Situazione musei in Germania. Alcune esperienze tra chi ha già riaperto e chi si prepara a farlo
In Germania la riapertura dei musei procede lenta e scaglionata, a seconda delle regole adottate dai diversi Lander. Abbiamo intervistato i direttori di alcune realtà artistiche per capire come si sono o si stanno riorganizzando.
Si parla già da tempo della Fase 2 nel Nord Europa, dove tra negozi e piccole realtà commerciali le imposizioni del lockdown hanno già gradualmente cominciato ad allentarsi dalla fine di aprile (vi parlavamo qui del caso delle gallerie in Austria). Tra questi paesi rientra la Germania, che in quanto stato federale aveva annunciato nello stesso periodo la parziale riapertura dei musei, autorizzata su base territoriale; Brandeburgo e Turingia tra le prime ad essere chiamate in causa. In realtà, le cose non sono così semplici: ai singoli musei resta comunque la facoltà di decidere se cogliere la prima occasione per riaprire i battenti oppure riservarsi ulteriore tempo per organizzarsi con tutte le misure necessarie.
LA RIAPERTURA DEL BLMK DI COTTBUS
Tra i musei che hanno già riaperto nel Brandeburgo c’è il BLMK – Brandenburgisches Landesmuseum für moderne Kunst, con sede a Francoforte e a Cottbus, città a est della Germania. “Come si può facilmente immaginare, ci siamo preparati alla riapertura con una rigorosa politica di nuove regole di igiene e di comportamento”, a parlare è Ulrike Kremeier, direttrice del BLMK, che ha riaperto le sue due sedi il 1° maggio. “Al fine di garantire che non ci saranno troppi visitatori nei musei, abbiamo definito un limite massimo per spazio espositivo di mostre e per le altre sale del museo. I visitatori sono anche invitati a utilizzare una scala per accedere ai piani superiori, e un’altra scala per scendere. Gli ascensori vengono generalmente usati da una persona alla volta e almeno ogni due ore il nostro personale disinfetta tutte le superfici che vengono spesso toccate dalle persone come maniglie, pulsanti, corrimani, ecc”. E prosegue, riportando l’attenzione su quello che è il ruolo primario del museo: quello educativo, che si tratti di cultura o, come in questo momento emergenziale, codici di comportamento necessari.
LA RIAPERTURA DEL BLMK: SOCIAL DISTANCING CREATIVO
Un lavoro che in questo caso è stato svolto affidandosi alla creatività: “oltre alle misure di sicurezza, offriamo anche programmi educativi per avere una migliore sensazione di distanza fisica. La maggior parte di noi non ha ancora interiorizzato la distanza fisica di 1,50 m. Gli studi hanno rilevato che finora la distanza di comfort in Europa Centrale nelle relazioni umane, sotto il punto di vista della comunicazione, è stata di 1,20 m! Camminando per la strada, si avverte continuamente una sensazione di insicurezza: quanto posso avvicinarmi, quanto devo stare lontano. Quindi è evidente: abbiamo bisogno di far pratica per capire davvero la misura del social distancing. In un museo ci sono possibilità ludiche e sperimentali per testarlo. Quindi negli spazi espositivi abbiamo installato ovunque indicatori colorati di 1,50 m in modo che per il visitatore possa essere facile (e divertente) creare una relazione con il proprio corpo e la propria percezione di questa distanza. Il programma si chiama ONEMETERFIFTY – DISTANCE/LESS. Mantieni la distanza dagli altri esseri umani e avvicinati all’arte!”. Ulrike Kremeier ha concluso con ottimismo, raccontando ad Artribune che fare del museo un luogo sicuro è possibile e prioritario, ma il massimo risultato è garantito dalla collaborazione di un pubblico ricettivo in grado di rispettare le norme e il contesto in cui si trova. Una strada da percorrere insieme per trovare una nuova forma di convivenza con il virus.
LA RIAPERTURA DI KUNSTVEREIN NEUHAUSE A STOCCARDA
Tuttavia, c’è chi non ha avuto l’opportunità di riaprire così in fretta. Un esempio ci giunge dalla periferia di Stoccarda (nello Stato di Baden-Württemberg) e riguarda il centro di produzione culturale e spazio espositivo Kunstverein Neuhausen. Mentre in questo stato la ripartenza dei musei è fissata per l’11 maggio, il KN non riaprirà addirittura prima del 20 giugno. Le attività da riorganizzare e le modalità a cui attenersi sono tante. “In origine il Kunstverein Neuhausen avrebbe celebrato il suo 25º anniversario il 16 maggio 2020, attraverso l’apertura della mostra BEYOND THE FRAME con 10 artisti”, racconta ad Artribune Susanne Jakob, direttrice dello spazio. “A causa del Covid-19, abbiamo dovuto cancellare l’apertura e la festa aperta ai nostri membri e visitatori, posticipandola. Queste sono le misure che adotteremo: non ci sarà nessun opening, solo visite individuali alla mostra dalle 3 del pomeriggio alle 8 di sera con opuscoli correlati. All’ingresso daremo istruzioni di indossare le mascherine e mantenere una distanza di almeno 2 metri e forniremo a chi ne ha bisogno disinfettanti per le mani. Ridurremo l’accesso a massimo 8 persone per volta e assumeremo personale a controllare. Non ci saranno catering, servizio bar né visite guidate; sul nostro sito http://kvnneuhausen.com mettiamo a disposizione tour virtuali e spiegazioni alle mostre”.
LA SITUAZIONE A BERLINO
Ancora musei serrati nella capitale tedesca, dove comunque ci si comincia a riorganizzare. “I musei statali, compresi i ‘catalizzatori turistici’ come il Pergamon, l’Alte Nationagalerie e la Gemälde Galerie, nonché una serie di istituti di ricerca e biblioteche, dovrebbero riaprire il 12 maggio. Ai visitatori viene chiesto, in quasi tutti i casi, di prenotare una fascia oraria online. Le visite guidate digitali rimarranno disponibili per coloro la cui salute non permetterà di visitare i musei”, secondo quanto riporta il The Guardian. I berlinesi, tuttavia, hanno potuto godere della riapertura del Giardino Botanico della città, che in questa stagione dà il meglio di sé. Nonostante la Germania non sia mai stata particolarmente restrittiva per quanto riguarda i parchi e le attività all’aria aperta, questo luogo può di nuovo accogliere il suo pubblico, con le dovute misure che tutti ormai conosciamo e l’ingresso contingentato di 1000 visitatori alla volta. Una linea guida che con tutta probabilità sarà accolta anche in Italia, privilegiando la riapertura dei siti culturali provvisti di parchi e giardini.
-Giulia Ronchi
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