Polvere e luce in quattro (cinque?) artisti italiani. Nel Principato
NM> Contemporary, Monaco – fino al 31 luglio 2019. Andrea Francolino, Goldschmied & Chiari, Sophie Ko e Serena Vestrucci: è il poker che Gaspare Luigi Marcone porta in Costa Azzurra. Per raccontare come la polvere possa illuminare la luce.
C’è una storia per tutto. Spesso priva di maiuscole, ma non per questo meno sintomatica. Quella della luce (nell’arte) è Storia, quella della polvere (nell’arte) è storia. Ma, per quanto possa sembrare paradossale, la seconda può talora illuminare la prima. Come nei passi affrettati e ansiosi di Arturo Bandini fra i grattacieli di Los Angeles in Ask the Dust (1939) di John Fante; come nell’Allevamento di polvere (1920) di Man Ray, che solletica il sonno del Grande Vetro di Duchamp; come la fuliggine che disegna i contorni dei libri di Claudio Parmiggiani.
Tutto questo per dire che la mostra disegnata da Gaspare Luigi Marcone a Monaco, con apertura in questi giorni della fiera Art Monte-Carlo, non si basa su una boutade, su un facile claim. Perché powder & light possono essere compagni di viaggio necessari l’una all’altra, e lo sono senz’altro – in disparate maniere – nelle opere degli italiani esposti nelle sale di NM> Contemporary: nelle micro-particelle dei vetri infranti e ricomposti da Andrea Francolino (1979), nei fumogeni che disegnano traiettorie cromatiche in Goldschmied & Chiari (1975 e 1971), nel pigmento puro di Sophie Ko (1981) e nei paesaggi “truccati” di Serena Vestrucci (1986). Mentre polvere d’acqua cade dal cielo, è difficile aspirare a un passatempo migliore.
– Marco Enrico Giacomelli
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