Correva l’anno 1978: Fondation Gianadda, Aldo Moro, Cina post Mao, Legge Basaglia
Nuovo episodio di “Correva l’anno”, la rubrica settimanale di Artribune che racconta i fatti dell’arte del passato senza pretese di esaustività storica. Con un occhio all’attualità. Questa volta parliamo del 1978
Nel 2018 (per l’esattezza il giorno 19 novembre) ricorre il quarantesimo anniversario dalla costituzione della Fondation Pierre Gianadda di Martigny, voluta da Leonard Gianadda in memoria del fratello Pierre, vittima nel 1976 di un incidente aereo a Bari. Una fondazione che a pochi anni dall’inaugurazione è diventata un luogo di richiamo degli appassionati d’arte di tutta Europa. In questi quarant’anni si sono succedute esposizioni di portata internazionale, di artisti quali Rodin, Giacometti, Chagall, Degas, Gauguin, Van Gogh, Monet, Renoir, Cézanne e, questa estate, Soulages – uno dei più grandi artisti francesi della scena contemporanea -, che possono far rilevare nel 2018 il passaggio di ben 10 milioni di visitatori. Ma cos’altro è successo di preponderante nell’arte in quello scorcio di fine anni ’70 del secolo scorso? Dal rapimento e assassinio di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse, restituito nella sua umanità in una mostra in corso a Roma; all’avvento delle riforme economiche in Cina, documentato dagli scatti del fotoreporter Paolo Gotti; fino alla promulgazione della Legge Basaglia, ricordata da una serie di eventi di teatro e danza programmati da Piemonte dal Vivo presso la Lavanderia a Vapore di Collegno, ex manicomio più grande d’Italia, ecco una selezione di fatti d’arte da ricordare…
– Claudia Giraud
LE FOTO DI ALDO MORO: L’UOMO E NON LA VITTIMA
Il 1978 è l’anno del rapimento e dell’assassinio dell’on. Aldo Moro. Una mostra fotografica ancora in corso fino al 16 novembre, nella prestigiosa sede del Complesso di Vicolo Valdina, ripercorre la vita politica del presidente della Dc ucciso dalle Brigate rosse attraverso gli scatti di Carlo Riccardi, decano dei fotoreporter romani che a 92 anni continua a fotografare, coltivando contemporaneamente la sua passione di sempre per la pittura. Il racconto fotografico è arricchito dalle immagini di Maurizio Riccardi, figlio di Carlo, e di Maurizio Piccirilli, autore delle foto del ritrovamento del corpo di Aldo Moro in via Caetani. Con i tre autori ha collaborato Giovanni Currado, giornalista e fotografo che ha coordinato la ricerca iconografica, il restauro delle immagini e la raccolta di contributi per i testi del catalogo. “Nel 1978 sono bastate due Polaroid a cancellare la vita di un personaggio non di secondo piano, come Aldo Moro, il quale, con l’aiuto dei media, ha subìto così un secondo omicidio”, ha dichiarato Currado. “Poter visionare centinaia di fotografie che ritraggono Moro nel corso del suo impegno politico e in molti casi analizzarne i particolari per via del restauro, ha fatto crescere la consapevolezza che la riscoperta di Aldo Moro, ovvero la riscoperta della sua vitalità, attraverso le immagini che lo vedono combattivo e sorridente, concentrato o impacciato, possa servire per ricordare l’uomo e non la vittima, per ricordare quello che era riuscito ad ottenere, mostrando alle future classi dirigenti che la soluzione a molti dei problemi passa dal semplice confronto e dal dialogo con l’avversario politico“.
LA CINA DOPO LA FINE DELLA RIVOLUZIONE CULTURALE DI MAO
Quest’anno ricorrono anche i quarant’anni dall’avvio della “Politica della Porta Aperta”, il processo di riforme di modernizzazione in Cina, iniziato nel dicembre 1978 da Deng Xiaoping. Dopo la morte di Mao nel 1976 e la conseguente fine di quel movimento politico noto come Rivoluzione Culturale, lanciata dallo stesso leader cinese nel 1966 contro le strutture del Partito Comunista Cinese, la Cina, da Paese isolato ed economicamente arretrato, è riuscito a integrarsi nella comunità politica ed economica internazionale, grazie alla nuova guida di Xiaoping e al suo ricorso al libero mercato. Nel luglio del 1978, il fotoreporter bolognese Paolo Gotti prende parte a un viaggio d’inchiesta organizzato dall’Istituto politico culturale Edizioni Oriente di Milano per osservare da vicino la società cinese che si apprestava a un’inversione di rotta. Ne nasce un reportage, incentrato non tanto sui luoghi della politica quanto su quelli frequentati dalla gente comune: fabbriche, scuole e asili, quartieri urbani e zone rurali. In mostra – sotto il titolo CINA 1978. Appunti di viaggio – alla Temporary Gallery di Bologna, a partire dal 15 dicembre.
LA LEGGE BASAGLIA E L’EX MANICOMIO DI COLLEGNO ORA CENTRO PER LA DANZA
Il 1978 è anche l’anno della legge rivoluzionaria che 40 anni fa segnò la fine dell’era degli ospedali psichiatrici in Italia, ovvero la chiusura dei manicomi, promossa dallo psichiatra Franco Basaglia che le diede il nome. A ricordare quell’evento, ci pensa dall’inizio dell’anno la Lavanderia a Vapore di Collegno (To). Spettacoli, residenze artistiche, progetti partecipati e formazione – programmati da Piemonte dal Vivo in collaborazione con diversi soggetti – animano, infatti, i tanti spazi di quella che era la lavanderia del più grande ospedale psichiatrico d’Italia, ora diventata Centro di Residenza, dedicato alla danza e alla creazione contemporanea, unico caso in Piemonte. Un importante riconoscimento stabilito dal Mibac per differenziare quei luoghi in cui l’attività di residenza artistica è il focus del progetto, portata avanti con continuità e con relazioni nazionali e internazionali.
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati