Mondo dell’arte in tempesta in Francia, a causa di una notizia che nell’arco di poche ore è rimbalzata dai media francesi a quelli internazionali: l’artista di fama mondiale Claude Lévêque è stato accusato di violenza sessuale su minori. I fatti risalirebbero agli anni Settanta, e a denunciare Lévêque è stato un altro artista, lo scultore Laurent Faulon, oggi cinquantunenne.
CLAUDE LÉVÊQUE ACCUSATO DI VIOLENZA SU MINORI
A riportare tutta la vicenda è con una approfondita inchiesta il giornale francese Le Monde, scrivendo che l’indagine è stata avviata un anno e mezzo fa dopo la presentazione della denuncia da parte di Faulon: quest’ultimo accusa Lévêque di aver avviato con lui una relazione sessuale all’età di 10 anni, continuata fino all’età di 17. Inoltre i due hanno vissuto insieme per tre anni. Nella lettera inviata al Pubblico Ministero, Faulon sottolinea che è “consapevole che tali atti criminali”sono soggetti a prescrizione, ma che ha deciso di presentare comunque la sua denuncia in modo che altre vittime potessero avere giustizia: “sono consapevole che gli atti criminali di cui sono stato vittima sono certamente caduti in prescrizione, ma questa denuncia mi permette di segnalare alla giustizia altri atti non prescritti e di denunciare che uno o più minori corrono attualmente un grave pericolo di abusi sessuali, se l’irreparabile non è già stato commesso”. Faulon ha anche accusato Lévêque di aver avuto una relazione con i suoi due fratelli, uno dei quali si è suicidato a 49 anni.
CLAUDE LÉVÊQUE ACCUSATO DI VIOLENZA SU MINORI. IL RACCONTO DI LAURENT FAULON
Lo scultore svizzero ha inoltre raccontato a Le Mondeche per molto tempo, a partire dagli anni Ottanta, ha fatto uso di oppiacei: “per molto tempo mi sono rifiutato di vedere le prove che questa dipendenza avesse qualcosa a che fare con ciò che avevo vissuto da bambino. È uno schema classico, ma mi sono rifiutato di realizzarlo”. Inoltre Faulon ha lasciato intendere che nel corso degli anni Lévêque abbia continuato a perpetuare abusi e molestie su minori. Come da lui dichiarato, il coraggio di denunciare il noto artista gli sarebbe venuto nel 2017, ovvero quando la curatrice di una mostra tenutasi a Ginevra gli aveva raccontato che Lévêque in quel periodo stava sostenendo la ricerca artistica del figlio adolescente. A questo quadro già intricato si aggiunge inoltre una lettera che la Procura di Bobigny ha ricevuto dalla gallerista Julie Faitot e dal suo compagno, l’artista Jonathan Loppin (vecchio amico di Lévêque): stando al loro racconto, Lévêque avrebbe avuto un comportamento ambiguo nei confronti di un ragazzo di 13 anni, durante la notte di Capodanno del 2013. Insomma, come spesso avviene in questi casi, in attesa di scoprire la verità, le accuse e i sospetti si accumulano.
LA RISPOSTA DI CLAUDE LÉVÊQUE ALLE ACCUSE
In una nota Emmanuel Pierrat, avvocato di Lévêque, ha dichiarato che l’artista è stato interrogato dalla polizia francese, e ha affermato che una presunta vittima e diversi testimoni hanno negato le accuse. Lévêque ha risposto alle accuse, da lui negate, presentando due denunce nel gennaio 2020 per diffamazione e ricatto. Secondo il suo avvocato, Lévêque aveva anche presentato una precedente denuncia nel 2016 dopo che due lettere anonime erano state inviate “con l’intento di distruggere il suo lavoro artistico”, ma l’indagine è stata chiusa senza alcuna accusa. Intanto però la denuncia di Faulon sta portando a una serie di conseguenze sulla carriera di Lévêque: nelle ultime ore l’artista ha annunciato l’interruzione della sua collaborazione con la importante galleria Kammel Menour, tra le più celebri in Francia, così da permettere alla Procura di Bobigny di condurre le indagini. Lévêque, nato nel 1953 a Nevers e formatosi alla École nationale supérieure des beaux-arts, è conosciuto a livello mondiale per le sue installazioni ambientali al neon: tra la più celebri è quella realizzata nel 2014 per la piramide del Louvre, ma in alcuni messaggi contenuti nei lavori qualcuno oggi legge messaggi imbarazzanti. Nel 2009 ha rappresentato la Francia alla Biennale di Venezia, ha esposto al MoMA-PS1, al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Ginevra, al Musée du Louvre, all’Opera di Parigi e progettato un grande arazzo per il Palazzo dell’Eliseo.
– Desirée Maida
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