Un Leonardo alla National Gallery di Londra. E che Leonardo, La Vergine delle Roccegià nella collezione della National Gallery di Londra (uno dei capolavori più importanti dell’istituzione londinese) ed alla quale è stata dedicata, in occasione dei 500 anni dalla morte di Leonardo, l’apposita mostra (aperta fino al 12 gennaio 2020) “Leonardo, Experience a Masterpiece”con lo splendido catalogo curato da Leah Kharibian. La mostra si basa di fatto sull’esposizione di un singolo capolavoro e conduce i visitatori in un viaggio immersivo lungo il processo creativo di Leonardo, focalizzando l’attenzione sui suoi studi sulla luce e sulle ombre, sulle forme tridimensionali e sulla tecnica di disegno ed è divisa in tre aree alle quali si accede da una grande sala a rappresentare una piazza.
LO STUDIO DI LEONARDO DA VINCI
Nell’area dello “studio” di Leonardo vengono analizzate ed evidenziate, attraverso efficaci sistemi di videoproiezione, le differenze con la prima versione dell’opera, custodita al Louvre di Parigi. La sala ricostruisce quello che poteva essere lo studio del maestro dividendo però lo spazio con l’ambientazione dei laboratori della National Gallery dove le ricerche condotte nel 2005-06 e nel 2008-10 hanno rivelato molte sorprese. Ad esempio su come Leonardo ha evoluto la scena, le figure e le luci rappresentate nella seconda versione del capolavoro, quella appunto custodita, dal 1880, alla National Gallery. Il riferimento e l’ambientazione tra le ‘rocce’ riconduce agli studi di Leonardo sulle formazioni geologiche.
La seconda sala è specificatamente dedicata proprio agli studi di Leonardo sulle luci e sulle ombre, con vari oggetti cui il pubblico può interagire modificando le fonti luminose – e sinceramente delude parecchio come contenuti-.
VERSO IL CAPOLAVORO
La terza sala conduce proprio al capolavoro di Leonardo, dopo una serie di pannelli su cui sono proiettate piante e ricostruzioni della Chiesa di San Francesco Grande a Milano (che conteneva l’opera nel 1508) i visitatori sono condotti ad una sala dove, con un efficace sistema di fotomapping è ricostruito l’altare della cappella Confraternita dell’Immacolata Concezione con la pala di Leonardo collocata al centro. L’effetto visivo è molto coinvolgente e realistico (anche se distrae un po’ dall’attenzione richiesta dall’opera esposta) visto che simula anche le ombre e le luci generate dalla luce solare filtrata dalle finestre della cappella e di cui sicuramente Leonardo aveva tenuto conto. Chapeau ai curatori Caroline Campbelle Amanda Lillieche han trovato il modo per far vedere a pagamento (£18) un’opera che normalmente si vede gratis nella stessa National Gallery, però bisogna rilevare come questo tentativo di ‘immergere’ digitalmente il pubblico nell’arte sia risultato alquanto deludente mancando di specifici contesti e chiare descrizioni, sia nella sala dello studio che in quella della ‘luce’ e per finire in quella delle proiezioni della Chiesa.
-Mario Bucolo
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