A rischio la Cineteca Nazionale di San Paolo in Brasile. Ecco perché è un affare anche italiano
Quattro incendi dal 2016 e un allagamento: una delle collezioni sul cinema più grandi del mondo è a rischio. L’appello degli intellettuali brasiliani: “le immagini del nostro passato saranno gli spettri del collasso della nazione”
Nel 2018 un incendio nel Museo Nazionale di Rio de Janeiro ridusse in cenere la quasi totalità dei 20mila oggetti conservati, compreso lo scheletro di Luzia, il più antico fossile umano mai ritrovato E così Luzia , donna preistorica che una caverna aveva protetto per 12mila anni , fu distrutta in soli 50 dalla infinita presunzione di uomini moderni che decisero di “conservarla” in un luogo a cui però si dimenticarono di dare fondi.
IL MUSEO NAZIONALE DI RIO DE JANEIRO: UNA TRAGEDIA ANNUNCIATA?
Tragedia annunciata si disse accusando il governo del Brasile: tagli su tagli alla sicurezza, risparmio addirittura sul sistema antincendio, inascoltato allarme dei direttori e conservatori ….
Mai più, si disse. Invece eccoci, di fronte a un’altra tragedia annunciata. E non meno grave perché rischia di cancellare stavolta una memoria più giovane e a noi contemporanea.
Come il Museo Nazionale, ecco che anche la Cineteca di San Paolo è rimasta senza fondi, neanche un soldo dai primi di maggio, niente stipendi e figuriamoci poi se c’è un real per climatizzare o prevenire acqua e fuoco. Eppure quei 250mila rulli di pellicola, 40mila titoli di film, un milione di materiale combustibile fatto di foto, carteggi, libri, storyboard, liste dialoghi, sceneggiature originali, non conservano solo l’immaginario di quell’immenso e magico paese che è il Brasile, ma tutte le sottili connessioni con la storia del cinema mondiale.
LA CINETECA DI RIO DE JANEIRO: UN PATRIMONIO ANCHE ITALIANO
Perché c’è di tutto, tra scaffali e magazzini, dai filmati che riprendono Ungaretti nel ruolo di ponte fra la nostra e la loro letteratura; dalle commedie anni Cinquanta firmate Luciano Salce o Adolfo Celi, dal musicarello brasiliano con Carmen Miranda alle invettive tv di Glauber Rocha contro il mondo e il cinema borghese, dai filmini amatoriali alle comparsate di Hélio Oiticica nei film di Glauber ( vedi “Cancer”), ai documentari sulle imprese impossibili come fu la costruzione di Brasilia o il lungomare di Rio. E soprattutto c’è il Cinema Novo ma anche l’anti Cinema Novo quello della scuola di San Paolo battezzata “Underground” o “udigrudi” come lo storpiava Glauber Rocha che disprezzava (ma anche ammirava) la sperimentazione e la discesa nel “genere” di opere come “O Bandido da Luz Vermelha” un pulp fiction ante-litteram di Rogéiro Sganzerla, l’horror grottesco di Zè do Caixao o la follia di un “Hitler Terceiro Mundo” de José Agrippino de Paula fondatore del Tropicalismo.
Un cinema libero, di ricerca e magico che affronta in tempi non sospetti il tema dei generi arrivando a assorbire dal cinema giapponese persino i film di yakuza, amati dall’immensa comunità nipponica di base a San Paolo.
LA CINETECA DI RIO DE JANEIRO: L’APPELLO
Cosa perderemo allora se un’altra volta il fuoco (come nel 2016) o l’acqua (come nel febbraio scorso), invadono definitivamente i magazzini di Vila Leopoldina, sede della cineteca?
Cosa non avremo più dal momento che molto poco a causa delle scarse risorse è stato digitalizzato?
Quali immagini si salveranno? O forse una sola: ovvero “lo spettro del collasso di una nazione” come hanno scritto intellettuali, cinefili e cineasti in un appello disperato alla comunità internazionale?
E allora val la pena di divulgarlo e firmarlo questo appello perché è inaccettabile che ancora una volta un patrimonio dell’umanità sia preda di una così colpevole trascuratezza.
LA LETTERA DELLA CINEMATECA BRASILEIRA
Eccolo:
Cinemateca Brasileira chiede aiuto
Cinemateca Brasileira, il più grande archivio cinematografico brasiliano, le cui traiettorie sono state riconosciute a livello Internazionale, sta affrontando una situazione urgente. Giunti alla metà di maggio non ha ancora ricevuto alcuna porzione del suo budget annuale, stimato circa 12 milioni di Real (un po’ più di due milioni di dollari). Dopo aver subito un intervento da parte del Ministero della Cultura nel 2013 che ne ha dismesso il board e ne ha rimosso l’autonomia operativa, la cineteca sta affrontando un continuo processo di indebolimento che culmina nell’attuale minaccia di totale paralisi. La Cineteca è responsabile della sicurezza di un’enorme collezione audiovisiva in Sud America, la cui conservazione richiede una cura permanente da parte di tecnici specializzati e il mantenimento di strettissimi parametri di conservazione a basse temperature e nella corretta umidità.
Collezioni pubbliche e private che costituiscono la memoria audiovisiva del Paese sono custodite qui. Oltre al loro intrinseco valore culturale, le produzioni nazionali generano valore economico, sono una risorsa in termini di reddito che mantiene il dinamismo del settore. La minaccia che incombe su Cinemateca non è solo la distruzione di valori simbolici, ma anche tangibili. Il contratto stretto dal Governo Federale con la Social Organization che gestisce Cinemateca – Associação de Comunicação Educativa Roquete Pinto (ACERP) è terminato su iniziativa del Ministero della Pubblica Istruzione. L’attuale Segretariato Speciale per la cultura che è responsabile per la Cineteca ha le proprie funzioni amministrative divise tra due Ministeri, Cittadinanza e Turismo.
Una situazione schizofrenica che rende difficile per il governo di agire con la necessaria urgenza e per prevenire il collasso della cineteca, mentre la pubblica amministrazione si dedica a disegnare una soluzione a lungo termine. Se il budget della Cineteca non sarà immediatamente trasferito ad ACERP, assicurando il mantenimento del numero minimo di lavoratori e le condizioni fisiche di conservazione, non ci sarà bisogno di una prospettiva futura, perché avremo comunque raggiunto una soluzione finale.
La negligenza del Segretariato per l’ Audiovisivo del precedente Ministero della Cultura verso la Cineteca ha avuto come conseguenza l’incendio del 2016 – il quarto che ha colpito l’istituzione nella sua storia – nel quale migliaia di bobine o film sono andati completamente persi, un fatto che ai tempi fu snobbato dalle autorità che non hanno preso nessuna misura per riparare o prevenire da futuri incidenti.
A febbraio di quest’anno la sede della Cineteca in Vila Leopoldina a San Paolo, che ospita parte della collezione, è stata colpita da un allagamento. Ancora una volta, il Segretariato per l’Audiovisivo si è astenuto dalle proprie responsabilità, non ha chiarito la natura delle perdite, non ha adottato misure per proteggere le collezioni danneggiate.
Se l’indifferenza riguardo al futuro del patrimonio audiovisivo brasiliano persiste, le conseguenze saranno più che severe. Senza la cura dei tecnici le condizioni di conservazione dell’intera collezione deterioreranno in maniera irreversibile. In questo caso, quando l’aiuto del Brasile arriverà, le immagini del nostro passato saranno diventati gli spettri del collasso della nostra nazione.
– Alessandra Mammì
Per firmare la petizione
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