A Madrid, come a Bilbao, il mondo dell’arte guarda avanti, con la speranza che, nel corso del 2021, si possa tornare verso una graduale normalità, almeno dal punto di vista culturale.
“Madrid è forse l’unica capitale europea, oserei dire l’unica città al mondo, che in questo momento sta mantenendo aperti i musei e le attività nei cinema, teatri e sale da concerto. È un vero miracolo, che suscita anche una certa invidia tra colleghi e amici che vivono all’estero…”, commenta con un pizzico di amara ironia Miguel Falomir, direttore del Prado.
“Il calendario della mostre in programma è stabilito. Se dovessimo purtroppo tornare a un lockdown totale, il Prado non ha un piano B. Ma sono certo che, così come è accaduto in primavera, cercheremo di ricomporre l’agenda grazie anche alla collaborazione, alla solidarietà e alla comprensione dimostrate da tutti i prestatori nel 2020”.
VISITATORI IN CALO MA TANTI MADRILENI AL PRADO
I numeri del Prado durante la pandemia non sono certo eccellenti, soprattutto se raffrontati alle cifre stratosferiche del Bicentenario, conclusosi a dicembre 2019 e che ha attirato al museo oltre 3,2 milioni di persone, con un fatturato di 4,58 milioni di euro. Malgrado tutto, nell’anno del Covid i visitatori del più importante museo di Spagna sono stati 850mila, dei quali però più di 500mila tra il 1° gennaio e il 14 marzo scorsi, ossia prima del lockdown.
Sul Paseo del Prado oggi non si vedono né turisti né scolaresche. Eppure, dal 6 giugno scorso ‒giorno di riapertura del museo, con il nuovo allestimento Reencuentro, ridotto ad alcune sale al primo piano ‒ al mese di dicembre, gli ingressi sono stati 295mila; il 78% sono tuttavia visitatori provenienti dalla regione di Madrid, d’età media tra 25 e 44 anni, e per la maggior parte si tratta di donne. Buona infatti anche l’affluenza alla discussa mostra Invitadas, dedicata all’immagine femminile nell’arte del XIX secolo.
IL RIORDINO DELLA COLLEZIONE PERMANENTE DEL PRADO
La chiusura momentanea di molte sale dello storico edificio del Villanueva è un’occasione propizia per riordinare parte della collezione e proporre nuovi percorsi narrativi, nei quali inserire anche opere finora rimaste nei depositi. “La risposta positiva del pubblico nei confronti di Reencuentro dimostra che sia il momento adatto per focalizzare l’attenzione sul valore della collezione permanente”, spiega il direttore Falomir. Dopo il bellissimo riallestimento della Sala del Bosco, presentato in autunno, nel corso del 2021 verrano rinnovati i percorsi dedicati all’arte europea del XVIII secolo e alla pittura del XIX secolo. Sarà rinnovata inoltre dal punto di vista museografico anche la sezione meno nota dedicata alla scultura, classica e non, integrata da ben 51 pezzi nella cosiddetta Galleria Jónica, al pian terreno.
Nell’autunno del 2021 si prevede infine l’inaugurazione in un’area sotterranea (che un tempo ospitava il Tesoro del Delfino di Francia) dell’installazione permanente dedicata alla storia del Museo Nazionale del Prado e agli sviluppi architettonici del suo edificio.
LE MOSTRE TEMPORANEE DEL 2021 AL PRADO
Per quanto riguarda il programma di mostre temporanee, il Prado ha cercato di recuperare buona parte dei titoli previsti nel 2020. Tra le poche eccezioni c’è l’esposizione dedicata ad Annibale Carracci e al ciclo di affreschi per la Cappella Herrera a Roma, realizzata in collaborazione con il Mnac di Barcellona e Palazzo Barberini. La mostra, curata da Andrés Ubeda, direttore scientifico del Prado, sarà probabilmente prorogata alla primavera del 2022.
Ai primi di marzo si inaugura invece Passioni mitologiche, l’atteso appuntamento con le cosiddette sei Poesie di Tiziano, capolavori a tema mitologico che il grande maestro veneziano dipinse tra il 1551 e il 1562 per il re Filippo II, e che per la prima ritornano insieme in Spagna. La stessa mostra ‒ che per il Covid fu chiusa e riaperta per ben due volte alla National Gallery di Londra ‒ giunge a Madrid arricchita da una trentina di opere che rappresentano scene mitologiche intorno all’amore e al desiderio, ispirate ai grandi scrittori della letteratura greco-romana.
In contemporanea, il Prado propone anche un primo approfondimento scientifico intorno all’opera di Marinus van Reymerswale, pittore fiammingo semi sconosciuto (e del quale non esistono monografie), ma molto apprezzato nella Spagna della metà del Cinquecento.
La mostra più impegnativa dell’anno è senza dubbio l’appuntamento d’autunno con l’arte ibero-americana, un genere del tutto assente al Prado. Tornaviaje, ossia Viaggio di ritorno, è una proposta culturale che approfondisce in maniera inedita gli scambi artistici tra il Nuovo Mondo e la Spagna, tra il XVI e il XVIII secolo. L’idea è quella di dare più visibilità al ricco patrimonio proveniente dai viceregni delle colonie sudamericane, che si conserva anche nelle istituzioni pubbliche e private spagnole.
Tra le mostre più piccole, ma come sempre ad alto contenuto scientifico, particolarmente interessante è quella dedicata in autunno alla Gioconda del Prado, eclatante scoperta del laboratorio di restauro del museo, avvenuta cinque o sei anni fa. Si intitola Leonardo e la copia della Monna Lisa. Nuovi studi sulle pratiche della bottega vinciana e cerca di far luce su un’opera ancora misteriosa, già diventata una delle icone del Prado. Da non perdere, in autunno, anche la rassegna intorno alla serie di tele (cartoni compresi) dipinte da Esteban Murillo sulla parabola del Figliol Prodigo, un’occasione per esplorare la narrativa pittorica del Barocco andaluso.
COMUNICAZIONE DIGITALE E PERCORSI VIRTUALI
Come ogni museo, durante la pandemia anche il Prado non ha mai chiuso. Ogni giorno, la collezione permanente è oggetto di milioni di visite virtuali (13 milioni di follower sulle reti social, tra YouTube, Instagram, Tik Tok e Twitter); oggi sono in molti a non poter viaggiare fisicamente, ma a cercare ugualmente di soddisfare, davanti a uno schermo, curiosità artistiche e interessi culturali. The Art Newspaper ha inserito il Museo del Prado tra i cinque migliori progetti audiovisivi del 2020, l’unico peraltro non in lingua inglese. “Per quanto riguarda gli sviluppi delle attività digitali” ‒ spiega con chiarezza Falomir ‒ “l’epidemia da Covid-19 ha agito solo come acceleratore di tendenze già in atto. Nei prossimi anni, infatti, il Prado riceverà 5 milioni di euro provenienti dai Fondi Europei proprio allo scopo di implementare le iniziative a carattere digitale. Ma non credo che ciò porterà alla totale sostituzione delle visite in presenza al museo“.
Per quanto riguarda la possibilità che il Prado lanci sul mercato contenuti digitali a pagamento, il direttore conclude: “Tutto ciò che ora è disponibile gratuitamente resterà tale. Non è escluso invece che, in futuro, vengano realizzati e lanciati in rete contenuti specifici accessibili solo a pagamento. I prezzi, comunque, saranno in ogni caso notevolmente ridotti rispetto al costo del biglietto di ingresso al museo”.
‒ Federica Lonati
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