Nasce Smithsonian Open Access: 2,8 milioni di immagini libere del più grande museo del mondo
La nuova piattaforma rimuove il copyright da milioni di contenuti digitali della galassia Smithsonian: 19 musei, 9 centri di ricerca, librerie, archivi. Dalla storia americana alle scansioni 3D di scheletri di dinosauri
Buone notizie per chi è alla ricerca del libero accesso a dati e immagini di carattere culturale per questioni non solo personali, ma anche commerciali. Il colosso americano Smithsonian Institution ha aperto, infatti, i propri archivi digitali e li ha resi di pubblico dominio grazie alla sua nuova piattaforma Smithsonian Open Access. Si tratta di un’iniziativa che rimuove le restrizioni del copyright da circa 2,8 milioni di immagini della sua collezione digitale e da quasi due secoli di dati, provenienti dai suoi 19 musei, 9 centri di ricerca, librerie, archivi e dallo Zoo Nazionale di Washington. Ciò significa che le persone di tutto il mondo possono ora scaricare, modificare e condividere contenuti ad accesso aperto per qualsiasi scopo, gratuitamente, senza ulteriore autorizzazione da parte dello Smithsonian, istituzione fondata a Washington nel 1846 grazie a un lascito dello scienziato britannico James Smithson (1765–1829).
COME FUNZIONA
“L’accesso aperto rientra pienamente nella missione principale dello Smithsonian: l’aumento e la diffusione delle conoscenze che la nostra istituzione promuove da quasi 175 anni“, dichiara John Davis, direttore ad interim del Cooper Hewitt Smithsonian Design Museum, che ha guidato l’iniziativa fin dalla sua nascita. “Con Smithsonian Open Access, invitiamo le persone di tutto il mondo a fare proprie queste conoscenze – condividendo e sviluppando in questo modo le nostre collezioni digitali per qualsiasi cosa, dalle opere creative, all’istruzione e alla ricerca accademica, alle innovazioni audaci che non abbiamo ancora immaginato“. Un invito già raccolto da artisti come Amy Karle che ha utilizzato una scansione 3D di uno scheletro di Triceratopo, un tipo di dinosauro erbivoro, del Museo Nazionale di Storia Naturale per creare nove sculture che esplorano l’impatto della tecnologia sull’evoluzione: solo da questo museo provengono 146 milioni di esemplari e manufatti scientifici su un totale di quasi 155 milioni tra oggetti, opere d’arte e esemplari che documentano la storia e il patrimonio della nazione americana, oltre a rappresentare la diversità naturale e culturale del mondo e che vanno a costituire le collezioni della galassia Smithsonian. Potrebbero esserci alcune restrizioni sui materiali ancora protetti da copyright – come i più recenti fenomeni della cultura pop, oggetti che l’Istituto non possiede ancora o che non sono ancora stati digitalizzati.
LE IMMAGINI DISPONIBILI
In precedenza, Smithsonian aveva reso disponibili online oltre 4,7 milioni di immagini per uso personale ed educativo, ma non commerciale. Ora, con Smithsonian Open Access, quasi 3 milioni di quelle immagini recano la dicitura Creative Commons Zero, ovvero senza obbligo di attribuzione, autorizzazione o commissione pagata alla Smithsonian che si impegna ad incrementare quella cifra, fino a raggiungere gli oltre 3 milioni di contenuti digitali ad accesso libero entro la fine del 2020.
– Claudia Giraud
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