La Collezione Olbricht in mostra a Berlino
me Collectors Room, Berlino ‒ fino al 1° aprile 2019. A Berlino le opere fotografiche della Olbricht Collection dialogano con i manufatti della preziosa Wunderkammer nella eclettica sede me Collectors Room, luogo espositivo ma anche spazio per incontri e degustazione.
Rarità, preziosità e bizzarrie sono proprie delle Wunderkammer, come dell’arte contemporanea, che si spartiscono ‘mirabilia’ con reciproche ispirazioni estetiche. La Olbricht Collection, oltre a essere una delle collezioni private più estese in Europa, esprime a pieno tali possibili sconfinamenti nella sua sede permanente me Collectors Room Berlin, uno spazio di recente costituzione accanto allo storico KW Institute for Contemprary Art. Esposte a rotazione, intrecciando e sviscerando ogni possibile linea tematica, le opere si presentano ora nello stimolante itinerario The Moment is Eternity, curato da Annette Kicken e dedicato ai rapporti tra fotografia, esemplari rari e stravaganze di ogni genere. Qui il ‘meraviglioso’ asseconda non solo un bisogno di conoscenza sistematica ma una più generica ricerca di senso.
LA COLLEZIONE DI THOMAS OLBRICHT
Del resto, per sua stessa natura, l’enciclopedica raccolta di Thomas Olbricht, imprenditore ed endocrinologo dagli interessi eclettici, iniziato al collezionismo dallo zio Karl Ströher, genera quesiti esistenziali. Uno fra tanti: fino a che punto un’opera d’arte può stupire lo spettatore, favorendo nuovi modi di guardare al mondo, così come in passato l’oggetto stravagante incuteva interrogazioni filosofiche? Per esempio, ponendosi il problema della transitorietà, tema che in mostra è introdotto a mo’ di esergo dal poema Vermächtnis (1830), scritto da Goethe per riflettere sull’eternità e sulle possibilità di percepirne la portata attraverso una lucida comprensione del mondo.
Su questo fronte la fotografia aiuta, come dimostrano gli oltre sessanta artisti coinvolti, riuniti da suggestioni intorno a bellezza, sensualità, e tanto ancora, mai banali ma riunite in caustici montaggi che tengono insieme antico e presente. Come l’epocale raduno di personaggi illustri del XX secolo che August Sander allinea in un formato standard e ripetitivo per una comparazione di eguali al servizio dell’umanità.
GLI ARTISTI E IL CORPO
Il tema del corpo come luogo di sensualità e dolore compare nella tipologia estrema dell’Ecce Homo in uno struggente San Sebastiano di Dürer o nelle patinate versioni di Helmut Newton e Juergen Teller. Poi ripreso con taglio diverso nel crudo realismo dell’originale di Nick Ut, che fotografa la bambina colpita dal napalm, icona di un Vietnam efferato. Altri corpi: sociali e rappresentativi d’identità posticce per Cindy Sherman, laconicamente autoreferenziali per Lee Friedlander, multipli e disarmanti per Otto Steinert, pateticamente osceni in Wolfgang Tillmans, indicatori di un inesorabile divenire con il ciclo infinito delle Brown Sisters di Nicholas Nixon, pesti e sfaldati per Marlene Dumas, transfughi, dalla fotografia alla pittura e viceversa, per Gerhard Richter.
Alla fine del percorso la collezione, rianimata in sorprendenti associazioni con oggetti e preziosità che traducono fantasie, sogni e ossessioni, si trasforma in un gioco di specchi, in cui il bulimico accaparramento, proprio di ogni collezionista, si apre a interlocutori confronti.
‒ Marilena Di Tursi
Berlino// fino al 1° aprile 2019
The moment is Eternity ‒ Works from The Olbricht Collection
ME COLLECTORS ROOM BERLIN/ STIFTUNG OLBRICHT
Auguststraße 68
www.me-berlin.com
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