Il Louvre e ALIPH si mobilitano per restaurare il Museo Nazionale di Beirut
ALIPH (International Alliance for the Protection of Heritage in Conflict Areas) e il Musée du Louvre insieme per salvare il Museo Nazionale di Beirut. Con 200.000 dollari e l’invio di due squadre di esperti per dirigere i lavori
In seguito all’esplosione del 4 agosto scorso che ha causato circa 150 vittime e danni per 4,6 miliardi di dollari al quartiere del porto e a quelli vicini, si compiono i primi passi per la necessaria ricostruzione della città. Tra gli edifici danneggiati, anche il Museo Nazionale di Beirut.
MUSEO NAZIONALE DI BEIRUT: I LAVORI
Sono iniziati il primo settembre i sopralluoghi per i successivi lavori di ripristino delle condizioni di sicurezza al Museo Nazionale. L’esplosione di agosto, sulle cui cause non è ancora stata fatta piena luce, ha infatti divelto quasi tutte le porte e le finestre dell’edificio, così come ha danneggiato l’impianto elettrico e il sistema di allarme e videosorveglianza. Attualmente, il Museo è costantemente vigilato dalla polizia per evitare furti o atti di vandalismo, ma questa può essere soltanto una soluzione provvisoria. Per questo ALIPH (International Alliance for the Protection of Heritage in Conflict Areas) e il Musée du Louvre si sono uniti nel fronteggiare l’emergenza, portando aiuto economico e specialistico al museo di Beirut. La Direzione generale delle antichità del Libano, nei giorni immediatamente successivi al disastro aveva censito i danni, stimandone l’ammontare in circa un milione di dollari. Quando l’inchiesta appurerà (se mai vi riuscirà) se si sia trattato di incidente o atto di guerra, le assicurazioni o lo Stato risarciranno almeno una parte dei danni. Ma intanto, ALIPH ha messo a disposizione 200mila dollari per le riparazioni più urgenti, e il Louvre ha inviato due squadre di esperti per dirigere i lavori: una del Dipartimento delle antichità del Vicino Oriente e una del Dipartimento dei beni architettonici e dei giardini.
IL MONDO PER BEIRUT
Il Museo Nazionale non è purtroppo l’unico sito culturale danneggiato in città. Infatti, i primi studi condotti dalla Direzione generale delle antichità del Libano, insieme ad altre istituzioni internazionali (UNESCO, ICCROM, ICOM, ICOMOS, IFLA, Istituto francese del Vicino Oriente, eccetera), hanno rilevato che quasi 650 edifici elencati nella lista del patrimonio culturale sono stati danneggiati dall’esplosione, in particolare nel distretto di Gemmayzeh, costruito attorno alla metà del XIX secolo. Sono stati danneggiati anche altri musei – fra cui il Museo Sursock, dedicato all’arte moderna e contemporanea -, oltre a biblioteche, monumenti ed edifici religiosi. ALIPH, creata nel 2017 a Ginevra su iniziativa di Francia ed Emirati Arabi Uniti, ha istituito un Piano d’Azione a favore della stabilizzazione e riabilitazione del patrimonio di Beirut, con una dotazione iniziale di 5 milioni di dollari. Quello del Museo Nazionale è il primo dei tanti progetti previsti per salvare un patrimonio culturale di rilevanza mondiale, sospeso fra Oriente e Occidente, e che affonda le sue radici nei millenni. Salvare la cultura libanese significa tramandare nel tempo le chiavi di lettura di buona parte dell’identità mediterranea.
– Niccolò Lucarelli
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