Giornate turbolente per il sistema dell’arte europeo, alle prese con la seconda ondata della pandemia e i provvedimenti presi dai singoli Paesi per contrastare il sempre più preoccupante aumento del numero dei contagi. In Francia e in Germania è già partito il lockdown, sebbene in modalità “soft”, con lo stop alle attività produttive non essenziali e le scuole che continuano a rimanere aperte. Rientrano nel lockdown anche le attività legate alla cultura, con lo stop a eventi, fiere, mostre e le attività dei musei: lo scorso 29 ottobre hanno annunciato ufficialmente la loro chiusura il Louvre, il Musée d’Orsay e il Petit Palais di Parigi, e la stessa sorte è toccata ai musei tedeschi che, a partire dal 2 novembre e per quattro settimane, non potranno aprire le proprie porte al pubblico. Anche in Italia, come vi abbiamo anticipato qui, con il prossimo Dpcm atteso per il 3-4 novembre, saranno chiusi musei e mostre, e il prossimo 5 novembre sarà la volta delle istituzioni museali e delle gallerie del Regno Unito.
LA CHIUSURA DI MUSEI E GALLERIE NEL REGNO UNITO
Per effetto del prossimo lockdown nazionale, i musei britannici resteranno chiusi fino al 2 dicembre, con estrema preoccupazione da parte dei professionisti del settore: “solidarietà dalla Museums Association a tutti i musei che hanno riaperto e ora devono chiudere; a tutti coloro che sono stati licenziati, non licenziati e che saranno presto riammessi e a coloro che sono stati licenziati o che affrontano questa possibilità”, ha scritto su Twitter il direttore dell’advocacy group Museums Association Sharon Heal. Che la seconda ondata possa rappresentare una brutta stangata per il settore culturale di ogni Paese lo aveva già prospettato giorni fa Michael Huether, economista tedesco e attuale Direttore dell’Institut der Deutschen Wirtschaft (Istituto di Economia Tedesca) che, con un articolo sul quotidiano Handelsblatt, afferma: “un secondo lockdown significherebbe la fine di numerosi rivenditori, hotel, ristoranti, fiere e istituzioni culturali. Dobbiamo imparare a convivere con il virus”, aggiungendo inoltre che “molti modelli di business non sopravviverebbero”. Con la chiusura dei musei, verranno annullate le mostre in corso e quelle che avrebbero dovuto inaugurare nelle prossime settimane, tra cui la retrospettiva alla Tate Modern dedicata all’artista sudafricano Zanele Muholi, doveva essere inaugurata questa settimana, il dialogo tra Tracey Emin e Edvard Munch alla Royal Academy of Arts, la grande esposizione di Artemisia Gentileschi alla National Gallery di Londra. Nel Regno Unito sono prossime alla chiusura anche le gallerie d’arte, ritenute attività commerciali “non essenziali”.
SECONDA ONDATA. IL VALZER DELLE FIERE ANNULLATE
Come già accaduto per l’art week di Torino – che ha visto l’annullamento o il repentino cambiamento di format delle fiere Artissima, Flashback, NESXT e The Others – anche in Francia e in Germania sono state cancellate rassegne che avrebbero dovuto tenersi nelle prossime settimane: è il caso di Fine Arts Paris, in programma dal 26 al 29 novembre, e Art Cologne e Cologne Fine Art & Design, dal 18 al 22 novembre. “Con le nostre misure, # B-SAFE4business, eravamo ottimamente preparati per ospitare fiere di settore sotto il Coronavirus”, ha dichiarato il direttore di Art Cologne e Cologne Fine Art & Design Daniel Hug. “Entrambe le fiere hanno avuto grande sostegno e fiducia da parte delle gallerie. Ciò rende ancora più importante il fatto che, con il rinvio ad aprile, possiamo creare nuove prospettive per tutti i soggetti coinvolti”. Le due fiere si terranno dal 14 al 18 aprile 2021.
– Desirée Maida
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