation ad Arles e la Fondation Carmignac sull’isola di Porquerolles sono emblematici della tendenza, tutta francese, a dar vita a organismi culturali privati che non sgomitano per superare l’offerta delle istituzioni pubbliche.
Due esempi di offerta privata di qualità provenienti dalla Francia mostrano il valore delle persone e come possa funzionare il dialogo tra pubblico e privato. Sono la LUMA Foundation ad Arles e la Fondation Carmignac sull’isola di Porquerolles. LUMA è un grande, anzi grandissimo hub di produzione ed esposizione artistica. In recuperati padiglioni industriali, un’erede La Roche – Maja Hoffmann –, già fine collezionista, ha istituito una fondazione che sviluppi design e arte con le materie prime naturali locali, in particolare dell’attigua Camargue, riconsegni quell’area rigenerata alla collettività e accolga artisti da tutto il mondo in residenze e mostre. Come segno distintivo, un edificio a torre progettato da Frank Gehry. Risultato: un luogo meraviglioso e pieno di energia, grazie anche alla vulcanica direttrice Maria Finders, manager culturale formatasi con Rem Koolhaas. Carmignac è invece un’iniziativa dell’omonimo finanziere parigino, da sempre “colono” di questa stupenda isola. La sua “villa al mare” è diventata uno strepitoso museo, che accoglie una bellissima collezione di opere d’arte contemporanea, molte site specific, molte en plein air. Anche qui servizi alla visita di qualità, opere di pregio, un catalogo incredibile e un immobile perfetto per il luogo fanno di quest’operazione culturale un’esperienza magica.
“Due esempi di offerta privata di qualità provenienti dalla Francia mostrano il valore delle persone e come possa funzionare il dialogo tra pubblico e privato”.
Qualità dei contenuti e dei contenitori, promotori visionari, gestori energici sono il mix di operazioni azzeccate. In luoghi, per di più, già saturi di bellezza. Oltre ai Rencontres, Arles è un gioiello vivace e accogliente. L’isola di Porquerolles è una perla del Mediterraneo a venti minuti di traghetto dalla costa, con un mare e una vegetazione incontaminata. Eppure entrambe le operazioni hanno aggiunto altra bellezza. Il riscontro sul pubblico è indescrivibile. In entrambi i luoghi, con già tanto altro da fare, in piena estate, con mille gradi, c’è un flusso continuo di gente. Ovviamente gestito al millimetro. Il mondo ne è pieno – o quasi – di questi progetti, anche l’Italia da qualche anno ha Prada, per esempio. Allora cosa rende unici questi luoghi? Il garbo. Sono luoghi “eleganti”, non supponenti, non trasmettono l’ingordigia di voler e poter fare più di un museo pubblico. Non danno lezioni. Hanno invece il valore delle tracce, dello spirito d’iniziativa privato, dei contributi alla bellezza di cui devono “statutariamente” occuparsi la collettività, la politica, le istituzioni pubbliche.
‒ Fabio Severino
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #45
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