Mentre in Europa cancellano le fiere a Shanghai parte la Young Art Fair
Mentre la seconda ondata della pandemia ha costretto diverse fiere d’arte alla cancellazione, in Asia la situazione sembra migliore, e a Shanghai è confermata, accanto alla più patinata Art Fair, anche la Youth Art Biennial, che si terrà presso le sale espositive del World Trade Center di Shanghai (99 Xingyi Road).
Torna nei giorni 11, 12 e 15 novembre, la Shanghai Youth Art Biennial, sostenuta dal Liu Haisu Art Museum. Considerata la più importante manifestazione culturale cinese dedicata all’arte emergente, questa grande piattaforma espositiva, giunta alla sesta edizione, si è affermata nel tempo anche come un importante soggetto del mercato dell’arte. La fiera quest’anno farà parte della seconda edizione dello Shanghai International Artwork Trade Month (15 ottobre-15 novembre) all’interno del cartellone “Shanghai Arts & Culture 50 Initiatives”.
I NUMERI DELLA MANIFESTAZIONE
Nei mesi scorsi sono giunte alla commissione giudicante ben 18.736 opere da parte di 4.087 artisti cinesi, residenti sia in patria sia all’estero. Dopo accurata selezione, sono 1.100 quelle scelte realizzate da 260 artisti, il 40% dei quali sono neolaureati o ancora studenti delle varie facoltà artistiche delle università cinesi; altri sono invece insegnanti presso college d’arte. Concentrandosi su diverse prospettive artistiche ed esplorando diversi argomenti, usano vari media come la pittura tradizionale cinese, la pittura a olio, la scultura, il video e i nuovi media per creare le loro opere. Come si legge da un comunicato ufficiale “Shanghai Young Art Fair attribuisce valore alle opere create da artisti capaci di pensiero ed espressione indipendenti”. Una dichiarazione da prendere con le molle, vista l’approccio maoista di Xi Jinping, evidenziato anche dal Padiglione Cina alla Biennale di Venezia del 2019. Tuttavia, la Cina resta un grande Paese, con tante risorse e una profonda differenziazione territoriale, e i giovani artisti, all’interno di un sempre crescente interesse per il recupero delle culture locali, possono sicuramente svolgere un ruolo di primo piano.
ARTE E POLITICA
Nelle intenzioni del team di curatori, quest’anno le varie mostre della Young Art Fair dovranno enfatizzare da un lato le caratteristiche individuali di ogni artista, mentre dall’altro sottolineeranno la ricerca della nuova “organicità” cinese, espressa dal cosiddetto potere individuale collettivo. Una dichiarazione contraddittoria, che appunto richiama il nuovo corso di Jinping, volto a creare una nuova, potente Cina, anche grazie al contributo dell’arte. E per evitare una seconda Rivoluzione Culturale e i malintesi che generò all’interno della società cinese, incoraggia una scena artistica attenta – come ad esempio si osserva dalle opere di Chen Feifei, Chen Jiayi, Li Dapeng, Hang Liwei -, a recuperare le radici culturali del passato, enfatizzandone il ruolo decisivo nel costruire un’identità unica in Asia, identità che, si comprende fra le righe, tutti i cittadini hanno il dovere di mantenere, secondo le direttive organiche della leadership politica.
– Niccolò Lucarelli
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