La cittadina bulgara che dette i natali al celebre artista scomparso il 31 maggio scorso, dedica adesso alla sua memoria, e a quella della compagna, scomparsa nel 2009, il Christo and Jeanne-Claude Center for Contemporary Art, che ospiterà in esposizione permanente le opere donate nel 2013 dalla coppia alla città. Sorgerà nella ex sede della Scuola Tecnica Tessile, nei pressi della Casa dell’Umorismo e della Satira, e sarà l’omaggio di Gabrovo al suo ambasciatore nel mondo. Al pari dei progetti artistici di Christo, anche questo ha avuto una lunga gestazione: l’idea di un centro permanente che ospitasse le sue opere fu proposta da Christo nel lontano 1992, ma soltanto nel 2008, il comune ha sostenuto l’istituzione di una struttura del genere. Sono seguiti anni di lungaggini burocratiche, spese per l’individuazione della sede adatta, ma finalmente entro la fine dell’anno dovrebbe vedere la luce su un’area di 10.700 metri quadrati, che ospiterà anche sale espositive per le mostre temporanee, una sala eventi, atelier d’artista, spazi per i laboratori didattici, un’area per il co-working e una caffetteria-bistrot.
L’ARTE NEL PAESAGGIO
Christo Vladimirov Javacheff nel 1956 studiava e lavorava al teatro d’avanguardia Burian di Praga, quando le forze sovietiche schiacciarono la rivolta ungherese. Non vedendo futuro nell’Europa orientale, fuggì a Vienna, e dopo un anno da rifugiato politico giunse a Parigi nel 1958, dove ha incontrato la sua futura moglie, Jeanne-Claude, con la quale ha inventato un nuovo concetto di land art. I suoi grandi progetti, spesso con gestazioni di decenni ma tutti dalla durata temporanea, richiedevano la collaborazione di dozzine, a volte centinaia, di proprietari terrieri, funzionari governativi, giudici, gruppi ambientalisti, residenti locali, ingegneri e lavoratori, molti dei quali avevano scarso interesse per l’arte. e una profonda riluttanza a vedere le loro vite e l’ambiente circostante sconvolti da un eccentrico visionario che parlava solo in un inglese semi-comprensibile. Recentemente la loro collezione privata, che comprendeva anche alcuni cadeaux degli amici artisti, è andata all’asta (Artribune ne aveva parlato qui).
GLI IMPACCHETTAMENTI DI CHRISTO
Ma in virtù di questo spiazzante approccio, ha spiazzato anche il concetto di arte del paesaggio. Fra i progetti più celebri, gli “impacchettamenti” a cominciare dal Museum of Contemporary Art di Chicago, nel 1969, passando per il Pont Neuf di Parigi nel 1985 e il Reichstag di Berlino 10 anni dopo. In Italia, fra i vari interventi, ha lavorato sulla Porta Pinciana, a Roma, nel 1974, e ha realizzato nel 2016, sul Lago d’Iseo, i Floating Piers – una passerella, di cubi galleggianti a incastro, rivestiti di tessuto color zafferano – che ha richiamato 1,2 milioni di visitatori. L’artista Saul Steinberg, amico dell’artista, disse di lui: “Non solo ha inventato se stesso, ha inventato la sua arte e, cosa ancora più sorprendente, ha inventato il suo pubblico”.
– Niccolò Lucarelli
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