L’inventrice della minigonna, Mary Quant (Blackheath, 1934), è protagonista della prima retrospettiva internazionale dedicata alla sua carriera di stilista, presso il Victoria & Albert Museum di Londra. La mostra, curata da Steph Wood e Jenny Lister, ripercorre gli anni dal 1955 al 1975 ed esplora la rivoluzione lanciata da Quant nel campo della moda, influenzando non solo il mercato britannico, ma anche quello mondiale. A partire dal famoso logo della margherita stilizzata, disegni giocosi, pantaloni caldi e minigonne abbinate a vivaci collant e trucco, tessuti plastici e linee a trapezio e geometrie rigorose hanno contraddistinto un nuovo concetto di abbigliamento, dedicato a una generazione più giovane. Animata dall’idea che la moda non solo non sia frivola, ma debba essere accessibile a tutti in quanto parte dell’essere vivi, Quant cavalca l’onda della nuova emancipazione femminile e si afferma nel mondo dell’imprenditoria, esportando il suo marchio negli Stati Uniti. Nel 1966 riceve la prima onorificenza di Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico, per i servizi resi nel campo della moda. L’immagine di Quant si lega ai principali attori della Swinging London, divenendone lei stessa una icona, spesso immortalata negli scatti di David Bailey, il fotografo che più di chiunque altro, a partire dalle immagini culto di Twiggy, dei Beatles, dei Rolling Stones e molti altri, ha saputo eternare nei suoi scatti il fervore di quegli anni.
LA MOSTRA
Allestita su due piani, la mostra offre un ampio scorcio sulle innovative collezioni della designer, proponendo la più grande collezione pubblica di abiti Quant al mondo, con oltre 120 capi, nonché accessori, cosmetici, schizzi e fotografie, la maggior parte delle quali mai esposte prima. All’ingresso i visitatori possono immergersi nella scena del dopoguerra a Londra, rievocando il 1955 e il periodo dell’apertura del negozio sperimentale Bazaar, a Chelsea, successivamente sostituito dall’elegante boutique nell’aristocratica Knightsbridge. L’innovativa collezione di colorati soprabiti impermeabili, gli abiti spesso ispirati a grembiuli da scolaretta o sartoria maschile stimolano le giovani donne a ribellarsi alla tradizione delle loro madri, proponendo un look che richiama immediatamente l’attenzione della stampa.
Al piano superiore, passando per le bambole Daisy, ideate da Quant e rivali di Barbie, proseguendo con capi di biancheria e abiti dal taglio rivoluzionario e divertente, si può notare come il marchio di Mary Quant sia riuscito a imporsi, trasformandosi da piccola boutique a etichetta internazionale, rendendo la moda firmata alla portata delle donne che lavorano e creando l’iconografico street style britannico, che non ha mai cessato di influenzare la moda globale. Grazie ai servizi resi alla moda britannica, cinque anni fa, Quant ha ricevuto l’onorificenza di Dama Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico.
‒ Elena Arzani
Londra // fino al 16 febbraio 2020
Mary Quant
VICTORIA & ALBERT MUSEUM
Cromwell Road
www.vam.ac.uk
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