Sigg Prize all’M+ di Hong Kong. Un premio e una borsa di studio per la ricerca sull’arte cinese
Il più grande collezionista di arte cinese e il gigante dei musei asiatici che aprirà nel 2021 e contiene una buona parte delle sue opere stringono ancora di più la loro partnership con un premio e una borsa di studio
La sua apertura al pubblico slitta ormai da anni, a maggior ragione ora, in piena pandemia, e proprio in Cina, al centro di un difficilissimo momento storico. Stiamo parlando di un gigante dei musei quale l’M+ di Hong Kong, una delle perle del West Kowloon Cultural District, progettato da Herzog & de Meuron e i cui lavori in corso dal 2012 dovrebbero essere completati a dicembre 2020, con data di opening fissata al 2021. Perché ne parliamo ora? Perché il museo ha appena annunciato il vincitore della prima edizione del Sigg Prize, il premio ideato dall’imprenditore svizzero amante della Cina Uli Sigg che ha donato parte della sua collezione di arte cinese proprio all’M+ (alcune di loro sono ora in mostra al Castello di Rivoli) e dedica questo riconoscimento alle nuove produzioni di questa nazione. Si tratta del giovane artista di Hong Kong Samson Young che ha convinto la giuria con un’installazione sonora ispirata alla musica di Ciajkovskij, ora in mostra all’M + Pavilion fino al 17 maggio 2020 accanto alle opere degli altri cinque finalisti.
COME FUNZIONA IL PREMIO E COME ACCEDERE
“Samson Young usa il suono come materiale, un una pratica sperimentale riferita alla sua formazione come compositore. Silenziando la melodia in una esecuzione orchestrale, mette in evidenza i suoni periferici”, si legge nella motivazione della giuria. “Con ironia, Young spinge l’audience a concentrarsi su ciò che spesso è trascurato oppure ignorato, oltre che sull’essenza della musica e sulle aspettative della collettività. Silenziando il suono dominante, il lavoro rispecchia elementi delle attuali dinamiche politiche”. Young si aggiudica un premio in denaro di HKD 500.000 (circa 60mila euro), mentre per gli altri finalisti, HKD 100.000 (circa 12mila euro). Il nuovo Sigg Prize, istituto nel 2018 dall’M+ di Hong Kong, con cadenza biennale, per dare un riconoscimento alle più influenti ricerche artistiche di artisti che sono nati o che lavorano in Cina, è, in realtà, un’emanazione del CCAA – Chinese Contemporary Art Award, fondato dallo stesso Uli Sigg nel 1998. Come anche il Sigg Fellowship for Chinese Art Research, vinto dal ricercatore con sede a Pechino Yang Zi, era precedentemente il CCAA Art Critic Prize, fondato dal collezionista nel 2007 per supportare nuove ricerche sull’arte cinese, nel dialogo con le collezioni M +.
LE PAROLE DI ULI SIGG
Ma la spiegazione di tutti questi cambiamenti arriva dalle parole di Sigg che conclude così: “Sono emozionato di vedere la prima edizione del Sigg Prize e del Fellowship. Con il suo sguardo globale, il Sigg Prize esprime il carattere internazionale dell’arte contemporanea cinese e farà in modo che il pubblico di tutto il mondo possa avere l’opportunità di conoscere il lavoro degli artisti della regione cinese. Proseguendo il CCAA, il Sigg Prize sarà una voce importante nel discorso sulle pratiche artistiche attuali. Mentre il Sigg Fellowship è un programma sperimentale dedicato alla ricerca teorica e continua il lavoro del CCAA Art Critic Award”.
– Claudia Giraud
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