È morto a 82 anni John Giorno, poeta, artista e attivista americano

È morto a New York venerdì 11 ottobre all’età di 82 anni il leggendario artista, poeta e attivista John Giorno. Aveva 82 anni

È morto all’età di 82 anni John Giorno, leggendaria figura del panorama artistico e letterario internazionale. Giorno, nato a New York nel 1936, è scomparso nella stessa città. Di origine italiana, la sua famiglia proveniva dalla provincia di Matera, da quella Aliano protagonista di Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi, e da Tursi, che gli ha anche conferito la cittadinanza onoraria. Attivista LGBTQ, Giorno fu anche il soggetto del film Sleep di Andy Warhol, creato nel 1963 (nello stesso anno realizzano insieme anche John Washing). A confermare la notizia della scomparsa dell’artista, riporta Art News, Almine Rech e Sperone Westwater, sue gallerie, mentre in Italia un accorato post della ex galleria Raucci\Santamaria dà il triste annuncio su Instagram.

LA POP ART E LA BEAT GENERATION

Oltre ad essere stato tra le figure più attive della Beat Generation, Giorno è stato molto vicino agli artisti della Pop Art: non solo Warhol, ma anche Bob Rauschenberg e Jasper Johns. Una vita avventurosa la sua, che lo vede nei primi anni della carriera agente di borsa, poi nel 1962 l’incontro con Warhol alla galleria di Eleanor Ward. La frequentazione con questi artisti lo conduce ad utilizzare le tecniche di appropriazione tipiche della dimensione postmoderna, applicate alla poesia. Ed è così che nasce The American Book of the Dead (1964). L’arte e la poesia gli permettono inoltre di incontrare altre figure nevralgiche del dibattito di quegli anni, ad esempio William Burroughs.

DIAL-A – POEM E ALTRI PROGETTI

Tra i suoi progetti più celebri, che hanno portato il pubblico verso nuove forme di sperimentazione letteraria, c’è il Dial-A-Poem. Creato nel 1969 presso il MoMA di New York, rende disponibili al telefono alcuni testi poetici, registrati in vinile. Ma prima ancora, nel 1965, fonda il Giorno Poetry Systems, un collettivo e un’organizzazione non profit nata con la finalità di mettere la poesia e l’arte in contatto con il grande pubblico, usando tecniche di comunicazione innovative. Da questo progetto scaturiscono negli anni ’70 anche una serie di vinili e sono tantissimi gli artisti e i poeti che hanno collaborato all’impresa. Non solo Burroughs, ma anche John Ashbery, Ted Berrigan, Patti Smith, Laurie Anderson, Philip Glass, ancora Robert Rauschenberg e il fotografo Robert Mapplethorpe. Nel 1971 ha girato September of Jessor Road, che coinvolge inoltre uno dei padri della beat generation, Allen Ginsberg. Come molti intellettuali dell’epoca Giorno partecipò a quel sentimento politico che protestava contro la guerra in Vietnam e fu molto affascinato dal buddismo, soprattutto in seguito ad un suo viaggio in India, tanto da diventare uno dei primi studenti occidentali del buddismo tibetano, contribuendo alla diffusione dei precetti negli Stati Uniti e portando queste sue conoscenze anche nella poesia.

L’ATTIVISMO

Sempre più performativa, la sua poesia ha influenzato anche molti musicisti della scena industrial, come i Suicide e Throbbing Gristle, fino a realizzare nel 1982 un album con Glenn Branca (ma è anche comparso in un video dei R.E.M nel 2011). Due anni più tardi comincia il suo impegno nella lotta contro l’AIDS, che si concretizza in una charity ancora oggi esistente e in prima linea in questa battaglia. Nel 2007 compare nel film di Antonello Faretta Nine Poems in Basilicata, che racconta il suo lavoro.

Ugo Rondinone - I love John Giorno - veduta della mostra presso il Palais de Tokyo, Parigi 2015 - photo André Morin - courtesy l'artista

Ugo Rondinone – I love John Giorno – veduta della mostra presso il Palais de Tokyo, Parigi 2015 – photo André Morin – courtesy l’artista

I LOVE JOHN GIORNO

Nel 2015 il Palais de Tokyo di Parigi gli dedica la mostra I ♥ ︎ John Giorno, curata dal suo compagno di vita, l’artista Ugo Rondinone: un ritratto prismatico dell’artista, una retrospettiva a tutto tondo e un omaggio. Di questa mostra Teresa Macrì ci aveva raccontato: “Sono stata incantata da John Giorno definitivamente alla sua mostra: I ♥ Love John Giorno al Palais de Tokyo, curata da Ugo Rondinone. Una esperienza percettiva pluri -sensoriale, la cui fusione dei linguaggi poesia, arte visuale, performance, musica era una galassia di sensazioni, paradigmi e immagini che avviluppavano l’osservatore/l’ascoltatore. John è irridente e tenero, scandaloso e dolce, ma pulsante fino all’ultima sua cellula”.
Proprio la Macrì ha curato l’ultima mostra cui ha partecipato in Italia, You Got to Burn to Shine, inaugurata lo scorso febbraio presso La Galleria Nazionale di Roma. In quella occasione era stato presentato il “mitico Dial-A-Poem (il rivoluzionario telefono da cui è possibile ascoltare in loop oltre 200 poesie da Giorno a  Burroughs da Patty Smith a David Byrne, Nick Cave a Gregory Corso) e i suoi poem print del ciclo di God s Man Made”.

Santa Nastro

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Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

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