Germano Celant, l’erudito. Il ricordo di Juan Ignacio Vidarte direttore del Guggenheim di Bilbao
A quattro mesi dalla scomparsa dell’importante critico italiano, Juan Ignacio Vidarte, direttore Generale del Museo Guggenheim di Bilbao invia ad Artribune una nota per omaggiare e commemorare l’indimenticato Germano Celant. Mentre si chiude la mostra da lui ideata, dedicata a Richard Artschwager
Il Museo Guggenheim Bilbao vuole rendere omaggio a Germano Celant (Genova, 1940 – Milano, 2020) in occasione della chiusura dell’esposizione Richard Artschwager, ultimo progetto svolto da colui che fu un ammirato collaboratore, un interlocutore abituale e una presenza ispiratrice sia per questo museo che per il complesso di musei Guggenheim per oltre trent’anni.
LA MOSTRA SU RICHARD ARTSCHWAGER
La notevole retrospettiva di Artschwager, presentata tra febbraio e agosto 2020 e organizzata in collaborazione con il MART Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, ha l’inconfondibile marchio dello stile curatoriale, esplosivo e bello, di Germano Celant. Il percorso quasi labirintico, pieno di sorprese, associazioni di idee e opere, la sintesi narrativa e l’umore avranno sicuramente colpito coloro che l’hanno visitata di persona o virtualmente in questo insolito anno che ci ha portato via, oltre a molte altre persone care, lo stesso Germano. Questa sarebbe stata la sua quinta grande esposizione a Bilbao, dopo le memorabili presentazioni dedicate a Andy Warhol (1999–2000), Anselm Kiefer (2000), la Collezione Panza (2000–01) e Giorgio Armani (2001).
GERMANO CELANT IL PRECURSORE
Precursore e iconoclasta, critico di riferimento e confidente di molti grandi creatori del suo tempo, Germano Celant sarà ricordato come una delle figure che hanno dato forma all’arte contemporanea del ventesimo e del ventunesimo secolo. È difficile scegliere le tappe principali della sua lunga carriera, dalla definizione di Arte Povera nel 1967 ai travolgenti percorsi storici di Arts & Foods nel 2015 e Post Zang Tumb Tuuum nel 2018, oltre alla direzione artistica della 47ª Biennale di Venezia. In questo eccellente percorso è da sottolineare anche la sua nomina come curatore d’arte contemporanea del Solomon R. Guggenheim Museum di New York nel 1988, con cui si è aperto un cammino spiccatamente internazionale per l’istituzione. Poco tempo dopo, l’idea di un ente museale con molteplici centri e sedi nel mondo viene concepita sotto la guida di Thomas Krens e con la partecipazione attiva di Germano; verrà poi realizzata grazie alla visione delle Istituzioni Basche con l’inaugurazione del Museo Guggenheim Bilbao nel 1997.
GERMANO CELANT: ERUDITO E MULTIDISCIPLINARE
Germano ha promosso, in tutto, ciò che lui stesso chiamava “una visione diversa, un arco a 360 gradi” alla quale si univa la sua incomparabile capacità di trovare e svelare legami e gettare ponti tra ambiti apparentemente distanti. Convinto del carattere continuo dello spirito artistico del nostro tempo, Germano non ha esitato ad addentrarsi nel campo dell’architettura, del design, della moda e della gastronomia con la stessa seduzione che lo guidava nell’arte. Così, ha sostenuto il design radicale italiano negli anni settanta e, all’inizio degli anni ottanta, è stato il primo a celebrare la genialità di Frank Gehry, architetto a cui era unito da una duratura amicizia artistica e personale. Erudito e popolare, multidisciplinare, energico e anticonformista, Germano Celant si è distinto per una curiosità che faceva rientrare tutte le categorie in uno stesso orizzonte, quello della conoscenza umana. Il suo lascito non sarà solo storia viva del nostro tempo, ma sarà anche ispirazione costante per il futuro.
– Juan Ignacio Vidarte
Direttore Generale, Museo Guggenheim Bilbao
Deputy Director & Chief Officer for Global Strategies, Solomon R. Guggenheim Foundation
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