Marsiglia mediterranea. Dalle fiere a Manifesta

Marsiglia, città mediterranea e dal carattere ribelle, più antica città francese per fondazione e seconda per popolazione, si presenta come uno dei luoghi privilegiati per una serie di progetti che, tra arte e multidisciplinarietà, riflettono la congiunzione tra l’economia mediterranea e il sistema globale. Come dimostrato dalla fiera Art-O-Rama e dai temi della prossima Manifesta.

Mediterraneo è un termine molto complesso, mutevole e costantemente in evoluzione. Più che a un’identità mediterranea, bisognerebbe pensare alle identità mediterranee”, tiene a precisare Salma Tuqan, direttrice della Delfina Foundation e curatrice del programma di talk tenutosi durante la fiera Art-O-Rama. La serie di talk che la curatrice ha organizzato per la fiera marsigliese ha coinvolto gli artisti Fallen Fruit, la ricercatrice e curatrice Pelin Tan, e il collettivo di urbanisti e ricercatori New South. Salma aggiunge: “I talk fanno riferimento a questioni urgenti che stiamo affrontando oggi, tra le quali i cambiamenti climatici e la necessità di vivere in armonia con la natura, la migrazione e l’idea di i confini, le conseguenze del colonialismo”. Infine tiene a precisare l’interesse verso la scena artistica marsigliese e il suo ruolo nel contesto del Mediterraneo, che diventa sembra più attrattivo, con realtà tra le quali la residenza internazionale Triangle, il nuovo spazio indipendente SISSI o il CIRVA.
La 13esima edizione di Art-O-Rama si è svolta sotto la direzione di Véronique Collard Bovy e di Jérôme Pantalacci, includendo la partecipazione di 31 gallerie, una sezione dedicata alle case editrici, e un premio intitolato alla giovane creatività locale.

LE GALLERIE

Quest’anno Art-O-Rama è ritornata alla location della Friche Belle de Mai e ha visto importanti collaborazioni tra cui il sodalizio con la fiera d’arte d’Istanbul. Tra le gallerie italiane che vi hanno partecipato, ricordiamo Fanta, (Milano) ‒ al suo debutto fieristico ‒ che ha portato in stand il lavoro di Alessandro Agudio; Norma Mangione, (Torino), il cui stand ha ospitato le sculture di Francesco Pedraglio e la pittura dell’artista tedesca Stefanie Popp; VEDA, (Firenze), vincitrice del premio Roger Pailhas con il lavoro dell’artista inglese Dominique White; Galleria Six (Milano), C+ N Canepaneri, (Milano) con l’opera dell’artista francese Gillian Brett; Ermes-Ermes (di base a Vienna) che ha esposto i disegni di Nicola Pecoraro e alcune opere della serie Myths & Clichés di Nicole Gravier. Altri artisti italiani presenti in fiera: Giovanni Copelli nello stand di South way Studio; Davide Bertocchi, che ha co-curato con Sergio Verasteghi lo stand di More Project con un originale progetto composto da vinili musicali rivistati da vari artisti.

Galerie Jérôme Poggi, Parigi, Art O Rama 2019, Marsiglia, credit Art O Rama © Jean Christophe Lett

Galerie Jérôme Poggi, Parigi, Art O Rama 2019, Marsiglia, credit Art O Rama © Jean Christophe Lett

MANIFESTA 2020

Infine Marsiglia si prepara a ospitare la prossima Manifesta, la Biennale europea e nomade diretta da Hedwig Fijen. Si tratta della prima edizione in Francia, in una città dalla numerose contraddizioni e che, proprio in virtù di questo suo carattere e del suo statuto “periferico”, vuole porsi criticamente nei confronti del sistema e avvicinarsi a memorie non istituzionalizzate. La metodologia adottata è quella di lavorare con un team transdisciplinare composto da ricercatori, architetti, urbanisti, curatori, artisti, e di iniziare a operare sulla città a partire da uno studio urbanistico specializzato, in continuità con quanto fatto a Palermo.
A Marsiglia Manifesta sta lavorando con lo studio urbanistico MVRDV e ha annunciato il suo team curatoriale composto da personalità internazionali quali Marina Otero Verzier, la curatrice russa Katerina Chuchalina, Stefan Kalmár, il quale ha vissuto dodici anni a Marsiglia e attualmente è direttore dell’ICA di Londra, e Alya Sebti, attuale direttrice dell’ifa Gallery di Berlino. Durante Art- O-Rama Alya Sebti ha tenuto una conversazione con l’artista Lydia Ourahmane. I temi affrontati ‒ la vulnerabilità, i traumi e le condizioni che spingono a portare avanti un lavoro artistico anche in condizioni molto precarie e quasi “impossibili” ‒ si nutrono delle vicende personali dell’artista, ma sono comuni anche alle traiettorie delle curatrice, la quale ci racconta come il Mediterraneo per lei sia sempre stato uno spazio di movimento. “Sono nata in Marocco, ho vissuto in Francia e Italia, prima di ritornare in Marocco e poi ritornare a Berlino”. Il titolo scelto per Manifesta 2020 è Traits d’union.s e, come ha sottolineato ancora Alya Sebti, con Manifesta Marsiglia si muoverà in questa direzione, esplorare il trait d’union che anche geograficamente raccoglie e incapsula diverse dimensioni, storie e traiettorie connesse al Mediterraneo.

Sonia D’Alto

https://art-o-rama.fr/
http://www.manifesta13.org

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Sonia D'Alto

Sonia D'Alto

Sonia D'Alto è ricercatrice, scrittrice e curatrice. Attualmente è dottoranda in documenta studies, Kassel. È parte del comitato scientifico della Fondazione Adolfo Pini di Milano, dove, all’interno di “Casa dei Saperi” ha curato il programma biennale Nuove Utopie. Ha organizzato…

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