Dismessi i panni di città-sede della FIFA World Cup 2018, la capitale russa si conferma una delle destinazioni mondiali più attrattive per i grandi studi internazionali e per gli appassionati di architettura. Non c’è solo l’attesa per la sede locale dell’Ermitage, su progetto dell’architetto di origini egiziane Hani Rashid di Asymptote Architecture di New York, a sollecitare l’attenzione globale. Fra riattivazione di complessi industriali e cantieri per la realizzazione di nuovi spazi culturali, Mosca si appresta a cambiare (di nuovo) aspetto nel giro di qualche anno. Dimostrando un occhio di riguardo per lo spazio pubblico a ridosso del centro.
GES 2 – RENZO PIANO
Attualmente in progress, il cantiere avviato nel 2015 da RBWB – con APEX Project Bureau (Mosca) e A. Belvedere, in qualità di partner in charge – su commessa della V-A-C Foundation renderà una centrale elettrica di inizio Novecento un nuovo punto di riferimento della vita sociale e culturale della capitale russa. Il progetto prevede una combinazione di spazi di diverse dimensioni e altezze, così da assicurare nei circa 20mila mq a disposizione una molteplicità di condizioni spaziali adatte alle necessità dell’arte contemporanea e performativa. Situato nello stesso distretto del celebre Strelka Institute, GES 2 sarà anche dotato di un ristorante-caffetteria, una biblioteca, un auditorium, un bookshop, un anfiteatro all’aperto e un polo dedicato a formazione e didattica.
SILHOUETTE – MVRDV
Vincitore, nel gennaio 2018, del concorso indetto dalla società GK Osnova, lo studio di architettura fondato da Winy Maas, Jacob van Rijs e Nathalie de Vries ha progettato un complesso a uso misto di 52mila mq che prenderà forma nei prossimi anni. Il programma funzionale combina oltre 28mila mq di residenze – collocate nei piani superiori e disponibili in un’ampia gamma di configurazioni e dimensioni – con un centro sportivo, spazi commerciali e per il lavoro, un parcheggio e un supermercato, entrambi sotterranei. Silhouette è “un’astrazione del classico profilo dell’edificio a gradoni”, ha affermato van Rijs; all’esterno è identificato da facciate in ceramica rossa – evocazione dell’adiacente edificio costruttivista – alternate a generose aperture vetrate.
NEW TRETYAKOV GALLERY – OMA
“A causa delle sue dimensioni, è quasi impossibile considerarlo come un’entità omogenea”, ha affermato Rem Koolhaas a proposito dello stato attuale della New Tretyakov Gallery, ospitata dagli Anni Ottanta nell’edificio di oltre 61mila mq progettato da Nikolay Sukoyan e Yury Sheverdyaev, lungo la Moscova. A tre anni dall’apertura di Garage Museum of Contemporary Art, nel centralissimo Gorky Park, lo studio OMA è di nuovo attivo a Mosca. Per la ristrutturazione di questo complesso museale ha annunciato “il miglioramento dell’infrastruttura spaziale e l’eliminazione delle parti non funzionali”, in nome di una più rigorosa organizzazione in quattro macro-settori: Art Storage, Education Center, The Collection e Festival Hall.
HORIZONTAL SKYSCRAPERS – HERZOG & DE MEURON
Il pluripremiato studio svizzero, che appena fuori Mosca ha recentemente ultimato la sede dello Skolkovo Institute of Science and Technology, è attivo in città anche su un altro fronte. Nel 2017, infatti, è stato incaricato della riqualificazione di un’area industriale dismessa – 6 ettari – nel cuore della capitale. Fondata nel 1875, la Badaevskiy Brewery sarà aperta alla città: le strutture della dismessa fabbrica verranno restaurate e riportate in vita attraverso una pluralità di usi. Attorno alla preesistenza sorgeranno due blocchi residenziali sollevati a 35 metri da terra. Denominati “horizontal skyscrapers”, sono stati concepiti da Herzog & de Meuron come “a piece of city lifted up in the air”. E, per rendere lo slogan ancora più credibile, disporranno di facciate completamente vetrate con vista panoramica sul fiume e sulla città.
ZARYADYE PARK ‒ DILLER SCOFIDIO + RENFRO
Ha appena festeggiato il primo anno di apertura, Zaryadye Park, il “multiforme” parco di Mosca esteso su un’area di 14 ettari a due passi dalla Cattedrale di San Basilio, dal Cremlino e dalla Piazza Rossa. L’intervento, per il quale il team formato da Diller Scofidio + Renfro con Hargreaves Associates e Citymakers nel 2013 si è aggiudicato il concorso indetto dalla municipalità moscovita – erano pervenute 90 candidature da 27 Paesi –, rifiuta le definizioni univoche. L’espressione “Wild Urbanism”, impiegata per qualificare l’opera, intende restituirne la simultanea natura di parco, di piazza urbana, di spazio sociale, di destinazione culturale e di intrattenimento. Verde e architettura si intrecciano, ibridano, combinano, in una continua sovrapposizione di livelli, terrazze e attrazioni. Attraversando Zaryadye Park è possibile imbattersi in quattro diversi paesaggi identificativi della Russia – tundra, steppa, foresta e zone umide – e godere della vista sulla Moscova da una sinuosa passerella a sbalzo.
‒ Valentina Silvestrini
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #46
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