Non fatevi ingannare da quel “primitivi” che definisce gli artisti cui si deve l’abc della maniera fiamminga: dal Quattrocento a oggi, le Fiandre continuano a essere una fucina creativa di tutto rispetto, mantenendo viva nel presente la visionarietà che contraddistingueva gli antichi maestri. A dare prova di questo fil rouge ininterrotto è stata anche la mostra conclusasi a luglio nel Castello di Gaasbeek, sullo sfondo del Brabante.
Feast of Fools. Bruegel Rediscovered ha approfondito l’influenza esercitata dall’illustre predecessore sulle generazioni di artisti successive, senza dimenticare quelle contemporanee. Dirk Braeckman, Jimmie Durham, Christoph Fink, Jan Van Imschoot, Ornaghi & Prestinari, Pascale Marthine Tayou e Grazia Toderi sono solo alcuni degli autori che hanno raccolto il testimone di Bruegel, declinandone la lezione, il realismo e la lucidità di sguardo nel linguaggio di oggi.
‒ Arianna Testino
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #51 – Speciale Fiandre
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JOS DE GRUYTER & HARALD THYS
Ma gli esempi non si esauriscono di certo qui. Basti pensare, restringendo di molto il campo, ai “fiamminghi contemporanei” che hanno transitato per Venezia – da sempre interlocutrice delle Fiandre – durante gli ultimi anni, in occasione di mostre e Biennali.
Ed è proprio la Biennale d’Arte diretta quest’anno da Ralph Rugoff a dare voce a Jos de Gruyter & Harald Thys, protagonisti del Padiglione belga curato da Anne-Claire Schmitz. Mondo Cane mescola utopia e distopia e affianca un universo fatto di attività artigiane a una realtà abitata da psicopatici, zombie ed emarginati. Separate da sbarre, le due “tipologie” di individui non si incontreranno mai, innescando una riflessione su stereotipi e pregiudizi e restituendo un disincantato affresco dell’epoca attuale.
Restando in tema di artisti visionari, non possono mancare all’appello Jan Fabre e Luc Tuymans, saliti entrambi sul palcoscenico espositivo lagunare.
JAN FABRE
Impegnato in una ricerca nella quale confluiscono la passione per la materia – dal vetro alle ossa ‒ Jan Fabre, originario di Anversa, scompone il mosaico dell’esistenza e lo ricompone in forme nuove, a volte brutali altre poetiche. Succedeva tra le sale dell’Abbazia di San Gregorio, ospiti, nel 2017, della mostra Glass and Bone Sculptures 1977-2017 ed è successo di recente nel giardino del Palazzo Balbi Valier, dove è stata collocata la celebre installazione in foglia d’oro The Man who Measures the Clouds (Monument to the Measure of the Immeasurable). Il basso e l’alto, l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo, la cinica vita di ogni giorno e la poesia dell’esistenza convivono nell’opera di Fabre, che si destreggia fra gli opposti, e fra le diverse tecniche artistiche, in maniera invidiabile.
LUC TUYMANS
Resta più fedele alla pittura, ma senza disdegnare qualche incursione nella curatela, Luc Tuymans, che nel 2018 ha progettato la mostra Sanguine al Museo d’arte contemporanea M HKA di Anversa, durante l’anno dedicato a Rubens. Un dialogo fra Barocco e contemporaneità, che ha raggiunto anche la Fondazione Prada di Milano, evidenziando i parallelismi, e i cambi di direzione, tra passato e presente.
Un presente che l’artista nato a Mortsel pone al centro della sua pittura, cogliendone i dettagli, le efferatezze e mettendolo costantemente in discussione. Volti, paesaggi, animali, ma anche richiami alla Storia si susseguono nei dipinti di Tuymans, che ha imparato dai suoi predecessori a maneggiare con grande rigore un’indole visionaria, come testimoniato dalla monografica La Pelle, tuttora allestita a Palazzo Grassi.
AXEL VERVOORDT
È un’indole visionaria anche quella che emerge dall’operato di Axel Vervoordt, collezionista illuminato originario di Anversa, deus ex machina del ciclo decennale di mostre andato in scena a Palazzo Fortuny sino al 2017. Nello stesso anno ha preso forma Kanaal, definita dallo stesso Vervoordt “un’isola culturale”: a poca distanza da Anversa, in una ex area industriale, il collezionista ha dato vita a una città che ruota attorno all’arte, un centro polifunzionale dove ha trovato dimora anche la sua galleria, fra loft, atelier, un panificio e un ristorante. Più visionario – e lungimirante – di così!
EXIT: IN VOLO CON BRUEGEL
Anche la Brussels Airlines rende omaggio a Pieter Bruegel il Vecchio nell’anno che lo vede protagonista, dedicandogli un aeromobile, il sesto della serie intitolata alle grandi icone delle arti. È toccato a Jos de Gruyter & Harald Thys realizzare l’opera che campeggia sulle due fiancate dell’Airbus A320. L’amore per i dettagli e un acuto sguardo sul mondo accomunano il duo belga al leggendario maestro, celebrato con un intervento che ne richiama lo stile e alcuni dei capolavori più noti – come La strage degli innocenti e La fuga in Egitto. Attivo sulle tratte europee e medio-orientali, l’aeroplano Bruegel rientra fra le celebrazioni dei Flemish Master nel triennio 2018-2020, diffondendone la conoscenza, anche ad alta quota.
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