“Non resterà nulla”, è il commento che il portavoce della basilica di Notre Dame Andrè Finot ha rilasciato mentre è in corso l’incendio che sta devastando la cattedrale di Parigi. Sembrerebbe che a prendere fuoco sia stata per prima un’impalcatura (la cattedrale era in ristrutturazione), ma le fiamme sono poi divampate sul tetto, facendo crollare una delle famose guglie che rendono unico il profilo della struttura. Il tetto poi ha avuto la peggio ed è crollato; solo a tarda notte si è sancita la probabile salvezza almeno delle strutture portanti ma a lungo si è temuto addirittura per il crollo di una delle torri principali. Verso le undici di sera, dopo ore e ore di lotta contro le fiamme, i pompieri hanno diramato il comunicato: “la struttura di Notre Dame è salva“.
I PROBLEMI DELLA CATTEDRALE
La struttura presentava seri problemi da sempre. Anzi, stando al famoso romanzo che ha reso celebre l’architettura nel mondo, scritto da Victor Hugo nel 1831, già all’epoca della pubblicazione del famoso testo versava in uno stato di grave abbandono. Tanti i restauri subiti, ma mai complessivi. L’ultimo, come scrivevamo già qui un anno fa, era stato realizzato nel 2013, interessando solo organo e campane. Nel frattempo però i segni del tempo e dell’inquinamento si erano fatti sentire, danneggiando fortemente le pareti, porzioni di tetto e alcune delle statue. Nota per i suoi archi rampanti e i gargoyle, protagonisti di numerose pellicole e animazioni, affascinante e romantica, la cattedrale fu eretta tra il 1163 e il 1345 per volere del Vescovo Maurice de Sully, mentre fino alla seconda metà del XIV secolo furono realizzati numerosi interventi che hanno regalato alla Chiesa l’aspetto attuale. In stile gotico, presenta cinque navate dotate esclusivamente di tre cappelle radiali e negli anni della progettazione si presentava come l’epicentro di un vero e proprio piano di riqualificazione urbana, andando a intervenire anche sullo spazio circostante, attraverso ad esempio la creazione di una grande piazza.
UNA STORIA DIFFICILE
Molti, come detto, i restauri subiti. Nell’epoca della Rivoluzione Francese, inoltre la Cattedrale fu devastata: è solo verso la fine del XIX secolo che, grazie ad una petizione lanciata da un numero cospicuo ed influente di intellettuali, tra cui lo stesso Hugo, viene rimessa mano alla struttura, con un intervento che oggi sarebbe definito “com’era, dov’era”, andando infatti a riportare il tutto alla condizione primigenia uscendo da secoli di precarietà. Negli anni successivi però la chiesa prese di nuovo ad ammalorarsi e ad avere seri problemi di manutenzione. Nel 2016, di fronte alle condizioni di degrado cui versava già la Cattedrale (tanto da richiedere un finanziamento di 150 milioni di euro, contro i soli 2 milioni offerti annualmente dallo Stato – la Chiesa infatti appartiene allo Stato francese) era nata la fondazione Friends of Notre-Dame de Paris, ma negli Stati Uniti, con l’obiettivo di realizzare il fund raising necessario al restauro. Nel sito della Fondazione ancora si legge: “la guglia di quasi 100 m di altezza e i 12 apostoli che la incoronano hanno un gran numero di crepe e fessure, l’invecchiamento della pietra e di tutti i contrafforti volanti sta causando problemi per la stabilità dell’intero edificio, molti pinnacoli e gargoyle sono in rovina o sono caduti e la struttura di piombo delle finestre macchiate di vetro è indebolita”. Insomma, un disastro annunciato per certi versi. Oggi il tetto della chiesa non c’è più e sono andati probabilmente perduti la maggior parte degli oggetti di culto.
I RESTAURI PRIMA DEL DISASTRO
I restauri erano cominciati proprio la scorsa settimana. Avevano fatto il giro del mondo le immagini delle statue “volanti” dei 12 apostoli e di Gesù, rimosse per via aerea dalla sommità della cattedrale, con la promessa di farvi ritorno nel 2022. Per facilitare il trasporto, le sculture in rame sono state decapitate ed estratte da una gru alta 100 m. Sono state poi portate in un laboratorio specializzato in Dordogna, con l’obiettivo di cancellare gli effetti atmosferici, saldare le incrinature, riparare le deformazioni e ripulirle fino a ritrovare il colore originale. L’intervento avrebbe permesso alle squadre inoltre di arrivare fino alla guglia e alla copertura in piombo, per consentire un restauro anche di quelle parti. Un intervento del costo di 11 milioni di euro che però non ha sortito gli effetti desiderati. Ora, se si vorrà ripristinare la funzionalità della cattedrale, bisognerà investire una cifra con qualche zero in più.
LE PAROLE DEL PRESIDENTE
Intanto il presidente Macron, nel suo discorso di fronte alle rovine fumanti della cattedrale, ha fatto appello alla speranza, alla storia e all’orgoglio francese e ha promesso: “la ricostruiremo, la ricostruiremo tutti assieme, da domani sarà lanciata una sottoscrizione nazionale e ricostruiremo Notre Dame perché è quello che la nostra storia merita ed è quello che i francesi attendono”. Il presidente ha poi lungamente indugiato in elogi ai pompieri, chiamandoli “soldati del fuoco” e spiegando che solo grazie al loro impegno il peggio è stato evitato all’ultimo momento.
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