Apre a Bruxelles il Museo dei manoscritti dei Duchi di Borgogna
Apre al pubblico dal 18 settembre a Bruxelles il nuovo KBR Museum, ricavato all’interno della Biblioteca Reale del Belgio. Esporrà al pubblico la collezione dei manoscritti dei Duchi di Borgogna, considerata un vero e proprio tesoro nazionale belga.
Il Belgio vanta un’antica e prestigiosa tradizione libraria sin dal tardo Trecento, dai manoscritti medievali alle preziose edizioni a stampa realizzate quelle che furono vere e proprie “dinastie”, come i Moretus ad Anversa, di stampatori e che molto contribuirono alla diffusione della cultura in Europa, soprattutto nel periodo della Controriforma. Fra i maggiori mecenati nella produzione di libri, i Duchi di Borgogna, che regnarono sulle Fiandre dal 1348 al 1482. Nel tempo, la loro biblioteca arrivò a contare comprende più di 900 manoscritti, di cui un terzo è oggi conservato presso la Biblioteca Reale.
IL KBR MUSEUM: LA COLLEZIONE
La collezione spazia fra i vari campi del pensiero medievale: letteratura, storia antica, scienze, morale, religione, filosofia, ma anche diritto, poesia e romanzi cavallereschi. Le opere più antiche risalgono al XIII secolo, le più recenti alla fine dell’età feudale, e molte furono realizzate su richiesta dei Duchi da famosi copisti come Jean Miélot, Jean Wauquelin e David Aubert. Gli studiosi concordano sul fatto che alcuni dei manoscritti in collezione, come il Peterborough Psalter, l’ Histoires de Charles Martel, il Roman de Girart de Nevers o il Croniques et Conquestes de Charlemagne, sono annoverati fai i 50 manoscritti più importanti al mondo.
IL KBR MUSEUM: LA MOSTRA INAUGURALE
Il KBR Museum è ospitato all’interno della Biblioteca Reale, e precisamente nella cappella di Saint Georges, meglio conosciuta come Cappella di Nassau, l’unica testimonianza architettonica ancora esistente dell’antico palazzo della famiglia omonima, costruito in stile tardo-gotico brabantesco all’inizio del XVI secolo. La visita al Museo è un’occasione per conoscere questo importante patrimonio librario, illustrato da valenti miniaturisti poco conosciuti, ma che in realtà non si dimostrano inferiori per talento ai più noti pittori fiamminghi, ad esempio Van Eyck. Il percorso è però arricchito da sezioni esplicative, ad esempio sulla descrizione del processo di realizzazione dei volumi: la rilegatura, i materiali utilizzati per la creazione delle pagine e il meticoloso lavoro di copiatura e miniatura. Un lavoro certosino che non mancherà di affascinare anche il pubblico contemporaneo. Intanto, in attesa dell’apertura del museo, una selezione di 213 manoscritti della collezione può già essere scoperta virtualmente sul sito belgica.kbr.be/belgica.
– Niccolò Lucarelli
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati